Capitolo quindici - Ei! voi!

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Eravate ragazzini, a tredici anni probabilmente non sapevi nemmeno cosa fosse un bacio e ora beh, sfiderei chiunque a non trovare attraente Daniel Miller.

Quelle parole mi rimbombarono in testa per tutto il viaggio di ritorno. Era strano per me pensare a Daniel come un ragazzo "attraente", eppure, lo avevo fatto milioni di volte senza nemmeno accorgermene.

Lo avevo fatto anche a tredici anni quando credevo che Daniel mi avrebbe baciata. C'era qualcosa che mi frenava ogni volta, forse un'armatura che mi impediva di fare quel salto nel vuoto.

Avrei voluto dire di conoscere Daniel fino in fondo ma non potevo farlo. Sulla ruota avevo visto qualcosa nei suoi occhi, la stessa scintilla di anni fa.

Ma non riuscivo a comprendermi. Cosa davvero trovavo attraente in lui? Il Daniel che conoscevo o quello che era diventato?

La verità era che non sapevo più niente, ero confusa.

Daniel era sempre stato tutto quello per cui vivevo, ora invece era tutto quello da cui dovevo stare alla larga.

«Sei stata silenziosa.» Daniel riuscì a riportarmi sulla terra, questo voleva dire davanti al portico dei dormitori.

«Se è per la storia del vomito, può capitare. Certo vomitarmi sulle Jordan non lo aveva mai fatto nessuno, ma per te posso fare un eccezione.»aggiunse subito dopo cercando in qualche modo di tirarmi su il morale. In realtà, non riuscivo ad ascoltarlo, la mia testa era ancora ferma a quella frase, a quella di Ruby, e probabilmente non me ne sarei andata da lì senza averglielo chiesto.

«Cosa c'è tra te e Ruby?» le parole mi sembrarono scivolare dalla bocca, tanto che mi ammutolii subito dopo. Non avevo alcun diritto di chiederlo, ma dovevo saperlo, dovevo conoscerlo.

Daniel sembrò sbuffare, come se si aspettasse già una simile domanda, infatti, mi disse «Sapevo che me lo avresti chiesto.»

«Allora?» alzai lo sguardo dritto verso di lui.

«Perché vuoi saperlo?» mi mise in difficoltà, fece un passo verso di me e provò a sostenere il mio sguardo. Sembrava la stessa situazione di quella che si era creata alla sua festa.

Occhi contro occhi, petto contro petto.

«Perché non vuoi dirmelo?» contraccambiai quasi a volerlo sfidare. Perché era così misterioso? Perché non voleva aprirsi con me?

«Dio Sophia, non mi ricordavo fossi così...» si passò le mani tra i suoi ricci corvino, io deglutii.

«Così come?»

«Fastidiosa. Ecco.»

«Bene. Buonanotte Daniel.» alle sue parole un nodo al petto mi costrinse a voltarmi. Non meritava alcuna risposta. Forse era meglio lasciar perdere, lui e tutto il resto.

«No aspetta dai. Ok te lo dirò.»  la sua mano cinse il mio polso e in un solo istante riuscì a farmi cambiare direzione e farmi voltare verso di lui. Sbarrai gli occhi perché lì su due piedi mi avrebbe detto la verità ma io avevo paura della mia stessa reazione.

«Non c'è niente tra noi, Ruby è un po' fatta così, ci provoca, vuole attirare sempre la nostra attenzione. Ogni tanto beh...»

«Andate a letto insieme.» continuai la frase che lui non aveva il coraggio di dire. Perché poi? Aveva paura di ferirmi? Non riuscivo a capirlo. Niente dei suoi gesti, di quello che aveva fatto in quelle settimane era comprensibile.

«Sì beh...tanto tu e Luke fate lo stesso no?» quella frase mi irritò più di qualsiasi altra cosa. Lui non sapeva niente di me, non mi aveva mai chiamato, non si era mai fatto sentire, non sapeva nulla di come fossi fatta e di come mi legassi ai ragazzi.

HEARTS - Quel filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora