34 - Direzioni

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Demet

Istanbul

<Quindi, ricapitolando... Un nuovo dipinto è stato rubato, ma stavolta hanno manomesso i contatori. Nessuno ha visto niente, l'agente Yaman ha subito un'aggressione all'esterno della struttura e il nostro cleptomane è scappato abilmente ancora una volta> dice il nostro capo, guardandoci a rotazione

Io e Can siamo seduti dall'altra parte della scrivania.

Abbiamo definito "cleptomane" il nostro rapinatore.

<Esatto> afferma Can
<Va bene... Abbiamo capito il suo meccanismo, per cui, studieremo una nuova strategia per assicurarci una dose alta di "successo" per la prossima occasione. >
<Mi dispiace per l'insuccesso di questa missione. Ma lo acchiapperemo! Questo è sicuro> risponde Can, alzandosi

Il capo gli sorridere appena.

Io resto ancora seduta.

<Capo, vorrei parlarle privatamente> gli dico e Can si insospettisce
<Va bene> risponde il capo

Can ha capito che deve abbandonare l'ufficio e lo fa dopo aver salutato il nostro superiore e lanciati un'occhiata particolare alla sottoscritta.

<Allora? Di cosa vuole parlarmi?> mi chiede

Mi gratto la tempia.

<Ecco... Ho degli indizi in realtà, ma l'agente Yaman crede poco a queste mie supposizioni>
<Davvero? E perché parlarne privatamente se in questa missione siete coinvolti entrambi?>
<Come appunto le ho detto, Yaman non ritiene i miei indizi validi e soprattutto, inerenti al caso. Ma il mio fiuto non mi ha mai tradito fino ad ora e ancora una volta, mi suggerisce di approfondire questa mia intuizione. Sembrerà assurdo ma->
<Demir, quali sono i suoi indizi?> mi interrompe, arrivando dritto al punto

Racconto tutto su Ferit.

<Mi sembrano indizi deboli> mi risponde, congiungendo le mani e girare sulla sedia girevole lentamente da destra a sinistra
<Lo so che solitamente è l'esca che va dall'amo... Ma per uno strano scherzo del destino, è avvenuto il contrario. E non è così improbabile, visto che il sospettato non conosce la mia vera identità. Le chiedo di darmi fiducia e permettermi di avvicinarmi a questo Ferit per altre informazioni. >
<Il punto è questo... Se non è lui il nostro "cleptomane" , abbiamo solo perso tempo e nel frattempo abbiamo regalato vantaggio a quello vero. Ci serve una nuova pista e con informazioni robuste. Puoi andare!> mi sorride appena e sento il nervosismo salire

"Se solo Can si sarebbe mostrato dalla mia parte!" penso rabbiosa

Lascio l'ufficio e mi metto alla ricerca di Can.

<Burcu, hai visto per caso visto Yaman?> chiedo alla mia collega, seduta davanti alla sua scrivania
<Ehi, Demet> mi sorride, portando lo sguardo su di me
<L'ho visto uscire> aggiunge
<Perfetto! Grazie> le sorrido ed esco anch'io, notando Can avviarsi con la macchina

<Can!> provo a chiamarlo

Niente!

È andato via.

Prendo il telefono e lo chiamo.

Sinceramente non pensavo avrebbe risposto.

<Can... dove stai andando?>
<Ho una cosa importante da fare. È successo qualcosa?>
<No! Niente> dico, mentendo
<Allora perché hai chiamato?>
<Ok , senti! Non mi arrenderò su Ferit! Sappilo>
<Che intendi? Che idea ti sei messa in testa, Demet?>
<Quella di farti pentire per non avermi dato fiducia>
<Ancora con questo? Quel Ferit non c'entra niente con il cleptomane!>
<Ma come fai a dirlo con certezza? È questo che mi fa arrabbiare!>
<Demet rilassati! Non perdiamo altro tempo. Presto avremo una nuova pista e ne riparleremo>
<Mi dispiace, ma non cambio idea! Divertiti! Ovunque tu stia andando> dico nervosamente

Riaggancio senza dargli modo di replicare.

Can

Demet è di una testardaggine unica.

Persiste nelle decisioni prese, giuste o sbagliate che siano, senza tener conto dei consigli e dei pareri altrui.

Sono sicuro che si caccerà in qualche pasticcio ed è per questo che devo assicurarmi personalmente che nulla le accada.

"Divertiti ovunque tu stia andando". sento le sue ultime parole e la morsa allo stomaco crescere

Beh, sono diretto al centro dov'è ricoverata la mia dolce nonnina.

Dopo quella chiamata, ho capito che fra non molto perderò l'unica persona della mia vita e questa enorme sofferenza, purtroppo la condivido solo con me stesso.

A Pelin non è mai importata la presenza di mia nonna nella mia vita.

"Vale la pena parlarci con lei? Dimenticherà tutto l'attimo dopo" sono queste le sue parole nell'ultimo periodo.

L'ha conosciuta, qualche volta è venuta con me a trovarla, ma non l'è mai entrata nel cuore.

Ho provato a farle capire che a mia nonna devo tutto, ma non c'era alcun modo per farle affezionare a lei, perché si soffermava sempre e solo sulle sua malattia.

*****

Ho appena parcheggiato la macchina.

La testa è piena di pensieri, compreso quello per Demet, ma faccio sempre in modo che non disturbino questi piccoli momenti con mia nonna ed è per questo che dopo aver raccolto una margherita nel campo della struttura, cammino con sorriso verso l'ingresso, comunicando il mio arrivo ad una delle assistenti.

Mi accompagna da lei, trovandola seduta davanti alla finestra con sguardo puntato sul panorama di fronte.

Resto sulla soglia della porta ad osservarla per qualche secondo, dopodiché busso, prendendomi la sua attenzione.

<Ciao nonna> le dico, avanzando lentamente

"Fa che mi riconosca" penso con amarezza nel frattempo

<Can> mi risponde , con stupore

Le sorrido.

Leggo tutta la sua gioia nei suoi bellissimi occhi azzurri

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Leggo tutta la sua gioia nei suoi bellissimi occhi azzurri.

Spazio autrice

Ok... Avete letto fino qui.

Non vedo l'ora di farvi leggere la continuazione.

Grazie a tutti ❤️

Squadra speciale ~Il dipinto rubato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora