96 - Al mare - Parte due

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Non è la temperatura a farmi esitare, ma la consapevolezza che nuotare con Demet potrebbe creare situazioni intime che non vorrei vivere ora come ora.

La rabbia che provo per tutto quello che è successo con Ferit continua a pesare sul mio cuore.

La osservo mentre si muove nell'acqua.

Sa di essere affascinante e gioca con questa consapevolezza.

Improvvisamente, Demet emette un gemito di dolore, portando una mano alla gamba.

<Aiuto!> grida
<Can! Non riesco a muovermi!> continua

Il mio istinto di protezione scatta immediatamente.

Non ci penso due volte: mi tolgo la giacca e le scarpe in un gesto rapido e impulsivo, lanciando tutto nel vuoto senza nemmeno badarci.

Entrando in acqua, sento il brivido del freddo ma non mi importa; devo aiutarla.

Quando finalmente la prendo tra le braccia, i miei occhi si incrociano con i suoi e realizzo che stava scherzando.

La sua espressione è un misto di divertimento e malizia, e non riesco a trattenere una risata incredula.

<Demet! Sei davvero incredibile!> dico, ancora afferrandola mentre galleggiamo insieme nell’acqua.

La sua risata si mescola al suono delle onde, e per un attimo dimentico tutto il resto.

Mi guarda con uno sguardo furbo, divertita dalla mia reazione.

<Non pensavi davvero che fossi in difficoltà, vero?> chiede con un sorriso malizioso.

<Mi hai fatto prendere un colpo!> rispondo, cercando di mantenere un tono serio mentre sento il cuore battere più forte.

La tensione tra noi è palpabile; ogni attimo in cui ci troviamo così vicini sembra carico di significato

<Forse dovremmo tornare a riva…> suggerisco, cercando di distogliere l'attenzione da questo momento intimo.

<Perché? Non ti piace stare qui con me?> dice lei, provocatoria.

<Non è questo…> rispondo esitante.
<È solo che…>

Ma Demet non mi lascia finire.

Con un movimento agile, si libera dalla mia presa e inizia a nuotare verso la riva, girandosi verso di me con un sorriso giocoso.

<Sei troppo serio, Can! Dobbiamo divertirci un po' di più!>

La guardo mentre si allontana e capisco che forse dovrei lasciarmi andare per allontanarmi dalla rabbia e dalle preoccupazioni che mi assillano.

Ma la strada da percorrere è ancora lunga, e io non so se sono pronto a fare quel passo.

La rabbia per Ferit continua a tormentarmi.

Quando raggiungo la riva, la trovo seduta sulla sabbia.

Ride per il mio abito sgualcito e bagnato.

Sciolgo i capelli e li strizzo.

<Non ti fa piacere passare del tempo con me?> mi provoca

<Non è che non mi faccia piacere…> rispondo, cercando di mantenere un tono neutro.
<È solo che ci sono cose più importanti di cui pensare.>

<Come Ferit?> dice lei, alzando un sopracciglio.

<Non voglio parlarne…> mormoro, sentendo un nodo alla gola.

Squadra speciale ~Il dipinto rubato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora