15 - Fuggi

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Rein


"A volte dobbiamo sacrificarci per chi amiamo"


Merda

Merda

Merda.

Un fulmine tinse il cielo scuro e indecifrabile, porgendo il colore nel fiume in cui eravamo.

«Rein?» mi domandò Aaron «cosa sta succedendo?» continuò come un bambino che aveva bisogno di una spiegazione valida per tutto.

Non risposi, non sapevo come rispondergli.

Mi posizionai più comodamente sulla canoa il legno e strinsi con più forza i remi che venivano tirati via dalla corrente increspata del fiume.

Le prima gocce di pioggia iniziarono a farsi sentire colpendo in modo imperterrito e di grado sempre più forte il viso.

Mi passai una mano sul viso completamente zuppo come i cappelli.

Le correnti fredde del vento ci colpivano senza alcun rimorso gli indumenti bagnati e il nostro corpo infreddolito dalla pioggia battente.

Ogni secondo che passava il fiume diventava sempre più difficile da domare, si stava ribellando contro di noi, contro chi o voleva padroneggiare e noi non eravamo nella posizione giusta per vincere.

Sentì Aaron sbattere più volte sbattere contro di me con i suoi remi che pian piano si stavano consumando per la forza imposta.

La canoa si piegò leggermente per una ventata gelida e varie onde che successivamente la colpirono e mi voltai per cercare di tenere l'equilibrio.

«Rein!» urlò Aaron in preda al panico più totale «ho perso un remo!»

Mi acciglia guardando verso dove era voltato Aaron e notai la parte iniziale del remo galleggiare nell'acqua illuminata per pochi frazioni di tempo dai fulmini.

Un tuono squarciò i nostri pensieri e riprendemmo ad utilizzare i remi rimasti per rimanere a galla.

Cercammo di controllare per minuti la canoa che ad ogni momento che passava sembrava che non reggesse più e stesse sull'orlo di distruggersi così velocemente che non c'è ne saremmo accorti.

Digrignai i denti sentendo la pressione della mia mascella ed indicai una ramificazione del fiume «A destra!» urlai verso Aaron sotto il rumore della pioggia «rema a destra!» ripetei sempre più forte»

Girammo più volte su noi stessi puniti dalla corrente che avevamo cercato di comandare e svoltammo verso la parte sbagliata.

Non ci sarebbe stata uscita, ormai eravamo nella tempesta.

Il mio pensiero volò subito su Shira e su come stesse, ma cancellai subito quella realtà e continuai a badare a me e ad Aaron.

Mi leccai le labbra che sapevano di pioggia e freddezza e rafforzai ancora una volta la presa sul legno intagliato e scheggiato dei remi che erano sull'orlo di piegarsi al volere del fiume.

La canoa vacillò ancora una volta e il mio sangue che scorreva fino a poco prima nelle mie vene si congelò.

«STIAMO AFFONDANDO» mi avvertì Aaron ancora prima che mi voltassi.

Presi un forte respiro e i l'inizio dei pantaloni della tuta iniziò a bagnarsi d'acqua gelata.

Tremai e mi voltai verso Aaron con la bocca schiusa e i riccioli separati tra loro che gli coprivano gli occhi terrorizzati e persi.

Mi guardai intorno alla ricerca di un appoggio a cui trattenerci e rallentai la presa degli ultimi remi rimasti che si spezzarono subito.

Gli lasciai andare sotto gli occhi di Aaron che si toccava un boccolo vicino alla tempia con fare arrabbiato.

Scossi la testa e mandai i capelli indietro che si sostennero con l'acqua.

«Aaron te la cavi con le liane?» domandai

Respirò a fondo «ecco...» mostrò un sorrisetto agitato

«Aaron, non è il momento di chiedersi se sai usare il tuo potere» arrivo al punto «al mio tre...» guardo la canoa affondare e il nostro ventre bagnato «tu fai crescere un'edera sulla riva» ragiono per qualche secondo «deve essere robusta da poter tenere te aggrappato»

«E tu?»

«Mi afferrerai» concludo.

"Aaron, non avrai il tempo di afferrarmi."

I pezzi di legno restanti della canoa continuano a sostenerci ed ad avanzare con i nostri sospiri spezzati e Aaron con le mani tese pronte per usare il loro potere.

Inizio a contare con le dita di cui non sento quasi più la presenza il momento giusto per dare il via ad Aaron.

Lo guardo ed arrivati al "3" della conta spingo Aaron in acqua.

«Rein» urla sommerso dalle onde che lo spingo sempre più forte sott'acqua.

«Ce la farai, conto su di te, ci vediamo dagli Yaculi» urlo con gli occhi leggermente chiusi sotto il rumore dei tuoni

Aaron scuote la testa per poi annuire velocemente e prendendo un respiro si sforza per arrivare a creare una scia verde e marrone.

Una liana si forma in modo grazioso sulla riva ed Aaron sospeso nei suoi pensieri si aggrappa salendo a riva, facendo fermare le mani tremanti.

La canoa affonda completamente e mi ritrovo aggrappato alla metà del mio remo rimasto a nuoto sotto la pioggia.

Perdo di vista Aaron che urla il mio nome e chiede aiuto disperatamente e mi concentro sul da farsi.

Ora ci sono io, solo io mangiato dal freddo e consumato dal terrore.

"Ci vediamo dagli Yaculi, Shira."





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