11. Emilia Romagna

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Finalmente siamo nella mia adorata Italia! Non vedevo l'ora, veramente! Come sono rientrata dal Giappone ho raccontato a Tonio, parola per parola, tutto ciò che mi avevano detto Christian e Helmut, estremamente elettrizzata.

A proposito del Giappone, sono sicura che siete tutti curiosi di sapere come è finita la mia serata con Max una volta usciti dal locale. Beh, in realtà ho trascorso una bellissima serata, abbiamo chiacchierato molto, su chi siamo, cosa ci piace, sembrava quasi un primo appuntamento. Alt, ho detto "sembrava", quasi. Non ci emozioniamo troppo.
L'olandese era ancora furioso per via di quello che poteva succedere se non fosse intervenuto in tempo, ma piano piano, sono riuscita a fargli passare quel pensiero in secondo piano. Più guardavo Max e più avevo ragione di credere che Daniel non solo avesse ragione, ma che tra noi era veramente cambiato qualcosa, c'erano dei sentimenti, non so dirvi la profondità di questi, ma solo il fatto che,mi ha appoggiato la sua giacca sulle spalle una volta usciti dal locale e il fatto che mi abbia quasi tenuto per mano tutto il tempo, me lo lasciano credere.

Ma torniamo a noi.

Questo weekend nel paddock, ci sarà anche la mia famiglia. Ovviamente non correrò ma per l'occasione, mi faranno testare, per le prime prove libere, per la prima volta, la monoposto Visa Cash App di Yuki, quella che presenta i nuovi aggiornamenti per vedere il mio ritmo. Unica regola, non finire a muro. Ero elettrizzata, speravo che questo mio traguardo mi avvicinasse a mio padre e che finalmente mi riconoscesse dei valori.

Quando lo vidi entrare, non riuscivo a contenere l'emozione; gli corsi incontro, lo abbracciai e lo stesso feci con mia madre e Antonio. Gli feci fare un giro nel paddock e poi li portai al Motor Home RedBull per presentarli al team. La prima persona alla quale mio padre strinse la mano fu proprio Max.

<É un piacere conoscerti ragazzo! Sei veramente in gamba!> affermò mio padre con uno sguardo orgoglioso

<Piacere mio signore> rispose un pò impacciato l'olandese

Poi mio padre si presentò anche a Daniel, il quale iniziò subito a fare delle battute per sdrammatizzare il clima leggermente teso che aveva percepito.

<Ti ringrazio per aver ospitato mia figlia e averla accolto a casa tua. É stato molto gentile da parte della tua famiglia> affermò mia madre rivolgendosi a Ricciardo

<Non mi deve ringraziare, sua figlia è di una dolcezza unica, è stato solo un piacere> sorrise calorosamente l'australiano

Sorrisi a mia volta, Daniel non ha bisogno di parole per essere descritto, Daniel è Daniel, e questo dice già tutto.

Dopo poco, Lambiase, venne a richiamarci perché dovevamo andare a prepararci perché a breve sarebbero iniziate le prove libere. Salutai Tonio, che si sarebbe recato nel box Ferrari, in quanto non poteva stare in quello della concorrenza. Mi stavo dirigendo al garage di Visa Cash App quando vidi mio padre svoltare in quello Red Bull, seguendo Max.

<Papà? Hai sbagliato box, noi siamo in quello più avanti> lo informai

<Si tu avviati, io sto parlando con Max> mi rispose distrattamente

Una fitta al petto mi afflisse per qualche secondo, il mio cuore aveva fatto crack, ma non era ancora caduto in frantumi. Dovevo aspettarmelo.

<Non verrai a vedermi lì vero?> chiesi con un nodo alla gola e la voce leggermente tremante

<Dopo. Ora ho cose più importanti da fare> mi liquidò mio padre

Lo sguardo di Max era fisso su di me. I miei occhi bruciavano per quanto stavo trattenendo le lacrime ma non piansi. Mia madre provò a recuperare la situazione, accarezzandomi e dicendomi che lei lo avrebbe portato da me ma a quel punto non lo volevo più.

My motor-girl// Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora