Ombre in movimento

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Il ritorno dalle rovine della Cripta degli Antichi fu tranquillo, ma un'inquietudine crescente aleggiava sopra il gruppo. Sebbene avessero recuperato il Libro dei Destini, l'aria era carica di tensione. Adeline non riusciva a smettere di ripensare alle parole del manoscritto e al concetto del sacrificio. Cosa avrebbero dovuto perdere per fermare l'oscurità?

Mentre si avvicinavano alla loro dimora, il cielo si oscurò improvvisamente, e una strana nebbia iniziò a risalire dalla terra. Un vento freddo e innaturale li avvolse.

David fu il primo a estrarre la spada, fissando la nebbia con occhi attenti. "Non è naturale," disse. "Qualcosa si sta muovendo."

Delilah, con una mano stretta al braccio della figlia, si preparò a evocare i suoi incantesimi. Il suo potere, un tempo latente, si era risvegliato da quando Adeline era nata, rendendola una strega potente, ma nulla l'aveva mai preparata a un'atmosfera così maligna.

Adeline si irrigidì. Sentiva che qualcosa di oscuro stava per emergere. La chiave nella sua tasca cominciò a brillare leggermente, come a volerla avvertire. "Dobbiamo muoverci," disse, la voce ferma nonostante il battito accelerato del cuore.

Improvvisamente, dalla nebbia, apparvero figure oscure, avvolte in mantelli neri. I loro occhi brillavano di un'oscurità innaturale, come abissi senza fine. Erano i servitori dell'Oscurità, creature nate dall'ombra, inviate da un potere che Adeline non conosceva ancora.

"Preparatevi!" gridò Elias, afferrando il suo bastone magico. "Non lasceranno che ce ne andiamo senza combattere."

Le creature si mossero in silenzio, ma con una velocità innaturale. Il primo attacco fu bloccato dalla magia di Delilah, che formò uno scudo protettivo intorno al gruppo. Le ombre si infransero contro di esso, emettendo sibili e lamenti, ma continuarono ad attaccare.

David avanzò con la spada, tagliando l'aria con colpi precisi, mentre Elias lanciava incantesimi per respingere gli assalitori. La battaglia era caotica, un vortice di ombre, magia e acciaio, ma nonostante i loro sforzi, le creature sembravano infinite.

Adeline, al centro del gruppo, teneva la chiave tra le mani. Sentiva che doveva fare qualcosa, ma non sapeva cosa. L'intero mondo sembrava pesare sulle sue spalle, e la responsabilità del sacrificio si faceva sempre più opprimente.

Un'ombra si lanciò su di lei, ma prima che potesse toccarla, la chiave emise un lampo di luce dorata, dissolvendo la creatura all'istante. Adeline rimase sorpresa, ma capì subito: la chiave non era solo una guida, ma anche un'arma.

"Adeline, usa la chiave!" gridò Elias, mentre una nuova ondata di ombre li circondava.

Concentrandosi, Adeline sollevò la chiave verso il cielo. Sentì il potere fluirle nelle vene, un'energia pura e luminosa che sembrava provenire direttamente dalle antiche forze che avevano creato il mondo. Con un grido di determinazione, spinse la chiave verso il terreno, e una luce abbagliante esplose da essa, attraversando la nebbia e dissolvendo le ombre in un istante.

Il silenzio calò nuovamente su di loro. Le ombre erano scomparse, e la nebbia si stava lentamente dissipando. Ma il respiro di Adeline era affannato, e le sue gambe cominciarono a tremare. Usare la chiave le aveva richiesto una quantità enorme di energia, e ora si sentiva svuotata.

David la raggiunse subito, afferrandola prima che potesse cadere. "Ce l'hai fatta," disse, il suo tono pieno di orgoglio e preoccupazione. "Sei stata incredibile."

Delilah la circondò con le braccia, la magia protettiva ancora intorno a loro. "La chiave ha un potere enorme, ma non puoi usarla troppo spesso. Devi conservare le tue forze, Adeline."

Adeline annuì, cercando di riprendersi. Il potere della chiave l'aveva svuotata, ma sapeva che era solo l'inizio. Avevano respinto le ombre, ma l'Oscurità non si sarebbe fermata così facilmente.

Quando finalmente raggiunsero la sicurezza della loro dimora, Elias convocò un consiglio d'urgenza. Seduti attorno al grande tavolo di legno, discutevano su come affrontare la crescente minaccia.

"Le ombre che abbiamo incontrato sono solo l'inizio," disse Elias, il volto cupo. "Sono sicuro che c'è un potere molto più grande dietro di loro, qualcosa che sta orchestrando tutto questo."

David annuì. "Dobbiamo scoprire chi è il nostro vero nemico. Non possiamo affrontare questa battaglia alla cieca."

Elias aprì il Libro dei Destini e sfogliò le pagine antiche. "Il libro parla di un'entità conosciuta come il Signore delle Tenebre, un antico essere che fu sconfitto e imprigionato millenni fa dagli Antichi Protettori. Ma sembra che qualcuno stia cercando di risvegliarlo."

Adeline rabbrividì. "E cosa faremo se dovesse risorgere?"

Elias la guardò, il suo sguardo serio. "Secondo le profezie, il Signore delle Tenebre può essere sconfitto solo dal potere della chiave, ma... richiederà un sacrificio. Un sacrificio più grande di quanto possiamo immaginare."

Adeline abbassò lo sguardo, sentendo di nuovo il peso del destino che gravava su di lei. Il sacrificio di cui parlavano le profezie era suo. Ma cosa avrebbe dovuto sacrificare? La sua vita? Qualcosa di ancora più prezioso?

"Abbiamo poco tempo per prepararci," disse Elias. "Dobbiamo trovare la fonte del potere dell'Oscurità prima che sia troppo tardi."

Il silenzio calò nella stanza. Tutti sapevano che la battaglia finale era vicina, e che solo Adeline poteva portare a termine il compito. Ma nessuno sapeva ancora quale prezzo avrebbe dovuto pagare.

L'erede della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora