Capitolo undici - Daniel

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"Perché credevo fossi lo stesso Daniel che conoscevo"

Quelle parole mi rimbombarono in testa come una melodia incessante. Eravamo ancora faccia a faccia eppure se fosse stata più brava Sophia avrebbe potuto vedere o sentire il rumore che fa un cuore quando si spezza.

Il fatto che Sophia non mi riconoscesse più mi aveva aperto gli occhi e mi aveva fatto capire quanto ormai fosse lontana dalla mia realtà. Lei non sapeva chi fossi diventato, non sapeva niente della mia famiglia, del motivo per cui correvo, del fatto che avessi lasciato la musica. Eravamo bambini ai tempi e ci eravamo lasciati andare e ora avevamo l'uno difronte all'altro due sconosciuti.

Allora perché mi sentivo così legata a lei? Perché da quando era ricomparsa nella mia vita non volevo far altro che proteggerla?

La mia testa combatteva nel volerle stare accanto perché in fin dei conti era sempre stata il mio porto sicuro.

Alzai lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono di nuovo. Un verde bellissimo che avevo sempre e solo visto nelle sue iridi. Era quello che mi attirava ogni volta a lei, sembrava come se le sue iridi verdi appartenessero all'azzurro dei miei occhi.

Si mescolavano perfettamente.

Deglutii.

Quei pensieri non potevo averli. Lei era Sophia, era sempre stata la persona più vicina al mio cuore e non potevo farmi tradire in questo modo.

Quando le sputai le sue stesse parole in realtà non ci credevo. Volevo soltanto crearmi uno scudo per evitare che lei stessa mi colpisse.

Non era cambiata per niente.

Era diventata più bella, più sicura di se, ma riuscivo ancora a riconoscere la stessa bambina a cui avevo promesso l'eternità sotto quell'albero.
Non ci avrei mai rinunciato.

Quando il nome di Luke ci interruppe, mi irrigidii, avevo passato così tanto tempo nei miei pensieri che non mi ero curato di come Sophia mi stesse guardando.

«Emily, non è il momento, digli che non mi trovi»
Sophia voleva rimanere ancora un po' in quella stanza con me, ma non potevo permetterlo. Questo suo legame con Luke mi colpiva nel profondo ma sapevo fosse la cosa migliore.

«No vai.»
le dissi alzandomi, per poi darle le spalle e avvicinarmi alla finestra della mia camera.

Non volevo assistere alla scena di Sophia che cadeva tra le braccia di Luke.

Non volevo ferirmi in quel modo.

Ma sentii la sua mano poggiarsi sulla mia spalla, la presa era ben salda, segno che probabilmente provava anche a sostenersi sul mio corpo.
Non si reggeva molto bene in piedi.

«Daniel. voglio rimanere qui. Con te.»

Qualcosa in me scattò con quelle parole, perché così tanta insistenza? Cosa voleva dirmi? Non volevo ascoltare il passato, non volevo ferirla ancora, non potevo restare ancora un minuto in più con lei.

«Sophia vattene. Cosa non capisci?» sbottai voltandomi verso di lei e spintonandola verso la porta. Ma avevo esagerato. Sophia barcollò leggermente anche se per fortuna finì soltanto contro il letto.

«Vaffanculo Daniel. Ma che cazzo di problema hai con me?» ma forse per quella domanda non voleva veramente una risposta perché iniziò a correre verso l'uscita della stanza. Quella camera che fino a quel momento aveva perso tutto il suo ossigeno, all'uscita di Sophia mi sembrò di respirare di nuovo.

Ma quelle che avevo visto sul suo volto erano lacrime e le avevo provocate io. Sapevo che sicuramente la sua reazione era amplificata dall'alcool che aveva bevuto, ma lasciarla così, non era da me.

Uscii dalla mia stanza e cercai di raggiungerla.

«Sophia aspetta» ma ormai mi sembrava troppo lontana. La vidi scendere le scale e scansarsi tra la gente. Provai a farlo anch'io, ma solo quando credetti di avercela fatta qualcuno mi sferrò un pugno sul naso.

«Ma che cazzo» portai la mano sul viso imprecando dal dolore. Alzai lo sguardo ed era Luke. Ma cosa diamine stava succedendo?

«Luke!» sentii la voce di Sophia e la situazione sembrò ribaltarsi. Ma io non ero come lui, io non mi sarei fermato.

«Cosa le hai fatto? Perché rovini ogni cosa che tocchi?» Luke era arrabbiato, ma era anche stupido.

Chi si credeva di essere? Pensava davvero di conoscermi? Di conoscerci?

«Cosa c'è Luke, ti sei innamorato di una ragazza che conosci da nemmeno una settimana? E che fai ora picchi la gente?» volevo difendermi e così lo feci.

Sferrai un colpo anch'io dritto sulla sua mascella.

Luke era un po' più robusto di me, ma io ero più veloce a scansare i colpi. Ero più scaltro.

Poi alla fine a furia di picchiarci avevo imparato come si muovesse.

«Lurido. Questo è per avermi rotto il naso.» cercò di spintonarmi contro il muro ma io lo schivai. Sophia dal ripetere i nostri nomi ad un certo punto svanì.

A me non importava se ci fosse o no, ma a Luke sembrava di sì.

«Sei un idiota Luke lo sai?» gli dissi facendogli notare come Sophia si fosse allontanata dalla folla attorno a noi.

Era un idiota, lui e le sue manie di protagonismo.

Ned mi venne in soccorso solo quando Luke si allontanò per seguire Sophia. Non poteva aiutarmi prima?

«amico ma perché vieni sempre picchiato?»

«Perché sono bellissimo e sono invidiosi.» scherzai anche se non c'era niente da ridere. Adesso avevo un semi occhio nero e per di più avevo peggiorato la situazione. Sbuffai. Avrei dovuto rincorrere Sophia, parlarle, cercare di sistemare le cose e invece ora mi ritrovavo col sangue che mi colava dal naso e con una festa da interrompere.

Odiavo le feste.

Odiavo Luke. La situazione che si era creata.
Odiavo quella serata, ma purtroppo non avrei mai e poi mai odiato lei.

ANGOLO AUTRICE
Allooora, mi stavo chiedendo, quale pov preferite di più? Daniel o Sophia?
Ma soprattutto, avete provato ad immaginare la figura di Daniel? A chi l'assocereste? Se vi va scrivetemelo nei commenti!
Un bacio,
pennadeidesideri.

HEARTS - Quel filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora