1 CAPITOLO -È tempo di tornare a casa- (revisionato)

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Il viaggio era quasi terminato, o meglio, questo era quello che aveva detto la ragazzina dai capelli crespi che poco prima era entrata nella nostra cabina cercando un rospo dal nome strano. Hermione, così si chiamava la ragazza, era stata definita dal mio compagno di viaggio una mezzo-sangue. Non persi tempo a chiedere spiegazioni.
- Di solito è qualcosa che nel mondo dei purosangue risulterebbe come un offesa: definisce qualcuno che ha nelle vene del sangue sporcato dai babbani. Io in realtà non ci vedo nulla di male.-Mi aveva detto lui, scrollando le spalle, attendendo con tranquillità che indossassi la mia uniforme. Più passava il tempo e più mi diveniva segretamente simpatico.
Avevamo passato l'intero viaggio a chiacchierare, parlando delle nostre famiglie e dei nostri interessi. Lui mi aveva spiegato il gioco del Quidditch, al quale mi ero subito appassionato, ed io per ricambiare gli avevo insegnato i fondamentali della pallavolo.
-Noioso.- Aveva detto alla fine del mio discorso sullo sport. Io avevo riso di gusto.
- Credo proprio che dopo aver vissuto anche un solo giorno in questo mondo sarà tutto più noioso anche per me, Draco.- Affermai con un sorrisino, lui ricambiò.
Pronunciare il suo nome con tutta quella sicurezza mi rendeva euforico.
Poi il suo sorriso si spense così come il mio.
Il silenziò piombò in quello spazio ristretto di treno e fu quasi come se intorno a noi ci fosse solo vuoto.
Avrei voluto parlare. Ricominciare a ridere e scherzare come avevo fatto fino a quel momento, ma lo sferragliare del treno in rallentamento mi fece voltare di scatto verso il finestrino.
Eravamo arrivati.
Guardai Draco per un'ultima volta prima di scendere.
Una marea di ragazzi stava ostruendo la stazione, e l'unica figura a stagliarsi come un faro in una tormenta, era Hagrid il guardia caccia. Mi vide dall'alto della sua stazza e mi salutò agitando la manona. Non potei fare a meno di sorridere in risposta.
-Lo conosci?- Sussurrò spaesato il Malfoy, che fino a quel momento aveva camminato silenzioso al mio fianco. Mi girai nella sua direzione, ma poi arrossendo fino alla punta dei capelli, mi convinsi a guardare dritto davanti a me.
-Emhhh... a quanto pare.- Mormorai io, imbarazzato.
Non sembrava essere una cosa da tutti conoscere un personaggio del genere, preferii quindi non fornire troppi dettagli. Era chiaro che la mia storia e la mia cicatrice avessero già dato troppo nell'occhio, ed io non avevo la minima intenzione di farmi notare ancor di più.
Avevo ancora lo sguardo su Hagrid quando lui lo passò da me a Draco e viceversa con aria di rimprovero. Il suo sorriso venne sostituito da un espressione grave ed io ebbi la certezza di aver commesso qualche errore madornale.
- Il primo anno con me!- Gridò l'omone facendo segno agli ultimi studenti rimasti sul binario, di seguirlo. Feci qualche passo avanti e lasciai che il biondo mi superasse mentre il gigante si abbassava per sussurrarmi qualcosa all'orecchio.
- Harry. Non dovresti fidarti di uno come quello lì. Solo guai portano quelli lì. Tutti Serpeverde i Malfoy. - La folla di studenti esaltati mi trascinò lontano da Hagrid, ma le sue parole continuarono imperterrite a rincorrersi nella mia testa, mentre mi ritrovavo sbalzato sulla riva del lago, insieme al resto dei ragazzi del primo anni. Guardai in basso. L'acqua era nera e piana come una tavola, come se qualcuno avesse fatto cadere una grossa macchia di inchiostro su quella parte di terreno e questa si fosse condensata nel tempo.
Le barchette che galleggiavano sulla sponda però convincevano del contrario, aspettai che tutti presero posto e mi avviai su una delle imbarcazioni rimaste libere, ritrovandomi insieme a Ron, Hermione e quello che si presentò come Neville. Aveva un faccione rotondo e l'aria buona ed ingenua. La sua corporatura avrebbe convinto chiunque a cambiare mezzo di trasporto per l'altra riva, ma io non avevo trovato nessun'altra barca dove infiltrarmi.
Mentre la scialuppa ci trascinava stanca attraverso il buio dell'acqua, intravidi la testa bionda di Draco in una delle prime barche.
Il suo sguardo era esterrefatto, pieno di entusiasmo e sorpresa mentre guardava le luci ammiccanti del castello che si ergeva sulla roccia. Tanto spontaneo da chiedermi quali fossero i guai che avrebbe portato con sé un tipo come lui secondo Hagrid.
-Oh mio Dio. Dal vivo è molto più bello che sul libro.- Esclamò in un sussurro Hermione che per poco non faceva ribaltare la barca, per quanto si stesse sporgendo fuori.
Ron si trattenne dallo scoppiare a ridere, a metà tra il divertito e lo sconvolto per la confessione della ragazza. Neville, al contrario, sembrava non voler prestare attenzione a nulla che non fosse il suo rospo, perso chissà dove nel viaggio. Fu il mio turno di trattenere le risate.
-Non ritroverò mai il mio Oscar...- Piagnucolò, mentre la bionda gli dava qualche pacca amichevole sulla spalla grassoccia, anche se non pareva affatto preoccupata della malcapitata vittima rana.
- Sono in un sogno.- Blaterai. Con la coda dell'occhio vidi anche il rosso sorridere sghembo, per poi tornare serio non appena i suoi occhi si scontrarono con i miei, come invaso da un brutto pensiero.
- Oh mi spiace per prima. - Mi scusai, attribuendo la sua espressione triste alla terribile scenetta in treno.
- Draco è stato troppo duro, saresti stato il benvenuto. - Mi giustificai.
Non che fossi del tutto dispiaciuto, ma non mi sembrava il caso di farmi dei nemici il mio primo giorno. Il castello, nel frattempo, si era fatto talmente vicino da poter contare una ad una le finestrelle illuminate, se solo uno avesse voluto.
Io non lo feci. Al contrario misi gli occhi sulla terra ferma per non inciampare sulla breccia, non appena fummo sbarcati.
- Sì, so bene che Malfoy sa essere terribilmente cattivo quando vuole. Sono certo che il suo baule lo stia già aspettando nelle stanze dei Serpeverde.- Mi sorrise Ron incerto, e la mia confusione crebbe.
- Potrei farti una domanda? - Chiesi camminando fianco a fianco con lui. Avevamo lasciato il selciato, entrando nel grosso castello.
La scalinata in marmo che stavamo percorrendo era illuminata da grosse lampade fiammeggianti che coloravano le mura di un rosso intenso.
- Certo.- Rispose il rosso, curioso.
- Questi Serpeverde... sono così male come dicono?- Buttai lì tutta d'un fiato, come per paura che le parole avessero potuto scapparmi di bocca.
Ron accennò una risata fintamente allegra.
- Diciamo solo che come casa qui ad Hogwarts, ha sfornato molti  cattivi. - Si limitò a dirmi, per poi voltarsi dall'altro lato. Fu allora che mi accorsi che oramai eravamo fermi in cima alle scale, ed una donna sulla cinquantina si stava schiarendo la voce, guardandoci tutti, prima di cominciare ad illustrarci ciò che avremmo dovuto fare.
Aveva i capelli grigi racchiusi in una severa pettinatura che la rendeva ancor più glaciale, il fisico slanciato e il mantello nero a coprirla interamente.
- Io sono la professoressa McGranitt... a breve inizierà lo smistamento, quindi vi prego di non allontanarvi di un passo e di rimanere composti fino al mio ritorno.- Disse prima di sparire attraverso una porta alta quanto una casa. Nessuno osò emettere alcun suono o muoversi tra i compagni sino al suo ritorno, e lei ne fu enormemente soddisfatta.
Il suo sguardo fiero e serio passò nuovamente su ognuno di noi, poi agitando il mantello dietro di sé, ci condusse verso un intenso frastuono.
Non ci volle molto prima di capire da chi provenisse, e ci volle ancor meno a  farlo cessare.
Una volta entrati nella sala piena di ragazzi frequentanti la scuola, infatti, tutti gli occhi furono puntati su di noi, e le voci che avevano fino ad allora riempito l'aria, si spensero sotto i nostri occhi agitati.
-Miseriaccia.- Borbottò Ron in ansia.
Mi dissi che sarebbe stato educato rispondere alla sua affermazione, ma la voce rimase bloccata in gola. Un miliardo di candele fluttuava nell'aria e il cielo stellato era visibile attraverso il soffitto. Portai una mano alla bocca per assicurarmi di avere ancora la mascella attaccata, e me ne meravigliai quando la trovai ancora lì.
Era spettacolare, non avevo mai visto una cosa del genere, neppure nei libri illustrati che spesso leggevo di nascosto nella biblioteca della scuola.
- Adesso chiamerò il nome di ognuno di voi. Verrete qui, ed io metterò il cappello parlante sulle vostre teste. Sarà lui a decidere la casa nella quale sarete smistati. - Disse la McGranitt.
Mi accorsi di avere i nervi tesissimi e la fronte imperlata di sudore freddo. Non era il momento di farsi prendere dal panico.
-Draco Malfoy.- Chiamò la professoressa.
I passi di Draco risuonarono forti e sicuri attraverso la sala mentre lui si dirigeva verso lo sgabello con il cappello.
Non potei fare a meno di tenere il mio sguardo incollato sulla sua figura.
Lui si sedette, buttandomi un'occhiata loquace, e la donna abbassò il cappello su di lui.
Non fece neppure in tempo ad appoggiarlo sulla sua testa che già quest'ultimo stava gridando:
-Serpeverde.-
Un boato esplose tra i presenti. Applausi e urla si levarono dal tavolo della casa che aveva appena acquisito un nuovo membro.
Il mio cuore perse un battito mentre lui mi rivolgeva un sorriso malizioso, passandomi accanto per raggiungere i suoi nuovi compagni, non prima di avermi fatto l'occhiolino.
- Hermione Granger. - Il silenziò ripiombò nella sala, non appena la voce della McGranitt risuonò nell'aria.
- Grifondoro. -Annunciò il cappello. Stavolta le acclamazioni arrivarono dal tavolo dei rosso-oro.
Smisi di prestare attenzione al susseguirsi di studenti.
Man mano che i nomi venivano annunciati e i ragazzi accanto a me diminuivano, la mia ansia aumentava. E se il cappello mi avesse messo nella casa sbagliata? Se non avesse trovato una casa adatta a me? Cominciai a tormentarmi il labbro inferiore mentre il vuoto accanto a me aumentava.
- Harry Potter. - Per un momento rimasi bloccato, con il labbro intrappolato tra i denti.
Fu Ron, ancora al mio fianco, a spingermi verso lo sgabello. Così, anche se titubante, usufruii della spinta per continuare a camminare. Sapevo che tutta la sala stava guardando me, e per poco non me la diedi a gambe levate.
Feci un respiro profondo e lasciai che il cappello cadesse sulla mia fronte oscurando la platea ai miei occhi...
- Mhh.. interessante.- Blaterò. Strinsi le dita sullo sgabello, andando nel panico.
Che volesse cacciarmi?
- Stai tranquillo ragazzino. Non ho intenzione di cacciarti. Sono solo indeciso su dove smistarti. Hai grandi capacità... - Ragionò con sé stesso, facendo aumentare la mia ansia.
Presi l'ennesimo respiro profondo.
Gli occhi grigi di Draco mi si affacciarono alla mente, rallentando il mio battito cardiaco.
- Oh, questo mi chiarisce le idee. Sì. Sì, credo proprio che sarai capace di grandi cose nella casa in cui ti smisterò, infondo hai ogni qualità che il fondatore desiderava.- Sembrava aver acquistato una certa allegria, quasi mi stesse raccontando una barzelletta.
Pregai che prendesse in fretta una decisione.
- Sfrutta bene l'opportunità che ti sto dando, ragazzino. Un giorno mi ringrazierai.- La sua voce risuonò soffusa nella mia testa e fui certo che la sentissi solamente io.
Cercai di concentrarmi solo su di essa.
-Non c'è motivo di essere così insicuri. Lui è la scelta giusta.- Mi rimproverò con voce paterna.
-Serpeverde.-
Successe tutto in un attimo. Vidi Ron abbassare lo sguardo, rassegnato e Draco esultare battendo le mani.
Io non potei fare a meno di sorridere, avviandomi verso di lui.
Ero pronto ad iniziare quella nuova avventura, inconsapevole di ciò che mi avrebbe riservato il domani.

#Angolino dell'autrice:
Ehiii sono riuscita a scrivere il capitolo e pubblicarlo in tempo record. Spero di riuscire a fare lo stesso anche nei prossimi giorni, dato che dalla prossima settimana sarò in vacanza, e quindi quasi sicuramente non avrò neppure il tempo per sbloccare il telefono. Fatemi dunque sapere cosa ne pensate di questo "primo" capitolo. Io aspetto i vostri commenti.
Se il capitolo vi è piaciuto accendete la stellina qui sotto. Un bacione e alla prossima :)

Chronophobia (IN REVISIONE)|| DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora