secondo ricordo

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Il regno Suleen era bellissimo. Ero nato lì e, anche se non avevo mai avuto una famiglia che mi portasse in giro a visitarlo, lo trovavo magnifico. Era pieno di luce, di vita e, pensandoci adesso, mi sento come se tutto fosse già scritto.

Ero l'oscurità nella luce.

Ma io non ero l'unico ad avere una parte buia, il regno non era di certo il paradiso per tutti i cittadini, e io e mia madre lo sapevamo bene. Mancava il lavoro e non avevamo abbastanza soldi per pagare l’affitto e il cibo.

Per questo un giorno fummo cacciati da casa e ci ritrovammo per la prima volta ad osservare veramente il reame.

Non ho memoria di come ci hanno cacciato. L’unica cosa che ricordo è mia madre che piange e maledice l’intero regno, poi mi nota, mi prende per mano e mi dice semplicemente la verità: “Non c’è posto per noi due qui.” All’inizio pensavo si riferisse all’appartamento, ma ora so per certo che si riferiva a tutto.

Così cominciammo a cercare un riparo almeno per la notte, andando da casa in casa a sperare che qualcuno fosse disposto ad ospitarci.

“Abbiamo troppi figli.”
“Non facciamo entrare estranei in casa.”
“Voi poveri dovete solo morire di fame.”

Ormai avevamo sentito tanti no. Un sì, uno soltanto, sembrava impossibile. Ma forse quel giorno il mondo decise di essere misericordioso. Arrivammo davanti a un centro anziani.

Era notte fonda, non avevamo mangiato niente ed eravamo disperati, ma qualcuno ci aprì la porta. Una ragazza dai capelli rossi comparve sulla soglia. “C’è qualcosa che posso fare per voi?”
“Abbiamo bisogno di aiuto, mio figlio non mangia niente da tutto il giorno e non abbiamo più una casa.”

La ragazza ci fece entrate. Mangiai per la prima volta buon cibo ed ero veramente felice.

Ma la felicità non era fatta per noi.

La ragazza ci disse che potevamo rimanere solo per un mese e che avremmo dovuto aiutarla con gli anziani.

Noi accettammo e io dal giorno dopo iniziai a cercare un lavoro. Avevamo deciso che mia madre avrebbe aiutato in casa (se così si poteva definire) e io avrei lavorato fuori.

Trovai un forno. Il proprietario era contrario ad assumermi.
“Sei troppo piccolo, non hai esperienza…”
Si toccò i baffi a manubrio e mi guardò dall’alto in basso.
“... Però potresti imparare.”

Così iniziai a lavorare.
Mi pagò sempre per due monete all'ora.

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