sesto ricordo

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“Voglio entrare nella guardia reale.”
E ne ero convinto al cento per cento.

Io e mia madre abitavamo in quel castello da quando avevo circa dieci anni. Quel giorno ero diventato da poco un sedicenne insieme ad Amber.

Quando abbiamo scoperto di avere la stessa età lei quasi urlò dalla gioia e iniziò a raccontarmi, sempre col sorriso sul viso, che passava la maggior parte delle giornate a parlare con adulti che gli facevano da insegnanti.

Perciò si può dire che aveva una vita abbastanza noiosa prima di me.

Ed era grazie a me se ora era felice.

Chissà cosa pensa adesso. Ora che conosce il vero me. Sarebbe ancora felice di essere mia amica se avesse saputo cosa sarebbe successo?

Non posso saperlo ma, nel lato più profondo del mio cuore, spero che lei non  rimpianga quei giorni felici.

“Va bene, ma non sarai da solo.”
La guardai dall’alto verso il basso.
In quel momento si stava allenando con i suoi poteri e aveva la fronte sudata.

Dotati della natura.
Era così che venivano chiamate le persone in grado di usare la natura a loro piacimento.

I dotati erano in grado di far crescere piante, far arrivare uno tsunami provviso o cambiare la direzione del vento solo grazie ai loro poteri.

Nel caso di Amber si trattava del ghiaccio. Mi disse che lo scoprì da piccola proprio quando, dopo aver litigato con suo padre, si ritrovò a lanciare degli stalattiti sul soffitto della sua stanza.

Perciò per lei non era una cosa strana congelare le armi totalmente a caso, e non era neanche strano che avesse questi poteri.

Era abbastanza comune per i reali acquisire, o nascere, con questi poteri.
D’altro canto era quasi impossibile che un comune cittadino li avesse.

“Cosa intendi dire?”
“Entrerò nell’esercito con te.”

Sospirai. Perché doveva sempre mettere la sua vita in pericolo per me?
“Non se ne parla proprio. Tu sei la futura regina.”
“Stai dicendo che, visto che sono una donna, non posso combattere?”
“Al contrario. Sono convinto che combatteresti troppo bene.”

Probabilmente si innervosì, perché mi lanciò al volo una spada che, per pochi centimetri, atterrò di fianco a me.

“Quindi hai paura che ti uccida in guerra?”
“Sarebbe un onore essere ucciso da te. Ma ti ripeto, sei troppo forte, i nemici ti prenderebbero subito di mira.”

“Aw, il nostro Cyzel ha paura che la sua amata Amber muoia.”
Arrossii. Non mi aspettavo quella risposta.

E lei evidentemente lo trovò molto divertente.
“Sono serio!”
“Chi ti dice che non sei forte anche tu?”

Se c’è una cosa che ho imparato durante tutto il tempo passato con Amber è che lei crede fin troppo in me.
“Di nuovo con questa storia che sono speciale?”
"Sì, sono convinta che tu non sia un essere umano normale. Percepisco qualcosa.”

la guardai male.
“Non pensarci minimamente."
“Provaci.”
“No.”
“Allora sei un perdente.”
“Questo dovrebbe convincermi?”
“Esattamente.”

Mi aveva convinto. Ma solo perché volevo che la smettesse con questa storia.
“Dimmi che devo fare.”

Lei sorrise e si avvicinò a me.
“Immagina di avere già i poteri. Chiudi gli occhi e concentrati su un singolo punto, poi porta lì tutto il tuo interesse e immagina cosa vorresti che accadesse.”
“Con quale elemento dovrei farlo?”
“Quello che vuoi. E se quello non funziona cambi.”

Sospirai.
Mi sembrava un'idiozia.
Ma Amber era più speciale di me e aveva sempre ragione.

Mi concentrai sull’erba, immaginando un falò.

Quando aprii gli occhi sentì la puzza di fumo entrarmi nelle narici.
Davanti a me l’erba aveva preso fuoco, creando una fiammata che sembrava proprio un vero falò.
Proprio come l’avevo immaginato.

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