primo ricordo

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La prima volta che sentii il sangue di qualcuno addosso avevo dieci anni.

Era il mio compleanno e mia madre mi aveva comprato una fionda. Era la prima volta che ricevevo un regalo, siamo sempre stati troppo poveri per permetterci il lusso di comprare qualcosa per i nostri compleanni.

Ero felice. Non stavo facendo male a nessuno all’inizio, semplicemente lanciavo delle pietre su un albero. Un bambino di dieci anni non avrebbe pensato a cosa ci sarebbe stato sopra, è questo fu l’errore più grave quel giorno.

Un uccello, probabilmente un cucciolo considerate le dimensioni, era caduto dall’albero dopo l'ennesimo colpo.

Il me di dieci anni si preoccupò a morte. Ricordo perfettamente di aver corso per provare a prenderlo al volo, ma ero stato troppo lento. L’uccellino era ferito a una zampa e stava perdendo sangue da un ala.

Andai nel panico. Cosa sarebbe successo se non fosse stato curato immediatamente? Sarebbe morto? Non potevo accettarlo ai tempi.

Così corsi dall’unica persona che sentivo avrebbe potuto aiutarmi, mia madre.

Scelta terribile, ma non lo sapevo ancora. In fondo è normale per un bambino correre dalla madre quando ha bisogno di aiuto, ma io imparai in fretta a non farlo.

Quando arrivai lei stava lavorando. Non riusciva a trovare un lavoro da molti anni, perciò spesso chiedeva ad alcune signore anziane se avessero bisogno di aiuto in casa. Quel giorno la prescelta era una signora sulla novantina che aveva disperato bisogno di qualcuno che aiutasse a pulire.

Vedendomi mia madre alzò un sopracciglio. Anche oggi aveva i capelli neri legati in uno chignon e sfregava i piatti molto velocemente. 

“Cosa vuoi Cyzel? Ti ho già detto che non possiamo avere animali domestici.”

“Non capisci, questo è ferito! Non so come aiutarlo. E’ stata colpa mia… io devo salvarlo.”

Rise.”Non essere sciocco. Non vedi?”

Abbassai lo sguardo. L’uccellino stava peggio di prima, ora il sangue era arrivato anche sulla mia maglia. “Ormai è già morto. L’unica cosa che puoi fare per lui è ucciderlo.”

Non potevo credere alle mie orecchie. Mia madre mi stava dicendo di uccidere un povero uccellino che poteva benissimo essere salvato.

Ma ero troppo piccolo per capirlo.

Ricordo perfettamente quando mi passò un coltello affilato in mano e mi nascosi nel seminterrato dell’anziana signora. L’uccellino sembrava aver già capito, provava a dimenarsi per scappare. Aveva capito che ero un mostro.

Così quel giorno lo poggiai sul tavolo e infilai il coltello direttamente nel suo cuore.

Non emise neanche un rumore quando lo uccisi.

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