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Il giorno successivo felix ritornò a scuola, stranamente completamente guarito. Si catapultò verso minho, che stava leggendo manhwa online.
«Minho-hyunggggghjjkj! Che bellooo! Sei stato bravissimo ieri! Grazie a te mi sono ritrovato un 9 sul registro elettronico! Sei un mito! Tieni, questa é per te. L'ho presa poco fa» felix gli diede una scatolina con scritto sopra "Yang Pâtisserie". Proveniva dalla migliore pasticceria di Seoul.
In men che non si dica la aprì, rivelando al suo interno una graziosa cheesecake alla ciliegia. Non se ne trovavano in giro così facilmente.
«ma come facevi a sapere-»
«me l'ho ricordo dalla seconda. Durante il consiglio di classe avevi detto che avresti aperto uno spaccio di cheesecake perché ti piacciono tanto, giusto per guadagnare qualcosa..» rispose minho con quel suo sorriso raggiante.
Ringraziò di cuore il suo amichetto e la richiuse per infilarla nello zaino. Aveva appena fatto colazione. L'avrebbe mangiata più tardi.Qualche minuto dopo entrò jisung. S'era fatto vivo.
«buongiorno signorino Han»
«non c'è bisogno che mi lecchi il culo, minho» disse appoggiando la cartella sul banco accanto al suo.
«questa è per te» jisung gli porse un contenitore rosa.
«che roba è» chiese lui prendendola.
«ieri ho aiutato mia madre a cucinarla. Per festeggiare il mio primo otto abbiamo fatto la cheesecake in casa. Le ho detto che era per merito tuo. Mi ha obbligato a darti un pezzo..» disse jisung imbarazzato guardando altrove.Minho lo guardò con le stelle negli occhi. L'aveva portata apposta per lui?! Già. Ma la cosa più bella era che si era inventato la parte finale. Aveva lasciato apposta una fetta per lui, si ricordò che gli piacevano queste cose quando qualche mese fa aveva trovato su un suo foglio la scritta "cheesecake is life". Lo prese in giro per una settimana intera.
«se non la vuoi buttala, o ridammela.» disse jisung vedendo lo sguardo perso di minho, che non sembrava essere tanto convinto. Stava solo pensando che tutto ciò fosse solo un sogno. Ad un certo punto sbatté violentemente la testa sul tavolo. Non era un sogno.
«NO! La mangio io, volentieri! Sai, per non arrivare in ritardo non ho fatto colazione, c'ho una fame da pazzi!» e subito aprì il contenitore. L'odore, la dolcezza e l'aroma proveniente da quella lussuosa bontà fatta con le uova dalla gallina dalle uova d'oro e le preziosissime mani di jisung gli procurò il batticuore.
Era soltanto felice. Tutto qui.
La mangiò con gusto, non si preoccupò di felix che gliene aveva portata una il triplo più costosa. Tanto quello era andato in quinta C da Namjoon come pretesto per vedere hyunjin.
Jisung invece lo guardava con viso fiero. Forse se l'era meritato. E ritornò a pensare ai discorsi dell'altro ieri, per cui pianse sulla via del ritorno. Ci pensò sulla questione tutto ieri.
Nessuno gli aveva mai dato tutte queste attenzioni come faceva minho. A volte si sentiva tanto desiderato dal ragazzo che si ritrovava a fare gli stessi pensieri di una ragazzina innamorata del football player più bello della scuola come nelle americanate. Forse era questa la causa della sua gelosia.
Lo rendeva speciale.
Soprattutto grazie al fatto che in qualche modo sarebbero diventati amici.
Si sarebbero avvicinati di più.Pensava di essere speciale per qualcuno per la prima volta, al di fuori di sua madre.
Anzi, si era illuso pensando di essere speciale per lui.
Ma questo ultimo pensiero emigrò subito dalla sua mente quando notò con che velocità minho finì quella fetta.
«Che imbranato che sei, sei tutto sporco» fece notare jisung indicando le labbra ricoperte di crema.
Minho si risistemò il viso. «ancora?» chiese per assicurarsi di essersi pulito per bene.
«no, sull'angolo destro.. no quello è il sinistro. Minchia immagina avere 17 anni e non saper distinguere la destra dalla sinistra... vieni faccio io» jisung si avvicinò al volto del ragazzo.E con il solito cliché dei kdrama, gli pulì l'angolo destra della bocca con il dito. Nel mentre fecero eye contact. E l'atmosfera intorno a loro cambiò. Sotto il soffice pollice di jisung risiedevano le carnose e morbide labbra di minho.
Minho spostò i suoi occhi verso la mano di jisung per poi ritornare nel viso del più piccolo.
I loro sguardi si intensificarono.Purtroppo la campanella che dava il via a quel faticoso giovedì non tardò a ricordare agli alunni di mettersi ai propri posti ed aspettare l'arrivo dell'insegnante. In mezzo minuto la classe si fece piena.
«ARGH MINHO STAMMI LONTANO» e Jisung spinse via minho, facendolo cadere a terra. «AO MA CHE CAZZO FAI» urlò il ragazzo mentre si rialzava con il fianco dolorante. «NON MI TOCCARE» schiamazzò il minore, cercando di non farsi beccare dalla cosa più gay che mai avesse fatto in vita sua. Stava solo proteggendo la situazione.
Il professore di filosofia si fece accogliere nell'aula ed iniziarono così un'altra stressante mattinata.
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Nei giorni successivi il duo non fece altro che passare tanto tempo insieme a scuola, per i corridoi e pure durante il ritorno a casa. Tant'é che pure i professori si insospettirono. Magari stavano complottando qualche colpo di stato per rovesciare il paese. Insomma, era una cosa insolita vederli accanto senza sentir volare qualche madonna o insulto e qualche calcio rotante.
Pure Seungmin iniziò a sorridere, vuoi per le lezioni tranquille o grazie al prof Christopher.
Durante la interessantissima lezione di matematica Jisung passò un pezzo di carta a minho.
C'era scritto un evidente "possiamo parlare più tardi?" Che però fu cancellato con una sola riga di grafite. Si corresse: accanto c'era scritto "dopo parliamo" come un'imposizione a cui il moro non poteva dir di no.🍸💋
Angolo della misericordia
Lol stanno diventando sempre più gay questi.
Che ne pensate? Vale la pena continuare sta cahata?Occhio che sta foto di jyp è molto hard non svenite ragazz^
Quanto sarebbe bello svegliarsi con lui accanto la mattina💘😻💫💫💓❤️
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Bad boys || Minsung
FanfictionNella scuola più putrida del mondo, in cui gli insegnanti non servono a nulla, Jisung e minho si odiano a vicenda, si fanno dispetti tra di loro e a volte fanno a botte. Ma a causa del preside Park Jin-young, dovranno, anzi, DOVRANNO andare d'amor...