Capitolo 14: Oltre il Velo

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Elara si trascinava attraverso un paesaggio surreale. Gli alberi erano contorti in forme impossibili, le loro foglie una tonalità innaturale di verde-grigio. Le ombre sembravano danzare e cambiare forma con ogni passo che faceva, come se fossero vive. L'aria era densa, carica di un'energia vibrante che le faceva pulsare la testa di continuo.

Il terreno era sconnesso, i sentieri si interrompevano improvvisamente in precipizi profondi, o si trasformavano in laghi neri e immobili. La luna, ormai completamente oscura, non offriva alcuna luce, lasciando Elara immersa in un'oscurità quasi tangibile. Il silenzio era opprimente, rotto solo dal rumore dei suoi passi affaticati.

Ad un tratto, le forze le abbandonarono. Elara crollò a terra, priva di energie.

Quando riaprì gli occhi, si trovava avvolta in una morbida luce dorata. Una donna, con occhi profondi e penetranti sotto una maschera intrecciata, la fissava con attenzione. L'uomo accanto a lei, dal volto nascosto da una maschera simile, sorrise gentilmente.

"Finalmente ti svegli," disse l'uomo. La sua voce era calma e rassicurante. "Ti abbiamo trovata addormentata a qualche chilometro dal Giardino. Siamo Elian e Lyra."

Elara si mise a sedere lentamente, ancora confusa. "Dove... dove sono?" chiese, guardandosi intorno.

Lyra le porse una tazza d'acqua fresca. "Sei al sicuro ora," spiegò.

"Ma come mi avete trovata?" chiese Elara, ricordando vagamente l'inquietante paesaggio che aveva attraversato.

Elian sorrise. "Ti riconosciamo dai tuoi vestiti. Sei di Kaelen, vero?"

Elara annuì. "Sì, sono nata lì."

Lyra la guardò con intensità. "Kyran ci ha parlato di te," spiegò.

"Di me?" Elara era sconvolta. "Ma lui è..." Il dolore le attanagliò il petto, ma Lyra la interruppe dolcemente.

"Sappiamo tutto," disse con un tono compassionevole. "Ci raccontò della tua missione, del tuo legame con lui e del potere che dormiva dentro di te."

Elian si avvicinò. "Kyran ci ha detto che hai il potenziale per distruggere il Velo," aggiunse, la sua voce era seria. "Ma prima di poterlo fare, devi imparare a controllare il tuo potere. Hai bisogno di noi."

Lyra annuì. "Parla di Kaelen, Elian," disse con un sorriso nostalgico.

"Era una visione incredibile," continuò Elian, i suoi occhi brillavano di entusiasmo. "Immaginati un luogo dove la magia non era solo uno strumento, ma il tessuto stesso della vita. Dove macchine a vapore erano alimentate da incantesimi, e torri scintillanti sfioravano le nuvole grazie all'energia arcanica."

"Kaelen era una città che si adattava al suo ambiente," aggiunse Lyra. "Gli edifici crescevano come alberi, i ponti si trasformavano in passerelle luminose al crepuscolo, e le strade erano illuminate da pietre magiche che brillavano di mille colori."

Lyra, con un sorriso misterioso, prese il bicchiere d'acqua vuoto che Elara aveva appena finito di bere e, senza toccare la tazza, la fece levitare nell'aria. "Prova tu," disse indicando Elara.

Elara fissò il bicchiere sospeso nell'aria, concentrandosi su di esso con tutte le sue forze. Ma nulla accadeva. Il bicchiere rimaneva immobile. Un senso di frustrazione la invase.

Lyra fece cadere il bicchiere, facendolo frantumare in mille pezzi. "Mi scusi!" esclamò rossa in volto. "Non so cosa mi è successo! Forse sono solo un po' stanca".

Elara la guardò con occhi pieni di preoccupazione: Lyra sembrava turbata, quasi spaventata da qualcosa. Ma prima che potesse chiedere spiegazioni, Elian si avvicinò e le disse con voce decisa: "È tempo di iniziare il tuo addestramento."

Elara's Chronicles: La Melodia dei NumeriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora