85 - Tutta la verità di Demet - parte uno

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Can

Entro in casa e mi libero della giacca, lasciandola cadere sul divano.

Sento il bisogno di respirare, come se il tessuto avesse trattenuto l’asfissiante presenza di Gonul.

Apro un bottone della camicia, concedendomi un attimo di tregua.

La mia mente è ancora in subbuglio per l’incontro con il notaio e la tensione che si è accumulata tra me e mia madre.

Il telefono vibra nella tasca dei pantaloni.

Lo tiro fuori e vedo il nome di Birand sullo schermo.

Rispondo, cercando di mascherare la mia irritazione con un tono neutro.

<Ciao Can! Volevo sapere come è andata dal notaio?> mi chiede con la sua solita energia.

<Non male> rispondo, cercando di mantenere la calma.

<Ho scoperto alcune cose sulla successione, ma...>

<Ma?> mi incalza lui.

<C'era anche mia madre,e ti lascio immaginare> ammetto, sentendo la frustrazione riemergere.

<È stata un'ora di tensione pura. Non riesco a capire perché debba essere così presente nella mia vita adesso.> continuo

Birand conosce tutta la storia di Can.

<Capisco. Le dinamiche familiari possono essere pesanti. Ma hai gestito tutto, giusto?>

<Sì, ma è stato difficile. Ogni volta che apre bocca, sembra solo peggiorare le cose. Non riesco a liberarmi da questa rabbia> dico, lasciando uscire un sospiro.

<Ti consiglio di trovare un modo per sfogarti>  risponde Birand.
<Magari una cena potrebbe aiutarti a distrarti.>

Esito un attimo.

Dovrei vedere Demet e non so come andrà a finire tra noi.

La mia mente è confusa e non ho idea del mio umore fino alla sera.

Ma la proposta di Birand suona allettante.

<Va bene>  dico infine, cercando di convincermi che sia la scelta giusta.

<Dove ci vediamo?>

<Ti aspetto al ristorante italiano che ti piace> dice lui con entusiasmo.

Chiudo la chiamata e mi sento leggermente sollevato all’idea di avere un piano per la serata visto quello che mi aspetta con Demet.

Mentre mi muovo verso la cucina per prepararmi un caffè, il telefono torna a vibrare.

È Demet.

Apro la chiamata.

<Che c'è?> dico, assottigliando gli occhi
<Come 'Che c'è' , Can?> mi imita
<Demet non sono in vena. Per favore>
<Sono ad Istanbul. Dove sei? Ti raggiungo>
<A casa. Ti aspetto>

Metto giù la chiamata e sospiro.

............

Voce narrante

Quando Demet arriva davanti alla porta di Can, il cuore le batte forte nel petto.

Ha passato tutto il tempo in aereo a riflettere su quello che è successo , e ora si ritrova davanti a casa sua casa, pronta ad affrontare la verità.

Il portone giù era aperto e quindi è salita senza il bisogno di preannunciarsi.

Suona alla porta ora , con trepidazione, sperando che lui sia in uno stato d'animo più aperto di quanto immagina.

Squadra speciale ~Il dipinto rubato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora