𝐕𝐈𝐈 - L'ORGANIZZAZIONE E LA VOLPE BIANCA

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La luna appariva e scompariva tra gli alberi, simile a un globo di vetro meravigliato, mentre le cinque jeep nere sfrecciavano sulle strade disconnesse dai sassi e l'erba secca della campagna.

Non c'era alcuna luce ad illuminare la strada, creando un senso di inquietudine. Solo i fari delle auto colpivano l'asfalto. Per Cerbero sarebbe stato un viaggio rilassante se non fosse stato bloccato come una sardina tra due uomini armati fino ai denti. Un solo movimento brusco, loro si sarebbero allarmati. Si sentiva terribilmente scomodo, le spalle strette e i pugni sulle ginocchia. Per uno dalle spalle larghe e dal muscoloso corpo come lui era davvero un incubo.
Le portiere erano bloccate con la sicura, i finestrini oscurati, solo una piccola soddisfazione: i riscaldamenti riuscivano lo aiutavano però resistere alla fastidiosa strettezza.

'Certo che è super attrezzato.', pensò.

Per tutto il resto del viaggio, il sedicenne aveva provato a conversare per alleggerire la tensione, neanche quello era servito. Troppo seri e troppo silenziosi per poter chiacchierare. Guardò davanti a sé. Non c'era un granché da ammirare, semplicemente la luce rossa posteriore di un'altra jeep.

«Sei impaziente, vero?», disse ad un certo punto Boss, seduto comodamente sul sedile del passeggero davanti. «Non ti preoccupare, fra non molto saremo al calduccio.»

'Nah, impaziente? Io? Sia mai.', pensò ironicamente, roteando gli occhi.

Alcuni minuti dopo, le jeep si fermarono. Tutti scesero dai veicoli. Cerbero fece altrettanto. Sgranchì le gambe e la colonna vertebrale; le ossa scricchiolavano sotto la pelle in modo impressionante e flebile alle sue orecchie. Si trovavano in mezzo alla vegetazione. Il boschetto circondava una vecchia struttura decadente e corrosa dal tempo, era una villa abbandonata da chissà quanto tempo. In alcuni punti le pareti erano crollate, i rampicanti e l'edera ricoprivano la pietra come dei tentacoli, il tetto era completamente malandato.

'Ma siamo seri?!', rimase stupito il ragazzo, vedendo il gruppo entrare nell'edificio. Uno degli uomini lo spinse con prepotenza, con la canna del fucile. Il ragazzo lo guardò storto, e, sbuffando alzò i suoi ciuffi incamminandosi verso l'ingresso.

𝐿𝑎 𝐶𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆𝑒𝑟𝑝𝑒𝑛𝑡𝑒  ||  𝙄𝙣 𝘾𝙤𝙧𝙨𝙤...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora