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Jenny non pensava a sé stessa come una persona pessimista, ma non per questo era solita  cedere a facili entusiasmi, soprattutto quando si trattava del suo lavoro. A frenarla era il suo solido realismo e, perciò, anche se da quando avevano riaperto avevano avuto diverse buone serate e l'idea di Olivia durante l'ultimo fine settimana aveva portato una discreta entrata, aveva tutte le intenzioni di rimanere con i piedi per terra.
Mantenere fede a questo proposito non era così difficile in quel fiacco martedì; all'ora dell'aperitivo si era presentato solo un piccolo gruppo di clienti abituali e adesso che era quasi ora di cena Jenny non prevedeva che avrebbe occupato più di un paio di tavoli. Quello che, però, non si spiegava era il pienone previsto per il giorno successivo.
«Hai idea che giorno è domani?» chiese a un certo punto Jenny ad Antonio.
Aveva, infatti, abbandonato il bancone ed era entrata in cucina reggendo il planner nella mano destra.
«Mercoledì, no?» rispose il cuoco, senza, però, alzare lo sguardo dal coltello con il quale stava sminuzzando delle erbette.
«Mi chiedevo se fosse una giornata particolare, una festa o qualcosa del genere.» spiegò Jenny «Sono quasi le otto e ho servito a malapena quattro spritz, mentre domani, secondo l'agenda i tavoli sono tutti prenotati.»
Antonio, notò Jenny, ebbe un attimo di esitazione, il rumore della lama che batteva ritmicamente sul tagliere si interruppe, per poi riprendere dopo appena due secondi.
«No, è un giorno come un altro. Sarà un caso.»
«Beh, speriamo che questo "caso" duri per tutta la settimana perché oggi c'è un mortorio di là. Menomale che ho deciso di fare riposare oggi i ragazzi.»
«E Olivia?»
Jenny guardò l'orologio che era appeso al muro della cucina.
«Le ho dato il pomeriggio libero, ma dovrebbe essere qui a momenti.»
Antonio annuì e spostò la sua attenzione su uno dei frigoriferi dal quale tirò fuori dei pomodori.
«Jenny non è una scienza esatta. Ci sono delle giornate un po' lente, ma i weekend stanno andando bene e l'ultimo abbiamo fatto il botto, no? Perciò, stai serena.»
Jenny non credeva che quell'invito avesse mai funzionato con qualcuno, sicuramente non funzionava per lei. Il pub, infatti, non era la sua unica preoccupazione: Mia, da qualche giorno, sembrava avere qualcosa per la testa e l'ultima volta che Jenny aveva avuto questa sensazione la compagna stava nascondendo una relazione. Quel pomeriggio, addirittura, prima di recarsi a lavoro, aveva notato che Mia stava chattando freneticamente con qualcuno e l'aveva salutata con un bacio distratto.
Il dubbio, perciò, era tornato a bussare alla sua porta perché la ferita provocata dal tradimento, che aveva ignorato a causa dell'incidente, non si era ancora rimarginata del tutto e Jenny, ora che la paura era passata e la compagna stava bene, non aveva potuto fare a meno di affrontare la domanda che aveva evitato di porsi per molto tempo: se Mia non avesse rischiato di morire, l'avrebbe perdonata? Messa in quei termini, poteva suonare meschino e Jenny credeva che dovesse guardare le cose con la giusta prospettiva e decidere cosa fare del suo orgoglio. Rischiare di perdere la compagna per sempre aveva ridimensionato il torto subito e, forse doveva lasciarsi il suo tradimento alle spalle, se l'alternativa era non avere più Mia nella sua vita.

Presa dal rimuginare, quasi non dette peso al fatto che Olivia non si era ancora presentata al lavoro. Non lo avrebbe fatto per tutto il resto della serata e Jenny fu costretta a dividersi tra sala e bancone. Doveva ammettere che non era stato un gran problema, ma a fine serata cominciava ad essere preoccupata. Olivia non aveva risposto a nessuno dei tentativi fatti per contattarla e mentre, verso le undici, Jenny e Antonio si preparavano a chiudere il locale, i messaggi che le avevano mandato risultavano ancora non visualizzati.
«Pensi che dovremmo presentarci a casa sua?» chiese Antonio, lievemente allarmato mentre si preparava a portare fuori il sacco della pattumiera.
«Oddio! Credi sia il caso?» chiese a sua volta Jenny mentre tirava su l'ultimo sgabello.
Una vibrazione proveniente dalla tasca dei suoi jeans interruppe la conversazione.
«Mi ha risposto.»
Jenny aprì la notifica del cellulare.
«Mmm... questo è strano, senti un po' che mi ha scritto "mi dispiace per tutto, addio."»
Antonio posò il sacco nero sul pavimento e si mise una mano sulla testa.
«Per tutto cosa?» chiese il ragazzo, più confuso che preoccupato.
«E che vuol dire addio?» incalzò Jenny, che non si era ripresa emotivamente del tutto dal disastro provocato da José «Vuole lasciare il locale? Tu hai notato qualcosa?»
«No, era tranquilla. Stava persino aiutando Mia.»
Antonio si portò velocemente la mano sulla bocca come se quel gesto servisse a rimangiarsi quello che aveva appena detto e un assurdo scenario si prospettò nella mente di Jenny. Mia e Olivia, negli ultimi giorni, sembravano essere diventate piuttosto complici, nulla di strano entrambe erano molto socievoli, ma il sabato precedente, Jenny le aveva soprese a parlare al bancone e le due si erano improvvisamente zittite appena l'avevano vista arrivare.
«Che c'entra Mia?» chiese sospettosa.
Il giovane cuoco sospirò.
«Mia le ha chiesto aiuto per una cosa, ma non ti dico cosa, Jenny, perché sennò la tua dolce metà mi uccide, e avrebbe anche ragione. E Olivia sembrava parecchio investita, perciò, deve essere successo qualcosa se si è resa irreperibile.»
Jenny tirò un sospiro di sollievo.
«Intendi dire che Mia ha una sorpresa per me?» chiese dimenticandosi per un attimo della sua bartender.
Antonio riacciuffò il sacco nero dal pavimento e puntò un dito contro Jenny.
«Sì, ma non chiedere.»
«Non lo farò, promesso.» rispose Jenny mentre guardava il ragazzo dirigersi verso la porta d'ingresso «Ma che facciamo con Olivia? Non credo che chiederle spiegazioni sarà utile, mi è sembrata piuttosto laconica stasera.»
Antonio fece spallucce e prima di uscire fuori per completare l'ultimo gesto di quella giornata lavorativa disse:
«Prova a chiedere a Mia.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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