quattordicesimo ricordo

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Erano le quattro del mattino.

Quasi nessuno era sveglio nel castello a quell’ora.

Camminavo molto lentamente, non avevo alcuna fretta.

Il pugnale che continuavo a rigirarmi tra le dita sembrava impaziente.
A momenti pensai che stesse per andare a fuoco.

Morte.

Non pensavo a nient’altro,

Zaadel morto, il trono, fiamme.

Entrai nella sua stanza. Stava ancora dormendo dopo la sbornia del giorno prima.

Mi avvicinai e lo guardai in faccia per l’ultima volta.

Zac.

Silenzio.

E’ morto…

L’ho ucciso io.

Ricordo che rimasi a guardare il suo petto per una decina di minuti. Nessuna emozione traspariva sul mio viso.

La lama era arrivata dritta al cuore. Fui così veloce che Zaadel non si mosse neanche.

Anche se il taglio non era troppo grande il sangue che si trovava sul letto era decisamente troppo.

Mi avrebbero scoperto in fretta.
Sorrisi al pensiero.

C'era solo una cosa da fare.

Feci come sempre, chiusi gli occhi e mi concentrai sul calore del fuoco.

Quando li riaprii la stanza era già in fiamme.

Appena uscì mi ritrovai davanti una guardia.

“Che cosa hai fatto?”

Sorrisi. “Sono il nuovo Re adesso, sei convinto seriamente che qualcuno possa crederti? Dovevi proteggere la stanza del principe… Hai fallito, e ora ne pagherai le conseguenze."

L’uomo scappò.
Non era così stupido da non capire il suo destino.

Ore 12:30.

Ci fu la mia incoronazione e la guardia fu accusata di omicidio.

Gli venne tolta la testa davanti all’intero popolo.

“Sei stato bravo figlio mio, ora c’è solo una cosa da fare. Devi diventare potente, così potente da uccidere chiunque intralci il tuo cammino.”

Non mi importava.

Mia madre aveva tradito tutti, quanto tempo ci voleva prima che tradisse anche me?
Non potevo fidarmi neanche di lei

“Caro mi stai ascoltando?”

Stavo per rispondere quando una guardia entrò correndo nella stanza.

“Sire mi dispiace disturbarla ma… La nuova regina del regno Suleen ha mandato un'accusa nei vostri confronti.”

“Di che accusa si tratta?”

“Omicidio…”

Oh cara Amber, questo è solo l’inizio.

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