"Gli amori impossibili non finiscono mai. Sono quelli che durano per sempre."
Ferzan Ozpetek
La pioggia cadeva incessante e fredda, e il vento faceva tremare i balconi delle finestre fischiando e soffiando in modo spaventoso.
Sugar May diceva sempre che il tempo accompagnava le decisioni: Se era bello, qualsiasi cosa ti bollisse in pentola, era il momento buono per metterla in atto.
Se era brutto, era invece decisamente il caso di aspettare.
E quella notte, seduta su una sedia a guardare l'acqua nella pentola in attesa che bollisse, Sugar si disse che quella era l'ultima notte al mondo, per fare qualsiasi cosa che non fosse rintanarsi sotto le coperte, ed aspettare che quel tempaccio scemasse.
Ma il destino aveva opinioni diverse, e scelse proprio quella notte da lupi per far succedere ogni cosa. E Sugar sentiva fin dentro le ossa, che nulla sarebbe andato bene.
Anne Lou, la sua bambina di otto anni, entrò in cucina. Indossava la camicia da notte e la cuffia, ed era visibilmente preoccupata.
"Emily soffre tanto, mamma." Disse con tono agitato. "Non puoi darle una medicina?"
"Non c'è una medicina per quel dolore, Luly." Rispose sua madre, osservando l'acqua nella pentola iniziare a fare qualche bolla. "Bisogna solo aspettare..."
Anne Lou si torse le dita in grembo.
"Mamma..." mormorò timidamente. "Emily... ha un bambino nella pancia?"
Sugar guardò sua figlia. Anne Lou, la sua piccola Luly, era solo una bambina, ma non era certo una stupida. Per quanto lei l'avesse tenuta lontana dalle crude realtà della vita, era impossibile che certe cose alla fine non le avesse capite lo stesso.
Ma negare l'evidenza, se fosse servito a proteggere sua figlia, sarebbe stato una cosa che si doveva fare.
"No." Rispose quindi Sugar, ignorando l'espressione esasperata di Anna Lou. "Ha mangiato troppo in questi giorni, tutto qui..."
"Per diventare così grossa, deve aver mangiato un tacchino intero, mamma." Puntualizzò la
bambina. "No, l'ho capito bene. Emily ha un bambino nella pancia."
"Adesso basta, Luly!" Sbottò Sugar, togliendo la pentola piena di acqua bollente dal fuoco. "Vai a dormire, adesso, e bada di toglierti questo dannato vizio di rimbeccare!"
Anne Lou scoccò un'occhiata risentita a sua madre, e tornò in camera sua a passo furioso. Sugar si dispiacque molto di aver dovuto mentire a sua figlia, ma era necessario.
Nessuno doveva sapere la verità, bisognava negare e basta. Era forse l'unico modo per avere qualche speranza.
Sugar mise l'acqua calda in una teiera di rame, e con quella e alcuni stracci bianchi sottobraccio andò nella piccola stanza di Emily. Di solito anche Anne Lou dormiva in quella stanza, ma da qualche mese a quella parte, Sugar l'aveva spostata nella sua stanza. Sospettava che la piccola avesse cominciato a capire qualcosa fin da allora.
Emily era distesa sul letto, l'aria distrutta e i capelli appiccicati al viso dal sudore.
Era allo stremo delle forze, e a stento teneva gli occhi aperti.
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Il dono del destino
ParanormalTabitha Raincourt, giovane avvocatessa disillusa e amareggiata, torna a casa dopo anni di lontananza per partecipare al funerale di suo nonno. Ritrova Juniper, migliore amica della sua defunta madre e attuale governante di casa Raincourt, e i suoi d...