capitolo diciassette

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Chiara~
sono spacciata fottuta, sono chiusa in una fottuta gabbia senza via di fuga con un predatore pronto a azzannarmi e uccidermi. sono passati cinque fortuttissimi mesi da quelle parole che hanno dato inizio alle pene dell'inferno personale di Chiara Demarco, io non posso pensare che domani mi dovrò sposare con un mafioso, prenderò il
cognome di Derek diventerò la
signora Volkov ma il problema è che non lo voglio: non sono pronta a una tele responsabilità, non voglio sposarmi io voglio viaggiare esplorare il mondo e di certo non voglio essere vincolata da un pazzoide sexy lunatico del cazzo.

quando me la detto cinque mesi fa il mio mondo si è sgretolato, i miei occhi erano spenti quasi inesistenti mentre nei suoi potevo vedere la gioia e il potere; ha cominciato a pretendere un figlio e io non posso, non voglio rimanere incinta e poi c'è Emma. sì lei mi chiama "mamma" ma io non sono pronta alle nausee o al parto in se, io non sono pronta ho solo diciannove anni cazzo non posso farlo.
Derek dice che questo è il momento migliore perché lui andando avanti con l'età non sa se le
sentirà, ha solo trent'anni ma lui si comporta come se stesse andando a morire da un momento all'altro.

vorrei poter urlare piangere ma non posso.

da quel giorno mi sono chiusa con me stessa, vedo di non essere più quella di una volta e la cosa mi fa stare parecchio male, non so se
è colpa di Derek o no ma quello che so che la
mia vita è sopra una giostra e questa giostra sembra non avere l'intenzione di farmi scendere.
Derek non è cambiato o almeno non mi picchia più ma ogni sera puzza di alcol e l'altra sera mentre raccoglievo i suoi vestiti sporchi ho visto che la sua camicia era sporca di rossetto rosso, mi sono sentita morire, ho avuto un tuffo al cuore terribile, la terra sotto i miei piedi era caduta catapultandomi la verità di cosa stesse accadendo realmente.

pensavo che non aveva bisogno di andare con altre donne visto che c'ero io, che in teoria sarei dovuta essere la sua futura moglie. ma mi sbagliavo non gli bastavo.

vorrei parlargli ma ho tremendamente paura a essere oneste, adesso lui si trova al suo addio a celibato mentre io sono nel divano a guardare un fil comico e a pingere come una bambina perché l'uomo di cui mi sono innamorata con tutti gli avvisi psicologici e fisici che mi ha fatto, ma io me ne sono innamorata mio malgrado. lui penso di no, penso che mi stia solo usando come macchina sforna figli niente di più niente di meno.

prendo il cellulare e chiamo mio cugino Michael, è un soldato e io stravedo per lui, è sempre stato l'unico con colui io mi sia mai riuscita a aprire realmente. dopo diversi squilli risponde

Mich: Pronto?

Io:Mich sono Chiara!

Mich: ohi principessa, tutto apposto? ti volevo chiamare per dirti che sono in città ma a quanto pare mi hai preceduto

Io: No Mich non sto bene, vieni ti mando l'indiziato. ho bisogno di parlarti!

Mich: cinque minuti e sono da te

Dopo aver staccato gli mando la posizione e mi lascio cadere nel divano aggiustandomi la coperta per il meglio. dopo una ventina di minuti arriva Luminda che mi informa che c'è un uomo qui che mi stava cercando e io capisco subito che si tratta di Michael e corro verso la porta, non appena la spalanco gli salto letteralmente in braccio allacciando le gambe attorno alla sua vita e baciandolo per tutto il viso, lui mi tiene salda ridendo. non appena mi giro vedo che tutte le guardie di Derek stanno guardando la scena  con lo sguardo disgustato,
non me ne preoccupo che lo chiamino.

<allora principessa dimmi tutto> ci mettiamo nel divano uno difronte all'altro, <mi sposo....domani> mi scende una lacrima lungo il viso e lui la raccoglie col pollice sorridendomi, io e Michael ci togliamo
di cinque anni, e quando ero piccola e derò triste per i miei problemi famigliari lui era l'unico con qui mi sentivo sicura. all'età di quindici anni un ragazzo mi aveva toccato il culo dicendomi delle porcate, appena Michael lo scoprì andò su tutte le furie lo picchio così forte che finì in ospedale. <e tu non vuoi> alzo lo sguardo e lui mi capisce all'istante mi stringe in un abbraccio forte <piccola sé non vuoi non devi farlo per forza>

Proprietà del capo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora