15 luglio 2010
Caro Diario,
In questi giorni ho pensato molto al ragazzo con gli occhi verdi (di cui non voglio scrivere il nome, perché so che mio fratello sbircia in questa agenda. Quindi Alessandro se stai leggendo, chiudila subito!)
Non so se provo qualcosa per lui o se vorrei soltanto ammazzarlo di botte. Non sono aggressiva, è che lui istiga il mio lato brutale.
Ieri per esempio prima della lezione di tennis stavo provando a tenermi in equilibrio sulle palline (e mamma mi ha sgridato perché diceva che potevo rompermi l'osso del collo. Mamma urla sempre...) e lui mi ha incalzato dicendo:
"Cosa fai? tenti di compensare il fatto che sei bassa mettendoti su quelle palline? Non ci stai molto riuscendo!"
Io non mi sono mossa. Gli ho lanciato un occhiata furente e ho detto:
"E tu che fai? Ti metti una maglietta con il disegno di una banana gigante per compensare il fatto che non ne hai una nelle mutande? Non ci stai molto riuscendo!"
Allora lui mi ha spinto mente ero in equilibrio e mi ha fatto cadere. Gli ho iniziato a lanciare delle palline da tennis, e lui ha fatto altrettanto. Solo che mentre correvamo e ci colpivamo non ero arrabbiata. Anzi, mi stavo divertendo. E anche per lui sembrava lo stesso, perché sorrideva.
Questo pomeriggio avevo organizzato un torneo di biglie con i ragazzi. Io avevo preso la mia biglia preferita, una tutta rossa. Poi abbiamo messo mio fratello per terra con le gambe all'aria e lo abbiamo trascinato sulla sabbia per formare una pista. Era molto difficile. Avevamo creato dei mini castelli di sabbia con i bicchieri e per passare non dovevi toccarli con la biglia; poi avevamo creato un grande fossato che andava superato con un salto. Se ci cadevi dentro eri fermo un turno. Poi alla fine avevamo posizionato delle pietre a zig zag che impedivano il passaggio e si era costretti a fare lo slalom. Quando fu tutto pronto, posizionammo le palline. Proprio mentre stavo per cominciare, mamma mi ha urlato di venire sotto l'ombrellone perché c'era un mio amico del tennis che voleva salutami. Un'idea mi era balenata in testa. Avevo tanti amici al corso di tennis. Poteva essere davvero chiunque, ma nonostante tutto io ero convinta che fosse lui. Volevo che fosse lui. Ho fatto un balzo e sono corsa sotto l'ombrellone. Per correre purtroppo ho rovinato con una piedata parte della pista, ma niente di grave. Abbiamo rimediato subito. Ho guardato mia madre e mio padre. Stavano parlando con due figure: una era alta con i capelli neri e un sigaro in bocca. Sembrava conoscere molto bene i miei genitori, infatti scherzava con loro e faceva battute sui vecchi tempi. Insieme a lui c'era un ragazzo dal volto familiare. Era proprio lui! Il ragazzo dagli occhi verdi! Era con suo zio, e davanti agli adulti non sembrava tanto spavaldo come lo era con me. Anzi sembrava molto timido. A quanto ho capito lo zio conosce i miei genitori perché giocavano insieme da bambini. E sembrava conoscere anche me, perché subito mi ha detto:
"Ciao Veronica! Come sei cresciuta. Assomigli tanto alla tua mamma". Me lo dicono tutti che assomiglio alla mamma. Ho guardato il ragazzo dagli occhi verdi e gli ho fatto cenno con la testa di seguirmi. L'ho invitato a giocare con noi e abbiamo iniziato una sfida: chi vinceva la gara di biglie avrebbe vinto un premio a sua scelta. Purtroppo a vinto lui. Di pochissimo però! Sono rimasta bloccata nella buca per due turni senza riuscire a superarla. Anche a lui è successo lo stesso ma è riuscito comunque a vincere. Che rabbia! Alla fine gli ho chiesto cosa volesse. E lui mi ha chiesto un bacio. Riccardo (detto Riki) il mio migliore amico, si è subito opposto alla cosa. Riki ha i capelli castano scuro e gli occhi nerissimi. Solitamente ha una carnagione più chiara di noi altri del gruppo ma questa volta era paonazzo in viso e aveva i pugni stretti. Guardava il ragazzo con gli occhi verdi dritto negli occhi e si era frapposto tra me e lui. Non so per quale motivo. Non gli avevo chiesto di farlo. Riki e il ragazzo dagli occhi verdi si sono messi a discutere
"Lei non bacerà proprio nessuno!" Gli ha detto Riki mettendogli un dito sul petto.
"E tu chi sei? Il suo fidanzatino forse?"
"Sono il suo migliore amico e se lei non vuole non bacerà nessuno."
"Questo lo deve decidere lei!"
"Figurati se bacia un pagliaccio come te!"
"Tu invece preferiresti che baciasse un idiota come te non è così?!"
Riki sembrava interdetto. Non si aspettava una risposta del genere. L'ha spinto per terra e hanno iniziato una zuffa e alla fine non ho dato alcun bacio.
In fin dei conti non so se glielo avrei dato.
I maschi non li capisco proprio.
Ti farò sapere.
Baci.
Veronica.
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Maktub- It is written
RomanceUna storia d'amore. Un tuffo tra i ricordi del passato e l'impatto forte e contrastante con il presente. Veronica insegue il suo primo amore dopo cinque anni. Un evento catastrofico aveva portato alla separazione dei due amanti. Riusciranno ora a to...