Nonostante fossero all'incirca le due del pomeriggio e in corridoio poteva passare chiunque dei i suoi vicini, Olivia aprì la porta del suo appartamento noncurante del fatto che la vestaglia che stava indossando non la copriva per niente; era infatti troppo corta per la lunghezza delle sue gambe e il nodo della cintura, troppo lento, lasciava vedere gran parte del seno nudo.
Sul pianerottolo, Luca, con le mani dietro la schiena, appena la vide fu incapace di trattenersi dal commentare:
«Se mi apri la porta così, come pensi possa resistere dallo sbatterti al muro e scoparti qui sulla soglia?»
La ragazza non fu affatto stupita da quel commento impertinente, Luca non poteva essere definito esattamente un gentiluomo, ma in fin dei conti lei di un gentiluomo non sapeva che farsene.
Lo aveva conosciuto circa due settimane prima quando una sera, senza grande entusiasmo, costretta da Jenny a una vacanza dal lavoro per qualche giorno, aveva ceduto alle pressioni di Emma, una sua amica, la quale l'aveva trascinata a ballare in uno di quei posti pieni di tamarri che lei non poteva soffrire, ma che alla sua amica piacevano tanto.
Dopo appena un'ora dal loro arrivo nel locale, infatti, Olivia si era stufata di stare lì e si era ritrovata sola ad un tavolino con la testa appoggiato a una mano, mentre guardava l'amica strusciarsi con uno. Si trattava di un tipo palestrato, alto due metri che, come sospettava, probabilmente Emma aveva puntato già da qualche settimana ed Olivia era contenta per lei, ma lo sarebbe stata di più se avesse trovato qualcuno con cui fare quello che l'amica stava facendo con quel tipo. Si era guardata intorno, ma non c'era nessuno che aveva trovato interessante. L'unica persona ad attirare la sua attenzione era stata una brunetta magra, con un vestitino corto e se si fosse trovata in un altro tipo di locale, si sarebbe avvicinata senza alcuna esitazione; ma non era quello il posto adatto e, da vari indizi sparsi qua e là, aveva dedotto, che la donzella in questione fosse fortemente interessata al genere maschile.
Olivia stava per rinunciare e svignarsela a casa, quando un tizio si era seduto vicino a lei e aveva esordito dicendo:
«Ciao sono Luca e ho un grosso pene.»
La ragazza era rimasta spiazzata dalla sfacciataggine di quel tipo, lei non era  pudica, ma quell'approccio era troppo persino per i suoi standard. Tuttavia, quella frase aveva stuzzicato la sua curiosità ed era stata al gioco.
«Ciao, sono Olivia,» disse dopo aver scrutato il ragazzo per qualche secondo «e anche io ho un grosso pene, il mio, però è di plastica e l'ho lasciato nel cassetto del mio comodino.»
A quel punto Luca era scoppiato a ridere e Olivia l'aveva seguito a ruota.
Annoiata com'era, si era detta che non aveva niente da perdere a scambiare quattro chiacchierare con quel tipo, inoltre Olivia, che non disdegnava la compagnia maschile, aveva dovuto ammettere che il ragazzo era dannatamente attraente.
Luca di sé stesso aveva detto che era un tombeur de femme senza scrupoli: sebbene fosse capace di organizzare cene galanti, regalare fiori e, in generale, dispensare romanticherie, non capiva il senso di darsi da fare se quello che cercava era solo divertimento. Solo che le donne, a detta sua, ci cascavano sempre e lui era sempre costretto a deluderle. Olivia se l'era bevuta fino a un certo punto, tanto più che nelle sue ultime parole aveva scorto un sottile velo di boria, ad ogni modo, l'onestà sfacciata del ragazzo insieme alla suo scarsa consolazione della morale comune, le avevano fatto pensare che Luca fosse un'opportunità che non poteva lasciarsi scappare e perciò aveva accettato di seguirlo a casa sua.
Dopo una nottata di sesso più che soddisfacente, Olivia aveva deciso di esporgli i suoi problemi e Luca sorprendentemente aveva accettato di aiutarla.
In seguito a quella notte, i due si erano incontrati un'altra volta ancora prima che il ragazzo si rendesse irreperibile per sette giorni e solo quando ormai Olivia aveva perso le speranze di risentirlo, Luca gli aveva mandato un messaggio.
Ed ecco perché adesso lo aspettava lì, sulla soglia del suo appartamento.
«Sono appena uscita dalla doccia.» disse seccata Olivia facendo un nodo più stretto alla vestaglia.
«Per favore dimmi che non indossi neanche le mutandine.» continuò Luca con tono di supplica.
La ragazza scostò la vestaglia e gli fece intravedere la biancheria color nude.
«Peccato.»
«Entra, cretino.»
La padrona di casa guidò il suo ospite verso la il salotto, dov'è si accomodò. Lei invece rimase in piedi.
«Che ci fai qui?» chiese piuttosto acida.
«È così che tratti chi ti fa un favore?»
«Quale favore? È da una settimana che non ti fai sentire!»
«Questo non vuol dire che me ne sia stato con le mani in mano.»
«Sì, ma punto primo il patto era che mi avresti informata prima di qualsiasi mossa; secondo, hai fatto il minimo indispensabile. Siamo ancora lontani dall'obiettivo.»
«Ehi! Ma hai letto il messaggio che ti ho scritto?  Quello che ho fatto non mi sembra roba da poco.»
«E te ne sono grata, ma non è abbastanza. Dobbiamo alzare la posta.»
Luca sospirò. Sembrava titubante.
«Non vorrai tirarti indietro?» chiese Olivia, brusca.
«No, ma mi chiedo se non è il caso di fermarsi.»
«Ma mi hai ascoltato quando ti ho spiegato la situazione?»  disse la ragazza alzando la voce «O eri troppo impegnato a guardami le tette?»
«Certo che ti ho ascoltata e non mi faccio alcuno scrupolo ad assecondarti. Però, mi chiedo se hai messo in conto l'eventualità che le cose non si concludano come vuoi e che tu ne esca con le ossa rotte.»
Il tono vagamente paternalista di Luca, irritò Oliva che fu tentata di rispondere che quelli erano affari suoi. Le venne in mente, però, che se con il proprio atteggiamento avesse infastidito il ragazzo, quest'ultimo avrebbe potuto tirarsi in dietro e lei avrebbe perso la sua arma di punta.
«Senti,» sforzandosi di dimostrarsi calma, «capisco che ti preoccupi per me, sei gentile, ma ho pensato alle conseguenze di questa cosa e sono pronta ad affrontarle. Quindi, sii sincero: vuoi tirarti indietro?»
Luca scosse la testa, ma la poca convinzione che aveva messo in quel gesto fece sospettare ad Olivia che in realtà volesse dire il contrario. Decisamente, il ragazzo aveva bisogno di un incentivo.
La ragazza gli si avvicinò e si sedette sulle sue gambe, facendo ben attenzione a mostrare la sua scollatura.
«Cosa intendi fare?» chiese Luca.
La sua protesta era stata debole, Olivia lo aveva sentito deglutire, forse per trattenere un verso di apprezzamento.
Avvicinò la bocca all'orecchio del ragazzo e sussurrò:
«Se mi porti in camera da letto, ti mostrerò quanto ti sono grata per il tuo aiuto.»
Senza interrompere il contatto visivo, sciolse il nodo della vestaglia lasciando che questa si aprisse, poi mise una mano sulla patta dei pantaloni del ragazzo.
«Vedo che è già sull'attenti.»
«Tesoro, credimi, è sull'attenti da quando mi hai aperto la porta di casa.»
Olivia si alzò e lasciò che l'indumento scivolasse sul pavimento.
«Seguimi.» disse suadente mentre tendeva la mano verso Luca.
Il ragazzo, però, non si accontentò di prenderla per mano. Con un gesto irruento, l'afferrò per le gambe e se la caricò sulle spalle.
Olivia cacciò un urlo di sorpresa mentre il suo ospite si faceva strada lungo il corridoio che portava alla camera da letto.
Luca, una volta in camera, la lasciò cadere sul letto e, senza delicatezza alcuna, le sfilò l'unico indumento rimasto.
«Mettiti a pancia sotto.» ordinò, subito dopo.
Olivia ubbidì e ad essere onesti, non le dispiaceva farlo.
Aveva sedotto Luca per un motivo pratico, ma aveva cominciato a sentire una certa urgenza già da quando il ragazzo l'aveva caricata sulle spalle e ora che, alternando un ritmo lento a uno veloce, si stava muovendo dentro di lei, Olivia pensò che unire l'utile al dilettevole non era stata affatto una cattiva idea.
Luca si prese tutto quello che voleva e Olivia fu contenta di darglielo e quando ebbero finito, sfiniti e senza fiato, si sdraiarono uno accanto all'altra.
«Dopo questa,» disse Olivia «sono io che devo essere grata a te.»
Luca scoppiò a ridere e, dopo averle messo una mano intorno alla vita, si strinse a lei, appoggiando la sua testa sulla sua clavicola.
Questo tenero gesto, colse Olivia di sorpresa, Luca non gli era sembrato un tipo da coccole, tuttavia lo lasciò fare. Del resto,  era stato generoso, Olivia poteva sopportare qualche minuto di smancerie.
Con la coda dell'occhio, sbirciò l'espressione soddisfatta del ragazzo e non poté fare a meno di sorridere.
Era sicura che Luca che per un po' di tempo non avrebbe sollevato alcuna obiezione al suo piano.

Nulla all'infuori di séDove le storie prendono vita. Scoprilo ora