La forgia del destino

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Superato il test dello specchio, Adeline avanzava con rinnovata determinazione. La figura incappucciata non fece cenno di seguirla, ma il suo sguardo sembrava ancora vegliare su di lei, osservando ogni passo che muoveva. Ogni tanto, sentiva un'eco delle sue stesse paure sussurrarle alle spalle, ma la chiave pulsava rassicurante contro il suo petto, infondendole coraggio.

La strada davanti a lei si apriva verso un'ampia grotta illuminata da un bagliore dorato. Al centro della grotta, un enorme altare di pietra era circondato da fiamme azzurre che danzavano lentamente nell'aria, senza emettere calore. Sopra l'altare, vi era un'arma antica: una spada dalla lama lucente, intrisa di simboli e rune che brillavano debolmente.

Adeline sapeva, senza che nessuno glielo avesse detto, che quella era la spada che avrebbe segnato il suo destino. Era l'arma del secondo Custode, la Forgia del Destino, l'unica in grado di canalizzare il potere delle chiavi e sconfiggere le forze oscure che Elyas e i suoi seguaci avevano evocato.

Mentre si avvicinava, sentì una presenza accanto a sé. Era l'Oracolo, comparso silenziosamente come suo solito, con il volto calmo e impenetrabile.

"Sei giunta alla fine del tuo percorso, Adeline," disse l'Oracolo con voce quieta, osservando la spada. "La Forgia del Destino è tua, ma sappi che con essa viene una grande responsabilità. Le chiavi che possiedi possono risvegliare poteri inimmaginabili, ma solo se il cuore del loro portatore è puro."

Adeline annuì, sentendo il peso di quelle parole. Si avvicinò lentamente all'altare, ma proprio mentre stava per afferrare la spada, una risata gelida echeggiò nella grotta. Le fiamme azzurre si alzarono violentemente, tremolando come scosse dal vento di una tempesta.

Elyas.

L'uomo emerse dall'ombra, con un sorriso malvagio dipinto sul volto. "Così è qui che termina la tua avventura, piccola Adeline?" disse con voce melliflua. "Pensavi davvero di poter reclamare la Forgia del Destino senza il mio intervento?"

Adeline strinse i pugni, sentendo l'energia del vento farsi più debole intorno a lei. "Non sei stato invitato, Elyas," replicò, la voce ferma nonostante il battito accelerato del suo cuore. "Non hai alcun diritto su questa spada."

Elyas ridacchiò, avanzando con passo lento e minaccioso. "Oh, ma non è vero. Sono io che ho orchestrato tutto questo. Ogni tua vittoria, ogni tuo passo avanti... tutto è stato un tassello del mio piano. E ora, sarò io a impugnare la spada e a ottenere il potere dei Custodi."

Con un gesto della mano, Elyas evocò una sfera di energia oscura che si scagliò contro Adeline. Lei, pronta all'impatto, alzò la mano e chiamò a sé il vento. Una barriera invisibile si frappose tra lei e l'attacco, ma l'energia di Elyas era incredibilmente potente. Adeline barcollò, sentendo la sua forza vacillare.

"Adeline!" gridò l'Oracolo, mettendosi tra lei e Elyas. "Non puoi affrontarlo da sola. Usa la chiave!"

Adeline si concentrò, sentendo la chiave che pulsava contro il suo petto. Sapeva cosa doveva fare. Con un respiro profondo, prese la chiave e la alzò verso la spada. Una luce accecante esplose dall'arma, avvolgendo tutta la stanza in un bagliore dorato. La spada si alzò da sola, fluttuando nell'aria, e si posizionò davanti a lei.

Senza esitazione, Adeline afferrò l'impugnatura della Forgia del Destino. Un'ondata di potere la attraversò, e improvvisamente sentì tutto il peso e la responsabilità dei Custodi gravare su di lei. Il vento si rinvigorì, e la magia delle chiavi si intrecciò con la sua anima.

Elyas indietreggiò di un passo, sorpreso. "No! Questo non può essere!" gridò, mentre l'energia oscura intorno a lui si indeboliva.

Adeline sollevò la spada, sentendo una calma sovrannaturale avvolgerla. "È finita, Elyas," disse con voce sicura. "Non permetterò che tu distrugga questo mondo."

Con un movimento rapido e preciso, scagliò un'ondata di luce verso Elyas. L'uomo tentò di difendersi, ma la forza della Forgia del Destino era troppo potente. L'energia luminosa lo avvolse, e il suo corpo fu risucchiato in un vortice di luce, sparendo in un istante.

La grotta si quietò, le fiamme azzurre si spensero, e un silenzio surreale avvolse tutto.

Adeline, ancora con la spada in mano, respirò a fondo, cercando di calmare il tumulto che sentiva dentro. Era finita. Elyas era sconfitto.

L'erede della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora