Il cuore dell'oscurità

1 0 0
                                    

Adeline avanzava attraverso i corridoi bui della Torre delle Ombre, sentendo il gelo dell'oscurità insinuarsi nel suo corpo. L'aria era densa e opprimente, e ogni passo sembrava più pesante del precedente. Il cuore della torre sembrava pulsare al ritmo lento e profondo del potere di Elyas, che attendeva, paziente.

Aedric camminava al suo fianco, silenzioso, ma il suo sguardo non si allontanava mai da lei. Ogni tanto, i loro occhi si incrociavano, e in quei brevi istanti, Adeline trovava conforto e forza. Sentiva il legame tra loro crescere, come un filo invisibile che li teneva uniti in quel luogo di tenebre.

Le pareti della torre erano decorate con antichi simboli, alcuni familiari, altri completamente alieni. L'energia che ne scaturiva era potente, ma Adeline percepiva che anche quella era solo un'eco della vera fonte. Elyas era lì, da qualche parte, nascosto nel cuore della struttura, pronto a completare il suo piano.

"Adeline," mormorò Aedric mentre si fermavano davanti a una porta imponente, forgiata da un materiale scuro che sembrava assorbire ogni traccia di luce. "Qualunque cosa accada, devi sapere che..."

Adeline si voltò verso di lui, il cuore che batteva più forte. "Che cosa, Aedric?"

Lui esitò per un momento, poi fece un passo avanti, prendendole le mani nelle sue. I suoi occhi si riflessero nei suoi, pieni di emozione. "Che ti amo. Forse l'ho sempre saputo, ma non potevo dirtelo finché non ho visto quanto sei forte, quanto sei determinata. Qualunque sia il nostro destino oggi, volevo che lo sapessi."

Adeline lo guardò, colta di sorpresa. Per un attimo, le tenebre intorno a loro sembrarono dissolversi, lasciando solo il battito del suo cuore e le parole di Aedric. Non c'era bisogno di parlare, perché la verità era evidente nei suoi occhi. Anche lei provava lo stesso, ma c'era sempre stata una barriera che l'aveva trattenuta.

"Aedric," iniziò, stringendo le sue mani con forza, "anche io... anche io sento lo stesso. Ma..."

Prima che potesse continuare, un rumore profondo e risonante attraversò l'aria. La porta di fronte a loro si spalancò lentamente, rivelando una sala gigantesca, illuminata da una luce spettrale. Al centro della stanza, un trono fatto di ombre prendeva forma, e su di esso, Elyas sedeva, avvolto nella sua aura oscura.

La presenza di Elyas era schiacciante. Le sue vesti ondeggiavano come fumo, e i suoi occhi scintillavano come due stelle morenti. "Finalmente," disse, la sua voce risuonando nelle pareti della torre. "La custode è arrivata. E con lei... il suo protettore." Un sorriso contorto si allargò sul suo volto. "Pensavi di poter venire qui e sfidarmi con la forza del cuore?"

Adeline fece un passo avanti, sollevando la spada. "Non sono qui per sfidarti solo con la forza. Sono qui per porre fine a tutto questo. Per bilanciare la luce e l'ombra. Per distruggere ciò che hai creato."

Elyas rise, un suono freddo e cavernoso. "La tua ingenuità è ammirevole, bambina. Ma non capisci ancora il potere che ho accumulato. L'oscurità non può essere distrutta. Io sono l'oscurità. Sono eterno."

Adeline sentì l'energia dentro di lei ribollire. La fusione di luce e ombra che Seraphine le aveva insegnato era la sua unica speranza. Non poteva combattere Elyas come si combatte un nemico fisico. Doveva affrontarlo nel profondo della sua stessa essenza.

Con un respiro profondo, chiuse gli occhi e lasciò che la luce e l'ombra dentro di lei si mescolassero, fondendosi in un'unica forza. Il suo corpo brillò di una luce tenue, ma potente, che si estendeva a onde intorno a lei. Elyas sussultò leggermente, il suo sorriso scomparve, e per un breve istante, sembrò incerto.

Aedric la guardava, la spada sguainata, pronto a proteggerla, ma sapeva che questa battaglia era oltre la sua portata. Eppure, non si sarebbe mai allontanato da lei.

Adeline sollevò la mano verso Elyas. "Non ti distruggerò, Elyas," disse, la sua voce ferma. "Ti ricondurrò all'equilibrio. L'oscurità non può esistere senza la luce, e la luce non può brillare senza l'ombra. Tu sei una parte di questo mondo, e lo sarai ancora, ma non come tiranno."

Elyas si alzò dal trono, la sua forma si contorse come fumo che cerca di sfuggire a una fiamma. "Tu non hai il potere di fare questo!" gridò, avanzando verso di lei con furia. Ma mentre si avvicinava, la luce di Adeline crebbe, respingendolo.

Il potere della luce e dell'ombra si espanse in tutta la sala, avvolgendo Elyas. Lui gridò, ma il suo urlo si spezzò quando l'energia di Adeline lo attraversò. L'oscurità che lo avvolgeva cominciò a dissiparsi, come nebbia al sole.

Poi, il silenzio. Elyas non c'era più. La sala era vuota.

Adeline cadde in ginocchio, esausta, ma sollevata. Aedric corse da lei, sollevandola delicatamente. "Ce l'hai fatta," sussurrò, stringendola.

Adeline lo guardò, stanca ma sorridente. "Non da sola."

E lì, nell'oscurità che si dissolse, sentì finalmente che il suo viaggio era completo.

L'erede della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora