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Una volta uscita dall' ufficio di Horner, ero su di giri! Non vedevo l'ora di comunicare la bella notizia alla mia famiglia, ma soprattutto a Daniel e Max!

Mentre scendevo le scale, però, notai Verstappen che usciva e si appartava con mio padre, così incuriosita, decisi di seguirli non facendomi notare. Cosa stavano bramando quei due?
Mio padre stava cercando un qualsiasi appiglio per provare a far tornare Antonio in Formula 1, quando in realtà, il mondo dell'hypercar a mio fratello piaceva molto di più. Soprattutto, lavorare in Ferrari e per Ferrari lo rendeva entusiasta.

Ad un certo punto, i due si fermarono in un angolo remoto nel retro del Motor Home RedBull.

<Direi che qui ci siamo> esordì Max con tono neutrale

<Di cosa volevi parlarmi? Posso chiamare anche mio figlio, così..> iniziò a dire mio padre

<Di sua figlia. Vorrei parlarle di Lucia> lo interruppe l'olandese, con fare deciso

<Cos'ha combinato? Ahh! Fa sempre guai> affermò stizzito papà

<Con tutto rispetto.. non è Lucia che combina guai, ma lei.> dichiarò Max

Mio padre era ammutolito, anche un filo irritato oltre che sorpreso.

<Non userò mezzi termini, la avverto perché sono veramente incazzato. Lo ammetto, ero scettico anche io quando Horner mi ha presentato una donna come terzo pilota. Lucia era fin troppo in ordine, profumata per questo mondo spietato e non ero d'accordo, per niente. La prima volta che però mi sono seduto al simulatore, dopo di lei, ho visto che aveva battuto di mezzo secondo il mio miglior tempo, e ho passato almeno 3 ore per trovare il giro perfetto e battere il suo di appena 10 millesimi. Lucia ha passione, grinta, è testarda e una gran lavoratrice e anche solo per queste futili motivazioni dovrebbe ricevere il suo rispetto come lo ha espresso a me, che sono esattamente il suo opposto. Come padre poi, non solo dovrebbe essere orgoglio della splendida creatura che ha messo al mondo, ma dovrebbe essere fiero dei traguardi che sta ottenendo, soprattutto perché è donna, ed essere donna, in questo mondo, in questa vita, è straziante la maggior parte delle volte > affermò Max tutto d'un fiato

<Non sono questioni che ti riguardano, non ti permetto di parlami in questo modo> affermò duro mio padre dopo un breve attimo in cui rimase imbambolato

<Mi riguardano eccome! Sono molto legato a sua figlia; è il pilota con più potenziale in griglia oltre che una donna speciale, quindi mi permetto eccome, perché vederla con tutta quella delusione negli occhi mi fa veramente incazzare> incattivì il tono Verstappen

<Se te la vuoi portare a letto, non ti serve l'autorizzazione di suo padre. Lei non è un pilota, Antonio lo è e tu devi restarne fuori> affermò mio padre

Vidi il pilota olandese socchiudere gli occhi e stringere i pugni, ero consapevole che gli stessero formicolando le mani. 

Il mio cuore ora effettivamente in frantumi. La cattiveria delle parole di mio padre rivolte a me, sua figlia, mi avevano ucciso. Ero consapevole di non essere ciò che sperava, che desiderava, ma non credevo che la riluttanza fosse così grande da avere questo tipo di pensiero su sua figlia.
Cosa speravo di ottenere facendolo venire qui? Non mi ha mai preso in braccio, mai una carezza, uno sguardo, niente.. se mia madre non riusciva a venirmi a prendere, restavo con il personale della scuola fino all'ora di chiusura e poi mi avviavo da sola a piedi, sotto a qualsiasi tempo metereologico.

Sono consapevole che su me ed Emilian, ne sono usciti di articoli, foto, sui vari social, ma nessuno dei due li ha mai commentati e infatti il vociferare si è quietato subito. Ma da questo, ad arrivare a dire che il mio successo deriva dalla mia bravura nel scegliere con chi andare a letto, ci passano due mondi.
Ho sempre fatto dipendere le mie scelte dalla voglia di compiacere mio padre, di renderlo orgoglioso e credevo che con questo contratto ci sarei riuscita, invece lui è riuscito a sminuire anche questo. Di nuovo.

My motor-girl// Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora