Capitolo quattordici - zucchero filato

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Quando scendemmo dalla giostra c'era imbarazzo tra noi. Daniel non riusciva a guardarmi e la stessa cosa facevo anch'io. Era stato un momento così intenso che l'avevo sentito in ogni parte del mio corpo. Come se veramente ci fossimo aspettati così a lungo, come se fossimo ancora in quello sgabuzzino a chiederci i nostri colori preferiti.

Capii soltanto in quel momento perché a Daniel piacesse il verde e a me l'azzurro. E no, non era il colore del prato o del cielo. Quella sera avevo detto che il mio colore preferito fosse l'azzurro perché l'istante prima avevo osservato come fossero i suoi occhi e la stessa cosa aveva fatto anche lui.

A Daniel piaceva il verde perché era il colore dei miei occhi. Io me ne ero accorta soltanto lì su quella giostra.

Ma erano passati troppi anni, di mezzo c'era troppo dolore e nessuno dei due sarebbe mai riuscito a compensarlo.

Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe perché mi sembravano molto più interessanti in quel momento. Non sarei riuscita a sostenere ancora una volta quello sguardo, un'altro secondo e mi avrebbe spogliata di tutte quelle corazze che mi ero costruita nel tempo. E si, Daniel sarebbe stato capace di fare anche questo, lo aveva sempre fatto.

Rimanemmo in silenzio, ma non era un silenzio strano, era la nostra bolla, perché in quegli attimo non ci trovavamo più al Luna Park, attorno a noi non c'era più nessun altro. C'eravamo soltanto noi due.

«Daniel!» ad un certo punto qualcuno riuscì a far scoppiare quella bolla, entrambi alzammo lo sguardo e ci voltammo.

Era Ruby.

Non potevo crederci, che diamine ci faceva lì?

Avvolse le braccia attorno al collo di Daniel e lo salutò in un modo che forse mi sembrò troppo appiccicoso. Avevano davvero tale confidenza?

Daniel però mi sembrava a disagio e quello mi fece sorridere, probabilmente non se lo aspettava neanche lui.

«Ruby, anche meno» l'allontanò da se e fece un passo indietro. Non sapevo cosa fare. Ero lì ferma e Ruby non si era accorta neanche di me, o meglio, mi aveva vista ma aveva scelto liberamente di ignorarmi.

«Oh tu dovresti essere Sophie allora» poco dopo spostò l'attenzione su di me.

Mi morsi il labbro inferiore e poi decisi di andare oltre la gelosia che mi stava divorando. Stesi la mano verso di lei e aspettai che me la ricambiasse.

«Sophia.» puntualizzai, ma lei  non mi stava ascoltando più.

«Daniel, Rori è tornato e ti sta cercando. Ha detto che sia te che Luke gli dovete una gara. È vero che parteciperete?»

«Rori chi?» cercai di intromettermi, ma mi bloccò la tensione di Daniel. Lo vidi stringere il pugno talmente forte da rendere le nocche bianche.

«Rori Gilmort. Perché è tornato? Cosa vuole? Io e Luke lo abbiamo già battuto. E poi Ruby dio santo ma te li fai proprio tutti?»

Ad un certo punto sentii qualcuno sputare il frullato per terra. Mi voltai ed era Ned che alla battuta di Daniel non si era trattenuto. Ero confusa, non sapevo di cosa stessero parlando ma capii che fosse qualcosa di grosso.

Talmente grosso che persino Luke era coinvolto.

Avrei dovuto assolutamente parlare con lui.

«Daniel, non credo ti sia dispiaciuto l'altro giorno però. Io vado, ci vediamo questo fine settimana alla distilleria. Preparatevi!» Ruby dopo aver sganciato quella che mi sembrò la bomba più grossa del secolo diede un bacio volante e scappò via.

Io rimasi immobile.

Il mio cervello ripeteva in loop quelle parole "non credo che ti sia dispiaciuto l'altro giorno".

Daniel era stato con Ruby? Avevano una storia o si trattava semplicemente di sesso? Ma soprattutto perché me ne importava così tanto?

Pensare a Daniel e Ruby nello stesso letto mi fece salire un senso di nausea. Sperai che tutto lo zucchero filato non mi risalisse dallo stomaco perché non sarebbe stato un bello spettacolo.

Divenni bianca, molto bianca a tal punto da guardare Felice e poi subito dopo, senza pensarci due volte, vomitai interamente tutto quello che avevo nello stomaco sulle scarpe di Daniel.

Mi avrebbe ammazzato, ma soprattutto io mi sarei sotterrata da sola dopo quella scenata.

«Sophia.» non sapevo se quel nome fu pronunciato con disprezzo o preoccupazione, non riuscii a guardarlo negli occhi perché l'imbarazzo provato fu troppo da sopportare.

Tutti quei pensieri che avevo elaborato sulla ruota panoramica li avevo vomitati dopo le parole di Ruby.

Che schifo. Pensai. E lo avrei pensato per molto tempo ancora.

Rimasi senza dire una parola per un bel po' e anche gli altri lo fecero. Tranne Felice che provò ad aiutarmi.

«Dai cerchiamo un bagno, forse hai bisogno di una rinfrescata.» Felice avvolse un braccio attorno alla mia vita e mi aiutò a tirarmi su. Poi si voltò verso Daniel.

«Forse dovresti darti una ripulita. Ci vediamo alle moto fra una mezz'oretta.»

Perché avevo il presentimento che quella serata non sarebbe finita così presto?

Quando arrivammo in bagno Felice mi aiutò a sciacquarmi il volto, il mio trucco cominciò a colare lunghi i bordi del mio viso ma non me ne importava molto. Volevo tornare a casa e sprofondare nell'imbarazzo lì da sola.

«Anche a me avrebbe rivoltato lo stomaco.» mi disse cercando di tranquillizzarmi, ma sapevo che la mia reazione era stata del tutto insensata.

«Forse è stata semplicemente la ruota panoramica. Ho mangiato lo zucchero filato velocemente.» cercai di convincerla, ma più che altro cercai di convincere me stessa.

«Si certo, la ruota. Vi abbiamo visto.» Felice spostò lo sguardo su di me e attese che io le dicessi tutto, ma la verità è che non avevo niente da dire.

«Non è successo niente Felice, aveva paura dell' altezza e l'ho tranquillizzato... ma Ruby...»

«Ruby ha rovinato tutto vero? Secondo me se lo è soltanto inventato. Tra loro non credo ci sia qualcosa.»

«Si Felice ma a me non dovrebbe interessare è questo il punto. Noi siamo amici, o meglio lo eravamo.» mi asciugai le mani e con il fazzoletto cercai di asciugarmi anche il volto e renderlo più presentabile. Aprii la mia borsa e mi sistemai quel poco di trucco che mi era rimasto con la cipria.

«Sophia ma dai. Tra di voi c'è chimica. La sprizzate da tutti i pori. Eravate ragazzini, a tredici anni probabilmente non sapevi nemmeno cosa fosse un bacio e ora beh, sfiderei chiunque a non trovare attraente Daniel Miller.»

«Ho baciato Luke. E poi così mi confondi. Io e Daniel a malapena ci parliamo ultimamente.»

«E quindi? Svegliati Sophia»

Ma cosa voleva dirmi? Felice non l'avevo mai vista così decisa, così insistente. Non poteva stare con Ned e pretendere di sapere tutto. Su di me. Su Daniel. Su quello che provavo.

Non lo sapevo neanche io. Il senso di gelosia che avevo provato poco prima non doveva significare nulla. Quella storia doveva chiudersi per sempre.

«Felice. Io e Daniel siamo soltanto amici d'infanzia. Niente di più e niente di meno. Apparteniamo a due mondi totalmente diversi. Non dovevo svegliarmi, non ne ho bisogno.»

Uscii dal bagno, lei mi seguii ma non disse più nulla.

Non volevo litigare con lei per quelle stronzate, specialmente non volevo rovinarle l'umore o l'appuntamento con Ned.

HEARTS - Quel filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora