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Salve! C:
Questo terzo capitolo è più lungo di quello precedente, proprio come gli altri che seguiranno, perchè in realtà il secondo capitolo doveva essere integrato nel primo, ma mi sembrava troppo e tutto troppo insieme! 

Comunque sia vorrei ringraziare Chiara ( @september199six ) per la fantastica cover! Grazie mille <3
Spero che la mia storia vi piaccia, e grazie anche solo per darle un'occhiata C: 

-Anna

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Come da copione: io ero puntuale, ma di Harry Styles nemmeno l'ombra. Sbuffai lasciandomi cadere sulla panchina e osservai la volta della chiesa che s'intravedeva dopo gli alberi, oltre il lago che avevo di fronte dove le anatre starnazzavano e si azzuffano per un pezzo di pane che qualcuno gli aveva lanciato.

Incrociai le braccia al petto, non entravo in chiesa esattamente da quattro anni, da quando mia madre era morta. Da che io ricordi era sempre stata malata e da bambina, ogni volta che mi facevano quella famosa domanda "cosa vuoi fare da grande?" rispondevo sempre nello stesso modo: il medico; per trovare finalmente la cura contro il cancro, perché in qualche modo nella mia innocenza ero convinta di poterci riuscire. E lei aveva sempre detto che testarda com'ero, quando sarei cresciuta avrei smosso le montagne, ma la cosa adesso mi faceva solo ridere perché altro che montagne, io non riuscivo a smuovere nemmeno un ammasso di cellule elementari denominato Harry Styles.
Erano già passati dieci minuti e cominciava a fare buio, ed era stato proprio lui a raccomandarmi dell'orario! Ovviamente non poteva prendere il suo tempo ad aspettarmi, io invece si.

Sbuffai nervosa battendo un piede per terra, probabilmente secondo le sue sciocche convinzioni io non avrei avuto niente di meglio da fare se non rimanere confinata in casa a studiare, quindi non riteneva una sua prerogativa arrivare puntuale, visto che lui era una di quelle persone che erano sempre in giro a "fare baldoria" e di conseguenza aveva poco tempo praticamente per tutto.

Inoltre, mi chiesi perché mi avesse dato appuntamento proprio in quello stupido parco se poi evidentemente era un problema per lui arrivarci, e m'interrogai sull'oscura ragione che mi aveva spinto ad acconsentire, anche se tecnicamente era stata Nina a farlo per me. Tanto meglio, almeno avrei avuto qualcuno a cui dare la colpa se non si fosse presentato!

Invece -con mia grande stupore- lo scorsi sul sentiero che avevo preso per raggiungere la panchina, correva e aveva un borsone nero che gli pendeva da una spalla, oscillando nella corsa. 

«Scusa il ritardo» disse affannato tenendosi un fianco con una mano. Era ancora in tenuta sportiva, con i pantaloncini neri e la maglia bianca, era il numero 1 della squadra di calcio della scuola, nel senso che ce l'aveva letteralmente stampato sulla maglietta.
«Figurati» ribattei. Non potevo negare di essere sorpresa, era anche sudato, probabilmente non si era nemmeno fatto la doccia per presentarsi all'appuntamento. Chi era quest'individuo? Dov'era Harry Styles?
Si sedette con un sospiro di sollievo «pensavi che non venissi, eh?» ribatté poi con un sorriso divertito.
«Ad essere sincera, si. Pensavo che mi avessi dato buca» lui si passò una mano tra i capelli umidi e poi li legò con un elastico.
«Sono un uomo di parola, io» rispose.
«Allora, che si fa?» chiesi evitando di sorbirmi un ennesimo elogio a se stesso.
Lui alzò le spalle «Mi butterei proprio nel lago in questo momento, sto morendo di caldo» se ne uscì. Le temperature non erano esattamente delle migliori, eravamo a fine settembre e il clima in quella parte dell'Inghilterra non era buono nemmeno in estate, doveva essere davvero stremato.

Sorrisi divertita «e dai, dico sul serio. Che facciamo?»
«Lo sai, dovresti sorridere più spesso. Quel muso lungo che sfoggi in giro non attira nessuno, forse è per questo che non hai il ragazzo» ah no, eccolo.
«E tu come fai a saperlo? Potrei anche avercelo» ribattei stizzita, lui alzò un sopracciglio rivolgendomi con un espressione divertita o meglio, derisoria.
«Conosco praticamente tutti e sono abbastanza informato sui gossip, nessuno parla di te» ribatté. In realtà, non sapevo se il fatto che la gente non sparlasse di me mi facesse piacere o mi facesse sentire tagliata fuori dal mondo più di quanto non mi ci sentissi già, ma di sicuro il suo tono di voce m'irritava alquanto.
«Nemmeno tu hai la ragazza» gli feci presente, lui sorrise.
«Io sono uno spirito libero, biondina» disse con l'intento di sottolineare che era single unicamente per sua scelta, a differenza mia.
«Beh, grazie» risposi sarcastica.
«Ma la mia non era un'offesa, stavo cercando di farti un complimento. Sei molto carina quando sorridi, Jess» ci tenne a precisare facendomi arrossire, lui si trovava davvero a suo agio a dire tutto quello che pensava e a volte lo invidiavo.
«Tu puzzi invece» appunto, io che non ero in grado di fare nemmeno i complimenti alle persone. Anche se prima di allora non mi era mai saltato per la testa di dover fare dei complimenti proprio ad Harry Styles, ritenevo già sufficienti quelli che si faceva da solo.
Lui rise «lo so, ma odio essere in ritardo o i ritardatari in generale. Mio padre lo è, è una tale testa di cazzo» borbottò.
«Non ho mai visto tuo padre» riflettei ad alta voce.
Io ed Harry avevamo sempre avuto in paio di corsi in comune e quindi capitava d'incontrarsi al colloquio con gli insegnanti, non che avessimo mai parlato o qualcosa del genere, s'intende, ma l'avevo incrociato un paio di volte in compagnia di una donna che gli somigliava in modo impressionante.
«Sei fortunata, io vorrei non rivederlo mai più» mi accigliai appena e lui sospirò «senti, io non sono bravo a parlare della mia vita privata, ma visto che dobbiamo scrivere questo fottuto saggio di duemila parole»
«Erano cinquecento, è solo colpa tua se sono duemila» gli ricordai, lui alzò le mani cosciente delle sue colpe.
«Infatti, sto cercando di collaborare» ribatté prontamente e ci scambiammo uno sguardo di sfida, bastava poco per farci scattare. Eravamo praticamente l'opposto: io ero taciturna e riservata, lui schietto ed estroverso; ma insieme eravamo il fuco e la paglia.
«Quando avevo otto anni ho sorpreso mio padre che scopava con un'altra, nel letto dei miei. Poi hanno divorziato, ma visto che mia madre è troppo buona e a quanto pare non ha nulla contro di lui, pretende che io ci passi del tempo. Ogni tanto vado a Londra, a casa sua e della sua nuova mogliettina» fece una smorfia di disgusto «li odio, quando sono lì sono sempre fuori con amici. Non ci sono quasi mai» fece un sorriso «Londra non è come qui, ci sono un sacco di locali davvero pazzeschi. So cosa stai per dire, ma tu non sei minorenne?» mi fece il verso e io mi misi a ridere «beh, guardami tesoro! Ne dimostro venti e ho un documento falso, ma questo rimarrà tra noi» scossi la testa vagamente divertita.
Anche io ero stata a Londra, mio fratello ormai ci si era trasferito per via dell'università ed ero andata spesso a fargli visita, ma tutto quello che avevo visto erano stati la metropolitana e i soliti posti in cui vanno anche i turisti, James non avrebbe mai portato la sua ingenua sorellina in un locale.

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