capitolo nove

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Riapro gli occhi e mi ritrovo nella sala delle visite con accanto a me il dottor. Jonson. 《Tris, toglimi una curiosità...》si ferma a pensare mentre digita qualche tasto.《...Tu eri chiamata Six per le tue sei paure?》mi chiede《Chiamata no, ma molte persone sapevano delle mie sei paure... sembra che insieme a Quattro abbia un record.》gli spiego.《Fantastico!》esordisce. Ha il viso estasiato, come se avesse appena fatto una scoperta importantissima.《Però c'è un problema...》divento pallida.《D'ora i poi dovrai abbituarti ad essere chiamata, non più Six, ma One.》non capisco più niente.《V-vuole dire c-che...》mi tremano le parole.《Si, hai superato un solo scenario. Cio significa che hai una sola paura.》.Scollego il cervello non credendo possibile cio che mi sta dicendo. Ho sei paure non una, non è possibile. Esco con troppa irruenza, senza dir nulla. Fuori dalla porta c'è Jamie. Lo prendo per la mano e senza dire una parola lo trascino fuori.《Hei!》《Hei Tris! Che c'è?》mi strattona.《Io non ho una sola paura... è impossibile.》 Dico quasi sussurrando sul punto di piangere.《Di cosa stai parlando?!》. Mi accascio a terra.《Mi hanno fatto un normalissimo controllo poi mi hanno fatto attraversare il mio scenario delle paure.》gli spiego.《E qual è il problema?》mi chiede. 《Ho attraversato... un solo scenario.》dico tutto d'un fiato. Mi abbraccia cercando di consolarmi. 《Non so cosa dire Tris. Sei coraggiosa, la persona più coraggiosa che esista. E non mi sembra una brutta cosa.》.《Tu non capisci, non sono io questa. Io sono diversa.》dico alzandomi in piedi. 《Non pensiamoci. Andiamo》gli faccio segno di alzarsi.

Arriviamo al portone dei pacifici. 《Hai fame?》mi chiede Jamie. 《Non sai quanto.》dico sorridendo.《Allora vieni con me》mi prende per mano.
Attraversiamo il campo di meli e arriviamo in giardino sul retro di un edificio. Non l'avevo mai notato. Il giardino è pieno di rose, geranei e tulipani di mille colori. 《PicNic?》e mentre lo dice prende da terra un cestino. 《Non smetti mai di sorprendermi》dico accennando un sorriso. Ci sediamo a terra, io afferro il cesto e lo apro《Vediamo cosa c'è di buono!》dico tirando fuori due panini, una bottiglia di vino e della frutta. Iniziamo a mangiare e a parlare della visita, del mio scenario della paura e del nostro passato.
Verso sera ci dirigiamo ai dormitori dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. Barcollando a destra e a sinistra arriviamo alla camera.
Mentre cerco di mettermi a sedere sulla sedia difronte allo specchio, perdo l'equilibrio e mi sbilancio... cadendo a terra. Jace entra proprio in quel momento e quando i nostri sguardi si incontrano scoppiamo in una risata, che fa svegliare i nostri vicini di stanza. 《Tris è ora di dormire.》mi dice quasi sussurrando. 《Si, si credo che sia ora.》
Ma io non ho sonno.


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