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Se c'era una cosa che Minho non sopportava era il fumo. Aveva fumato alle medie, in prima, in seconda, e pure in terza. E in quarta? beh, quando sua nonna morì di cancro, a causa del tabacco, decise di smetterla. A volte capitava che un cicco se lo faceva, o massimo due, ma solo nei momenti in cui era esaurito.
Quel momento di stress però durava già da un mese. Per ora, la nicotina era la sua unica terapia che riusciva a colmare il suo vuoto anonimo. Aveva ripreso la sua brutta abitudine.
Quel giorno si trovava in bagno, stava fumando una marlboro rossa.
All'improvviso vide un uomo entrare nel bagno, di corsa. Minho spalancò gli occhi alla vista del professore Bangchan, tant'é che il fumo gli andò di traverso, con una velocità assurda mosse la mano in aria per scacciare le tracce di fumo e spense la sigaretta, la buttò nel water augurandole una buona vita nelle fogne, poi tirò lo sciacquone tra colpi di tosse.
«cough cough- ouch. Ehm, salve prof..?» Minho stava osservando la scena: bangchan stava violentemente sciacquando la sua camicia sotto l'acqua da qualche strano liquido rosso.
«Lee? Che fai qui?»
«nulla; quello é sangue?»
«aspe- ma hai gli occhi lucidi?»
«che cazzo dici»
«come scusa?»
«volevo dire... non é vero»«Minho, stavi seriamente piangendo?»
«prof, sta veramente lavando via del sangue?»
«fatti gli affari tuoi»
«ah ok...»«perché stavi piangendo?»
«per nessun motivo... e lei perché sta lavando via quella rossa macchia dalla sua camicia?»
«okay, leverò ogni tuo dubbio: non ho ucciso nessuno» disse chan spegnendo il rubinetto per poi protendersi verso la ventola.
«ah ok. Allora cos'黫...marmellata di fragole.»
«come ci é finita della marmellata sulla sua camicia?»
«una stupida bionda mi si é scontrata addosso in corridoio... stava scappando, veniva inseguita da Han, il tuo amichetto» si controllò la camicia, era quasi pulita.«ah... ok»
«ora sta a te. Perché piangevi?»
«prof, lei fuma?»
«ti sembra che io sia uno che possa fumare?»
«non lo sap-»
«sì. Dammene una, ne ho bisogno.»Dopodiché chan portò il minore con sé nell'aula insegnati, attualmente vuota. Si misero sulla finestra. Il dolce vento soffiava tra i loro capelli. Era la stagione della fioritura dei ciliegi. Sarebbe stato bello vederne una, in quel momento. Ed invece la scuola si affacciava, da un lato su un ponte trafficato, e dall'altro, su un centro ricreativo per i ragazzi poco abili, di cui changbin e la sua compagnia di bulli rubavano la merenda e facevamo battutacce.
«allora?» chiese Chan osservando il palazzo di fronte.
«la ragione per cui "piangevo".. non lo so. Mi sento solo. Come se non importassi più a nessuno. Come un pallone sgonfio che viene calciato via perché inutilizzabile. Mi rendo conto di essere rimasto solo. Che sono stato troppo tempo dietro un'amicizia che ho perso in un secondo, sono stato troppo disattento. Mi sento spaesato» minho si appoggiò sul davanzale, faceva cadere giù apposta la cenere addosso ai passanti, che non se ne accorgevano. E lui sorrideva. Un pretesto per sorridere per evitare di scoppiare in lacrime, non davanti ad un professore, almeno.
«tu parli di Jisung, non é vero?»
Minho, dentro di sé, rimase totalmente scioccato. Come faceva a saperlo?«sei geloso, geloso perché ti é stato portato via, vero? Da una ragazza, da una stupida ragazza, ovviamente bionda, che non sa manco camminare con una crostata di marmellate alla fragola in mano. Che non guarda dove va. L'avrei menata. Così sì che sarebbe stato sangue vero, quello sulla mia camicia» a quanto pareva, bangchan se l'era legata un po' al dito....
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Bad boys || Minsung
FanfictionNella scuola più putrida del mondo, in cui gli insegnanti non servono a nulla, Jisung e minho si odiano a vicenda, si fanno dispetti tra di loro e a volte fanno a botte. Ma a causa del preside Park Jin-young, dovranno, anzi, DOVRANNO andare d'amor...