Il sussurro del destino

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Dopo la battaglia con il Guardiano, il gruppo si accampò nei pressi della radura, circondato dalla quiete inquietante che seguiva il loro scontro. Il cielo si stava oscurando ancora di più, mentre le stelle facevano fatica a brillare oltre la coltre di nuvole nere che si addensavano sopra di loro. Il fuoco acceso al centro del campo gettava ombre lunghe sugli alberi, e Adeline sedeva da sola, osservando la chiave che ora sembrava più tranquilla, ma ancora pulsante di un'energia misteriosa.

David e Delilah discutevano a bassa voce non lontano da lei, probabilmente preoccupati per ciò che li aspettava alle Montagne Oscure. Adeline poteva sentire il peso delle loro parole anche se non riusciva a cogliere i dettagli. La responsabilità di ciò che avevano affrontato — e di ciò che doveva ancora venire — la opprimeva.

Elias si sedette accanto a lei, rompendo il silenzio. "Sei stata incredibile oggi," disse, la sua voce calma e rassicurante. "Hai utilizzato il potere della chiave meglio di quanto avrei mai immaginato."

Adeline strinse la chiave tra le mani, la sua espressione pensierosa. "Non so se sono pronta, Elias. È come se questa chiave contenesse qualcosa di molto più grande di me... qualcosa che non capisco completamente."

Elias sospirò. "Questo è il problema con le profezie. Ti danno solo un frammento della verità, e il resto lo devi scoprire da sola. Ma fidati, Adeline. Tu sei quella giusta. Non è la chiave a possederti, sei tu a guidarla."

Adeline guardò l'uomo anziano negli occhi, cercando una conferma che potesse dare senso a tutto quello che stava succedendo. Ma sapeva che nessuna risposta sarebbe stata semplice. Le visioni che aveva avuto, le parole confuse del sogno, e la sensazione opprimente di un sacrificio inevitabile la tormentavano.

"Cosa accadrà quando raggiungeremo le Montagne?" chiese Adeline, abbassando lo sguardo. "Il Signore delle Tenebre sa che stiamo arrivando. E se non riuscissi a fermarlo?"

Elias la guardò con serietà. "Non è solo questione di fermarlo, Adeline. Il Signore delle Tenebre ha piani che vanno oltre la semplice conquista. Vuole spezzare l'equilibrio tra luce e oscurità. E tu sei la chiave per impedire che accada. Ma ci sarà un prezzo da pagare."

Adeline sentì un nodo formarsi nello stomaco. "Cosa intendi? Parli del sacrificio?"

Elias annuì. "Non posso sapere con certezza cosa significherà per te, ma sì, qualcosa dovrà essere lasciato andare. Le forze che governiamo non sono gratuite, e per riportare l'ordine nel mondo, ci sarà sempre un contrappeso."

Il cuore di Adeline batté forte al pensiero. Cosa avrebbe dovuto sacrificare? La sua vita? La sua famiglia? E perché proprio lei, tra tutti, doveva portare questo fardello?

La mattina successiva, si misero di nuovo in cammino. Le Montagne Oscure si stagliavano all'orizzonte, una catena montuosa inquietante, circondata da nuvole che sembravano sospese in eterno. Il vento freddo soffiava tra gli alberi, mentre il sentiero diventava sempre più ripido e difficile.

David, come sempre, era il primo a guidare, pronto a difendere il gruppo da qualunque minaccia. Delilah camminava al suo fianco, i suoi occhi vigili, ma con un'aria di preoccupazione che non poteva nascondere. Elias seguiva da vicino, con il libro stretto sotto il braccio, mentre mormorava incantesimi protettivi sotto voce.

Adeline, però, sentiva il peso della chiave diventare sempre più opprimente. Le Montagne Oscure erano vicine, e con esse il confronto finale con il Signore delle Tenebre. Le parole di Elias sulla necessità di un sacrificio risuonavano nella sua mente. Ogni passo verso quelle montagne era un passo più vicino a un destino incerto.

Raggiunsero l'ingresso di una grotta, incisa nella roccia nera della montagna, e Adeline sentì un brivido attraversarle la schiena. Un potere antico e malevolo emanava dall'apertura, avvolgendo l'aria stessa con una pesantezza quasi tangibile.

"È qui," disse Elias, fermandosi davanti all'ingresso. "Il Signore delle Tenebre si nasconde nel cuore di queste montagne. E il suo potere sta crescendo."

David avanzò, afferrando l'elsa della spada. "Non importa quanto sia potente. Non lascerò che faccia del male alla mia famiglia."

Delilah appoggiò una mano sulla spalla di suo marito. "Siamo insieme in questo. Non lo affronterai da solo."

Adeline li osservò per un momento, sentendo una profonda ammirazione per il coraggio e l'amore che condividevano. Ma dentro di sé sapeva che, nonostante tutto, era lei a dover affrontare la vera sfida. Lei era la chiave per fermare l'oscurità, ma ciò che ciò comportava era ancora un mistero.

Con il respiro profondo e la chiave stretta tra le mani, Adeline fece un passo avanti. Le parole di Elias le risuonavano ancora nella mente: "Qualcosa dovrà essere lasciato andare."

Si voltò verso Elias. "Sono pronta. Qualunque cosa accada, farò ciò che è necessario."

Elias annuì, con un'espressione seria ma piena di fiducia. "Il destino ti ha scelto, Adeline. Non possiamo cambiare ciò che è scritto, ma possiamo decidere come affrontarlo."

Con quel pensiero, il gruppo avanzò nell'oscurità della grotta, il cuore pesante ma risoluto.

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