Capitolo 3: L'eco della pietra

24 5 1
                                    

Elara si svegliò avvolta in una morbida coperta di lana. La luce filtrava dolcemente attraverso l'apertura della grotta, illuminando il volto dell'eremita che la stava osservando con un sorriso gentile. Si ricordò del suo racconto del sogno e della sfera dorata pulsante nella sua borsa.

"Grazie per l'ospitalità", disse Elara alzandosi. "Il tuo consiglio mi ha dato nuova forza."

L'eremita annuì, i suoi occhi brillavano di saggezza antica. "Il Labirinto Cosmico è un luogo misterioso e pericoloso. Ma la tua determinazione mi fa pensare che sei pronta per affrontarlo."

Si alzò lentamente, appoggiandosi a un bastone di legno intricatamente intagliato. "Chiamami Alastor", disse con voce roca ma melodiosa. "Seguimi. Ti mostrerò il sentiero più sicuro."

Alastor guidò Elara fuori dalla grotta e lungo un sentiero stretto che si snodava tra gli alberi secolari. Il sole filtrava attraverso le foglie, creando giochi di luce sull'erba verdeggiante. Mentre camminavano, Alastor le raccontò storie antiche sulle creature del Labirinto Cosmico, sui suoi passaggi nascosti e sui pericoli che attendevano i viaggiatori incauti.

Elara ascoltava con attenzione, la mente in fermento. Ogni parola di Alastor sembrava rivelarle un nuovo indizio, un pezzo importante della mappa invisibile che la guidava verso il suo obiettivo.

Il sentiero si fece più ripido e tortuoso, fino ad aprirsi su una vasta pianura verdeggiante. Di fronte a loro, svettava una catena montuosa imponente, le cui cime sembravano toccare il cielo.

"Oltre quelle montagne," disse Alastor indicando con un gesto la direzione, "si nasconde l'ingresso del Labirinto Cosmico. Ma prima devi superare alcune prove."

Alastor si fermò e fissò Elara negli occhi, la sua espressione seria.

"Sei pronta?" chiese, il suo sguardo penetrante.

Elara annuì con determinazione, stringendo il pugno intorno alla borsa che conteneva la sfera dorata. Sentiva un calore confortante provenire da lì, ma non si rendeva conto di cosa fosse.

Da quando aveva lasciato il villaggio di Kaelen, era stata attaccata da creature oscure con occhi rossi come braci ardenti e aveva affrontato fiumi che scorrevano a ritroso, sfidando ogni legge della natura. Ma per fortuna, l'eremita le aveva donato una pietra luminescente, un prezioso alleato che emanava una luce accecante allontanando le creature oscure.

Ora, però, la montagna sembrava inarrestabile.

"Come farò ad attraversare questo ostacolo?" si chiese Elara, guardando l'imponente parete rocciosa.

Alastor indicò un sentiero che si inerpicava lungo una parete rocciosa. "Seguilo," disse con voce roca. "Ti porterà alla cascata dell'Illusione. Il Labirinto Cosmico non è solo un luogo fisico, ma anche uno stato mentale. Devi prepararti a confrontarti con le tue paure più profonde."

Con un ultimo saluto e un sorriso incoraggiante, Alastor si allontanò, scomparendo tra gli alberi. Elara respirò profondamente, sentendo un brivido di eccitazione e paura. Si avviò lungo il sentiero tortuoso, le parole di Alastor echeggiarono nella sua mente.

Quando arrivò alla cascata, la vista la lasciò senza fiato. L'acqua cadeva da un'altezza vertiginosa, formando una cortina scintillante che si infrangeva in mille goccioline. Il rumore dell'acqua era assordante, e l'aria intorno era fresca e umida.

Mentre Elara osservava la cascata incantata, sentì un calore insolito provenire dalla sua borsa. Tirò fuori con cautela la sfera dorata: ora emanava una luce intensa, pulsando in sincronia con il battito del suo cuore.

Era come se la sfera volesse guidarla. Con il cuore che batteva forte, Elara si avvicinò alla cascata, pronta a tuffarsi nell'ignoto.

Elara's Chronicles: La Melodia dei NumeriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora