Capitolo 18

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10 agosto 2015
Le cose andavano davvero bene. Loro due non erano mai stati così uniti. Stava andando tutto per il meglio. Lui era dolce e romantico e lei non era mai stata così felice. Ma la felicità per Daniele e Veronica era ancora lontana. I giorni volarono fino al 10 agosto. Fu proprio quel giorno che qualcosa cambiò. La notte di San Lorenzo, Daniele aveva organizzato qualcosa di speciale per festeggiare quella notte magica. "Ti porto in spiaggia." Le aveva detto lui. "Voglio farti una sorpresa." Lei ne fu molto contenta, ma poi subito le balenò qualcosa nella mente. Spiaggia, sorpresa, notte di San Lorenzo. Aveva diciassette anni. Non era insensato come pensiero. Le cose tra loro stavano andando bene... Ma...
Le si gelò il sangue nelle vene. Aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Riki si rifiutava ancora di parlarle, ma anche se fosse stato il contrario, lui non era proprio la persona con cui parlare di quella cosa. Andò spedita verso la strada vecchia. Sapeva che lui era lì. Citofonò. Rispose la solita voce assonnata. "Chi è?" Disse sbadigliando.
"Checco sono io! Devo parlarti!"
"Quarto piano." Rispose lui.
Salì con l'ascensore. Puzzava di fumo. Aveva delle porte di ferro come l'intero e vicino ai pulsanti aveva un grosso specchio. Arrivata al quarto piano lui era giá fuori dalla porta ad aspettarla mentre si stropicciava un occhio. "Che ti succede?"
"Ora ti spiego"
Checco era uno dei suoi più cari amici. Aveva la sua età. Erano arrivati a quel livello di amicizia in cui si dicevano veramente tutto. Le spiegò di Daniele. Di cosa era successo in quei giorni e poi arrivò finalmente al tasto dolente.
"Come consigli mi dai per fare sesso?"
Lui proruppe in una risata fragorosa. Poi si bloccò notando il suo imbarazzo. "Ma sei seria?" Lei rispose abbassando gli occhi e annuendo. "Oh cazzo. Cioè... Davvero non sai niente sul sesso."
"No no no. Non fraintendere so come si fa... È che sono vergine e non so proprio che cosa fare!"
"Beh... Vediamo... Da dove cominciare... Prima di tutto. Sai cosa sono i preliminari?"
"Si, certo."
"Beh allora inizia con una sega o un pompino. Il resto lo sa lui." Checco era sempre stato uno molto pratico. Non si faceva mai troppi problemi al contrario di lei che qualsiasi cosa era un affare di stato. "Non l'ho mai fatto..."
"Forse dovresti vederti un porno!" Disse lui come sei avesse detto l'idea più geniale del mondo.
"No! Che schifo!"
"Mamma mia che santarellina che sei Veronica. Svegliati! Hai diciassette anni! Già mi stupisce il fatto che tu non l'abbia già fatto!"
"Ma che cosa è per voi? Una gara a chi la dà prima? Io voglio farlo quando sarò pronta e con la persona che amo."
"E tu lo ami?"
"Ecco... Non lo so. È un po' presto per dirlo. Ma sicuramente è un sentimento forte."
"Secondo me è inutile che tu parli con me. La persona migliore con cui parlarne è proprio lui. Non dico che tu debba chiedergli come si fa sesso. Ma devi essere sincera e dirgli che sei vergine e che non ti senti ancora sicura. Il momento arriverà."
"Va bene..." Non era molto convinta, ma cerco di farsi bastare quei pochi consigli striminziti dell'amico.
"Scusa... Ma tu hai mai fatto sesso?" Chiese lei alla fine. "No. Ma conosco la psicologia maschile." Disse con aria di sufficienza. "I maschi pensano a poche cose: figa, tette, culo, calcio, moto e figa!"
"Hai detto due volte figa!"
"Quella non è mai troppa."
Risero. Checco era sempre il solito.
Andò via senza sapere comunque cosa fare. Quella sera era un po' agitata.
"Spero che questa sera la ricorderai per sempre." Le aveva sussurrato all'orecchio lui quando era arrivata. Lei si era innervosita ancora di più. Lui aveva una grande borsa nera che portava in spalla. Andarono verso la spiaggia. "Non dovremmo prima cenare?" Chiese lei. Lui non disse nulla. Continuò a dirigersi spedito verso la riva dove c'era una piccola barchetta a remi. Ci salì sopra e le diede la mano per aiutarla a salire.
"Andiamo!?"
Lei sorrise e vi saltò sopra. Lui la porto in una grotta vicino alla torre Normanna dove si era formata una spiaggetta. Lì era già preparata una specie di tovaglia con delle candele sopra. Sbarcarono e lui incominciò a cacciare fuori dalla borsa nera diverse pietanze conservate in vassoi di alluminio. "Madame. Permette che l'accompagni al suo tavolo." Disse porgendogli la mano. La fece sedere alla destra della tovaglia e lui le si mise affianco. "Come prima portata abbiamo: lasagne! Un uccellino mi ha detto che sono il suo piatto preferito."
"Ma quello è il tuo piatto preferito!" Disse lei ridendo. "In effetti è vero. Per questo ho portato una pizza margherita!"
"Quella è la mia preferita! Disse lei continuando a ridere."
"Come bevanda posso servirle una coca cola di stagione?"
"Molto volentieri." Disse lei porgendogli il bicchiere. Si era completamente dimenticata del sesso. Era rilassata e si sentiva bene. Mangiarono a lume di candela. Si divertirono molto facendosi scherzi a vicenda e rincorrendosi sulla spiaggia. Finita la cena lui aprì di nuovo la borsa. Prese due asciugamani. La tensione piombò di nuovo su di lei come un masso che cade in acqua. "Ecco lo sapevo. È il momento. Vuole farlo. Mi ha preparato tutta una cenetta romantica per portarmi a letto." Pensò lei agitatissima. Lui si slacciò il pantalone e lentamente se lo abbassò. Lei emise un gridolino e si coprì gli occhi.
"Ma che ti prende?" disse lui perplesso.
"Io non..." Tolse le mani dal viso e vide che era in costume.
"Non vuoi farti il bagno?" Chiese.
"Aah. Il bagno. Si certo che mi va di farlo..." Poi non si trattenne e scoppiò a ridere. "Mi dici che hai?" Disse lui senza capire. "Ecco... Credevo che tu... Volessi già..." Non riusciva a concludere la frase.
"Fare sesso? Conoscendoti probabilmente sei vergine. Quando vorrai farlo tu a me andrà bene." Disse con noncuranza continuando a cacciare roba dalla borsa. "Come fai a dire che sono vergine?!" Disse lei un po' indispettita.
"Ti prego! Sei la stessa ragazza che a dodici anni si vergognava a dare il primo bacio! Sei la tipica santarellina." La cosa la offese proprio perché era vera. Lui la prese in braccio. "E non fare sempre l'offesa!" disse ridendo
"Dani! Lasciami! Dai lasciami ti prego!" Lui la buttò a mare vestita.
Lei uscì fuori dall'acqua tutta bagnata con i capelli che le cadevano davanti al viso. "Oh no! La bambina di the Ring!" La prese in giro lui.
"Vieni qui tu!" Presero a rincorrersi e a schizzarsi.
"Dai vieni qui..." Disse lei con voce sensuale.
Lui le si avvicinò. La prese in braccio e la baciò. Era un bacio salato. Lui le morse il labbro poi la guardò e disse "mancava giusto il dessert per chiudere la serata." Lei rise e lo baciò ancora. La luce della luna illuminava i loro corpi. Tutto il resto era ombra e oscurità. Il mare cingeva le anche di entrambi, calmo e silenzioso, come una coperta. Si asciugarono e si misero stesi sulla sabbia a guardare le stelle. Lui le pose il braccio attorno alle spalle e la strinse al petto.
"Non stavo così bene da tanto tempo." Disse lui continuando a guardare le stelle. Lei gli baciò la mano e poi gliela strinse. Una scia luminosissima solcò il cielo. "Prima io!" Dissero all'unisono indicando il punto in cui avevano visto la stella cadente.
"Esprimi un desiderio." Disse lui guardandola.
"Vorrei che questo potesse durare per sempre.
Lui sbuffò dal naso.
"Maktub." Disse.
"Cosa?"
"Maktub" ripetè lui. "Vuol dire: È già scritto. Se siamo destinati a stare insieme, lo scopriremo solo andando avanti, perché il nostro destino è già scritto."
"Maktub" ripetè lei nella sua testa. Quella parola le piaceva.
"Sarebbe una bella idea per un tatuaggio. Me lo farò per i diciotto anni."
"Perché per i diciotto anni? Facciamocelo adesso. Insieme. E io esprimo questo desiderio: comunque vada, qualsiasi cosa accada, voglio che tu pensi a questa serata e anche se tutto questo finirà voglio che tu pensi al tatuaggio che ci faremo e penserai che se ci siamo lasciati allora doveva andare così, perché era già scritto."
"Perché pensi già all'eventualità che ci lasceremo?!" Disse lei sgranando leggermente gli occhi e allontanandosi dal suo petto.
Lui socchiuse gli occhi e disse " perché non sono mai stato così bene. Perché ora che ho finalmente quello che volevo ho paura di perderlo da un momento all'altro. Tu promettimelo, Veronica. Promettimi che non ci odieremo mai, che andremo avanti nonostante tutto. Promettimi che quando sarai in difficoltà penserai che forse le cose dovevamo andare così!"
Per quanto l'idea di una parola che sana tutti i mali le faceva piacere, sapeva che non sarebbe mai stato così. Ma annuì alla promessa condividendo le sue stesse paure. Si specchiò in quei suoi occhi verdi e gelidi che seppure freddi la facevano sentire così bene, così al caldo, così al sicuro. Lo baciò e poi ancora e ancora e ancora.
Guardarono le stelle fino a tardi. E poi lei, lentamente, si addormentò.
Il giorno dopo venne svegliata dalla luce del sole. Si era addormentata tra le braccia di lui senza accorgersene. Era ancora sulla spiaggetta ma di Daniele non c'era traccia. Si guardò intorno spaesata. Niente. Daniele era sparito.

Maktub- It is writtenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora