La notte scese veloce come una coltre pesante, e il vento portava con sé sussurri inquietanti dalle profondità della foresta. Adeline, seduta nella sua stanza, osservava il cielo stellato fuori dalla finestra. La chiave, posata sul tavolo accanto a lei, pulsava leggermente, come se fosse viva, come se le volesse comunicare qualcosa.
Non riusciva a scacciare il pensiero delle parole di Elias. Il sacrificio. Il potere della chiave. Tutto sembrava confluire verso un destino che non poteva evitare, ma al quale non era ancora pronta a rassegnarsi.
Fu in quel momento che Delilah entrò nella stanza. Sua madre era una presenza rassicurante, anche in tempi così oscuri. La magia di Delilah era cresciuta nel corso degli anni, e Adeline sapeva che, senza di lei, non sarebbero mai riusciti ad arrivare fin qui.
Delilah si sedette accanto a lei, osservando la chiave con attenzione. "So che senti un grande peso su di te, figlia mia. Ma non sei sola in questo."
Adeline scosse la testa. "E se non fossi abbastanza forte? Se fallissi?"
Delilah le prese la mano, stringendola con dolcezza. "Il fatto che tu ti preoccupi di questo ti rende già forte. Solo chi ha cuore e coraggio può portare il fardello che ti è stato affidato."
Adeline abbassò lo sguardo, sentendo il calore del tocco di sua madre, ma l'ombra del suo destino la avvolgeva ancora. "Ma... il sacrificio di cui parlano le profezie. Cosa significa davvero?"
Delilah esitò per un momento, poi parlò con voce calma. "Le profezie non sono sempre chiare, e non possiamo sempre sapere come si realizzeranno. Ma so questo: il vero sacrificio non è necessariamente la vita o la morte. A volte è la scelta di lasciare andare ciò che amiamo di più."
Adeline non rispose subito, ma quelle parole le rimasero dentro come un seme piantato in terreno fertile. Forse il sacrificio che avrebbe dovuto fare non era quello che pensava.
Il giorno successivo, il gruppo si preparò per partire verso le Montagne Oscure, un luogo che Elias credeva fosse la fonte del potere oscuro che minacciava il regno. La strada sarebbe stata lunga e pericolosa, ma non avevano scelta.
David, con la spada al fianco, guidava il gruppo, il viso serio e concentrato. Delilah camminava accanto a lui, pronta a difendere la sua famiglia con tutta la magia che possedeva. Elias chiudeva la fila, studiando costantemente il Libro dei Destini per cercare ulteriori indizi su come sconfiggere il Signore delle Tenebre.
Adeline camminava in mezzo, la chiave appesa a una catena intorno al collo. Sentiva la sua presenza costante, come una fiamma calda contro la pelle. Ma ciò che la preoccupava di più erano i sogni che aveva fatto la notte precedente: sogni di battaglie, di sacrifici, e di un oscuro trono da cui il Signore delle Tenebre osservava il mondo con occhi vuoti e senza anima.
Mentre attraversavano una radura, il silenzio fu spezzato da un ruggito profondo e terrificante. Gli alberi intorno a loro sembravano piegarsi sotto una forza invisibile. Elias alzò lo sguardo, i suoi occhi si allargarono di terrore.
"È qui," sussurrò. "L'Oscurità ci ha trovati."
Dal profondo della foresta emerse una figura gigantesca, avvolta in un mantello di ombre, con occhi rossi che bruciavano come braci. Era un Guardiano delle Tenebre, un essere antico e possente, creato per proteggere il potere oscuro che stavano cercando di distruggere.
David estrasse la spada senza esitare, avanzando verso la creatura. "Proteggete Adeline!" gridò, mentre si lanciava in avanti con un fendente deciso.
Il Guardiano lo bloccò facilmente con un colpo possente del braccio, e la battaglia cominciò. Le ombre del Guardiano si mossero come serpenti, cercando di intrappolare il gruppo, ma Delilah evocò una barriera protettiva intorno a loro, tenendo a bada la forza oscura per quanto possibile.
Adeline, invece, sentiva che la chiave vibrava più intensamente che mai. Sapeva che doveva usarla, ma qualcosa la tratteneva. Aveva paura di ciò che sarebbe successo se avesse liberato il suo potere. Ma allo stesso tempo, sapeva che era l'unica speranza.
Mentre David combatteva con tutte le sue forze e Delilah cercava di mantenere lo scudo, il Guardiano sembrava inarrestabile. Era solo questione di tempo prima che li sopraffacesse.
Adeline, con il cuore in gola, prese la chiave tra le mani. "Devo farlo," sussurrò a se stessa. "Non ho scelta."
Con un respiro profondo, alzò la chiave verso il cielo e pronunciò le parole che le erano venute in sogno: "Per la luce che splende nelle ombre, per il potere dei Protettori, io comando!"
La chiave brillò con una luce dorata accecante, e una colonna di energia pura si scagliò contro il Guardiano. Le ombre intorno a lui si dispersero, e l'essere ruggì di dolore mentre la luce lo avvolgeva. In un attimo, il Guardiano fu ridotto a polvere, dissolvendosi nel vento.
Il silenzio cadde di nuovo sulla radura. Adeline abbassò la chiave, esausta, ma sollevata. Aveva vinto, almeno per il momento.
Elias si avvicinò a lei, posando una mano sulla sua spalla. "Hai fatto ciò che dovevi, Adeline. Ma ricorda, questo è solo l'inizio."
Adeline lo guardò negli occhi, sapendo che aveva ragione. La battaglia contro il Signore delle Tenebre era ancora lontana dal finire, e il sacrificio che avrebbe dovuto fare incombeva su di lei come un'ombra silenziosa.
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L'erede della luce
AventuraAdeline è cresciuta in una famiglia amorevole, consapevole del suo passato e del ruolo cruciale che ha avuto nella sconfitta di Edmund. Ora ha 18 anni ed è una giovane donna forte e coraggiosa, ma sente il peso delle aspettative che la circondano. L...