20 - Realtà

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Shira


"Il mio cuore fa un salto in aria quando mi chiami,

ma non so cosa voglia dire"


Gli stivali zuppi continuano a lasciare le impronte che fanno a gara con le impronte delle zampe di Aria.

Tossicchio tre volte a ritmo della mia andatura facendo voltare Cameron che mi rassicura dicendo che a breve saremo usciti dal bosco comunicante dei Mishani.

«Teniamo duro» mi sussurra con una voce impercettibile.

Ben presto ci ritroviamo fuori dal bosco sporco e oscuro dei Mishani e il cielo si schiarisce in una velocità impossibile da percepire e la pioggia d'un tratto diventa piacevole.

Riprendiamo a camminare affiancando il fiume che Rein e Aaron avrebbero dovuto attraversare.

Il mio pensiero d'un tratto balza a lui.

Quei dannati capelli rossi.

Non dovrei farlo, ma mi avvicino al fiume che scorre tranquillamente per controllare se qualcuno fosse annegato, ma passiamo avanti.

Ben presto ci ritroviamo circondati da un enorme cancello, ricamato in ferro.

Cameron tira un sospiro affannato «speriamo siano entrati»

Annuisco dolcemente pregando che siano lì dentro ad aspettarci.

Del vento trasporta improvvisamente delle foglie verde lime che aprono con una presa dolce il portone che stridula al nostro arrivo.

«Finalment-» starnutisce prima di completare la parola.

Sorrido guardando il modo in cui i suoi occhiali ricadono sulla punta del naso.

«Rein ci ha dato un punto specifico di riconcilio?» domando con il viso teso in una smorfia di lato.

«Non ci sono mai stato qui...» farfuglia

Borbotto tra me e me qualcosa anche incomprensibile per la mia mente ed inizio camminare intorno.

«Conoscendo Rein si nasconderebbe in un posto meno affollato» propone senza richiesta «Qui è l'inizio città, ma di solito più in fondo c'è il degrado o la città vecchia» ruota gli occhi.

Non avendo una mappa non so a chi dare ragione, se al mio istinto o a Cameron, ma decido per una volta di affidarmi ad una mente altrui.

Inizio ad incamminarmi verso la fine della città affiancata ben presto da Aria e dal suo passo sicuramente più sicuro di quando si era ferita.

Caccio i capelli fuori posto e umidi dietro e subito con un passo veloce mi ritrovo Cameron alla mia destra.

«Seguimi, da piccolo ho memorizzato la piantina di questo popolo» sorride ricordandosi del passato «volevo così tanto traferirmi qui che passavo giornate a memorizzare anche gli angoli più remoti»

Lo invito a continuare, pur non credendo di essere così interessata.

«Alla fine il mio più grande desiderio si è sfumato col tempo dall'assenza dei miei genitori» sorride tentennante per l'ansia.

Annuisco e volto la testa per guardarlo e continuiamo a camminare.

Ci affacciamo sempre ad ogni agni angolo sotto gli occhi di tutti che ci guardano straniti per il nostro aspetto stanco.

Continuiamo a camminare inoltrandoci sempre di più verso i confini.

«Scusate» domanda una voce tra l'acuto e il raschiato «volete che vi aiuti?» 

Io e Cameron ci giriamo verso la voce e fermiamo Aria intenta a proseguire.

Un'anziana donna, dall'aspetto centenario ci guarda con occhi dolci e pieni di domanda.

«Prego» dice Cameron avvicinandosi alla sua piccola statura.

«Cercate qualcuno?» domanda sorridente facendo comparire due fossette profonde sul suo viso rugoso.

«Due ragazzi» farfuglia il mio compagno «uno da capelli rossicci e un altro dall'aria poco seria con dei capelli ricci»

La donna si strofina il mento e con l'altra mano si abbraccia uno scialle rosa antico che tiene con se «ricordo, ricordo di averli visti» dice 

Annuisco «vuole dirci lei così proseguiamo?»

«No!» sbotta «non mi sembra di buon gusto lasciarvi a metà strada» termina riprendendo il tono calmo che aveva prima.

Io e Cameron ci guardiamo però poi decidiamo di farci accompagnare.

La donna si trova davanti a noi e ci accompagna lentamente sostenuta dal suo bastone mentre il vento le modella quei pochi capelli bianchi e fini che le donano un po' di graziosità

«Questa situazione mi sembra strana» sussurro a Cameron pregando che non ci senta la signora.

«E' pur sempre un'anziana, cosa potrà mai fare» si lecca il labbro inferiore «a malapena si riesce a sostenere in piedi con quel bastoncino»

Sospiro e cerco di darmi pace e fidarmi della situazione, alla fine ci sta solo aiutando a ricongiungerci con gli altri.

Il sole spunta picchiandoci la testa direttamente, dando un colore più chiaro ai capelli di Cameron e facendo illuminare il pelo di Aria.

Sorrido a questa situazione e mi guardo intorno circondata di gente, di palazzi e alberi.

A breve finirà tutto, a breve finirà tutto.


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