Cap. 13 - 1680- Jeremiah Stauton

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"Peccare di silenzio quando si dovrebbe protestare, fa di un uomo un codardo."

                                                                                                                                     A. Lincoln



Jeremiah Stauton era un codardo.

Questa, principalmente, fu la causa scatenante di ogni evento nefasto della sua vita.

Non alzava mai la testa, e non diceva mai la sua riguardo nulla, nemmeno su sé stesso.

Avrebbe voluto, appassionato come ne era fin da bambino, studiare le stelle i e i loro molteplici e affascinanti misteri.

I genitori, Margareth e Arthur Stauton, lo fecero studiare perché divenisse pastore della chiesa cittadina.

Stauton non voleva farlo, reputando sé stesso più un uomo di scienza, che un religioso.

Ma obbedì comunque, temendo in caso di sua obiezione, l'ira e la delusione dei suoi genitori.

Era un codardo, e a causa di ciò divenne pastore, abbandonando per sempre le sue amate stelle e i suoi sogni.

Tra i parrocchiani che frequentavano la sua chiesa, c'era una coppia molto ben vista e decisamente molto benestante che aveva legato coi suoi genitori.

L'unica figlia di costoro, Christina, venne a sapere da sua madre, gli aveva messo gli occhi addosso.

Sicché, su accordo delle famiglie dei ragazzi, i due presero a frequentarsi.

A Stauton quella ragazza non piaceva in nessun modo.

Era, seppur alquanto gradevole alla vista, una creatura priva di personalità, snob, viziata e superficiale. In aggiunta a tutto ciò, c'era forse la cosa più intollerabile per Stauton: era senz'anima.

Apprezzava solo ciò che poteva imbellettarla o adornarla. Non amava la musica, né la letteratura, o la poesia o la natura.

Stauton odiava trascorrere il tempo con lei, si sentiva consumato e frustrato dalla sua superficialità e il suo materialismo.

Si dava il caso, però, che costei fosse l'unica erede del patrimonio della sua famiglia, e i genitori di Stauton non erano certo disposti a far rinunciare al loro unico figlio a tanto benessere. Per cui, presero accordi per un matrimonio combinato.

Stauton non disse nulla, per non contrariare nessuna delle due famiglie.

Era un codardo, e a causa di ciò sposò una donna che detestava.

Fu un matrimonio orribile.

Sua moglie era meschina, avida ed egocentrica, ancor più da moglie che da fidanzata.

Stauton aveva un animo romantico, poetico. Prediligeva i libri, la poesia e la buona musica.

La signora Stauton, d'altro canto, era di un'ignoranza disarmante, la musica le metteva solo sonno ed era totalmente insensibile se non per sé stessa. Il cuore nel suo petto batteva solo per pompare ossigeno, non c'era ombra di sentimento alcuno, in lei. Nemmeno per suo marito, per cui perse in breve tempo interesse, come per ogni altra cosa che possedeva.

Trascorsi un paio d'anni dal matrimonio, Stauton fece una richiesta, forse la prima e unica, a sua moglie: un figlio.

Era consapevole che non sarebbe mai stato un marito felice, ne aveva preso atto da tempo. Ma nessuno poteva negargli di poter essere felice almeno come padre.

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