3.

845 22 0
                                    


La settimana scorre veloce tra nuove amicizie e infinite lezioni. Mi trovo in sala relax aspettando l'inizio dell'ultima lezione della giornata, mi appoggio sulle gradinate davanti alla tv riposando un po' le gambe. Vicino a me si siede Gabriele, un ballerino che ha ottenuto il banco grazie alla maestra Deborah.

Il ragazzo chiede a Sienna delle cose per fasciare il piede così mi sporgo per capire meglio cosa sta succedendo «che succede» gli chiedo girandomi totalmente verso di lui «mi si è aperto il piede» mi mostra la ferita abbassando il piede subito dopo. «ma perché?» chiede Alessia che sta seduta per terra a riscaldarsi «perché io ballo scalzo» alza le spalle «anche io ballo scalza» aggiunge Sienna con il suo italiano non perfetto «si anche io molte volte ballo scalza» mi aggiungo alla conversazione facendogli intendere che forse non è proprio quello il problema.

Apro il cancello della casetta pensando già all'acqua calda che presto mi scorrerà sulla pelle ma quando entrò dalla porta noto tutti un po' preoccupati «che succede qui dentro» appoggio il borsone sulla sedia del tavolo vicino all'entrata guardando velocemente tutti i presenti «Gabriele vuole andare via» mi dice Rebecca, io spalancò gli occhi incredula. Vado velocemente verso la stanza blu occupata da Nicoló e Gabriele.
«Gabri ma che fai?» chiedo aprendo le braccia per capire meglio la situazione «vado via, ho parlato anche con mia mamma ed è la cosa migliore» mi guarda tristemente, forse non è la scelta che voleva prendere ma è sicuramente quella che ha dovuto prendere.

Dopo aver salutato e aiutato Gabriele a portare fuori tutte le sue cose ognuno è tornato a fare ciò che faceva prima, io mi sono fatta una lunga doccia e ora sono diretta in cucina per prepararmi qualcosa di estremamente veloce così posso andare a dormire prima.
«Che cucini?» mi spavento sentendo una voce provenire dalle mie spalle, mi giro lentamente con ancora le mani vicino alle orecchie e riconosco subito essere Vybes «se non la smetti di farmi prendere infarti cucino te» gli rispondo ironicamente tornando a concentrarmi sulla mia piadina sperando di non bruciarla. «Tu hai già mangiato?» gli chiedo spegnendo il fornello, annuisce appoggiandosi vicino al piano cottura «resto a farti compagnia se vuoi» alza le spalle guardandomi «va bene almeno non mangio da sola come una stupida»ridiamo anche se ciò che ho detto non era poi così divertente.

«Quindi ti hanno detto di fare tutto ma di evitare di esercitare troppo peso sul ginocchio» gli sto raccontando ciò che hanno detto i professionisti guardando i miei referti «esatto, quello che dico io è: quindi non posso fare tutto» gesticolo mandando giù l'ultimo boccone di piadina «eh hai ragione» mi segue a ruota alzandosi, lavo velocemente il mio piatto e lo metto apposto, lui resta vicino a me aspettando che io continui a raccontargli, mi asciugo le mani e torni a guardarlo per ricominciare a parlare «quindi abbiamo rivisto la coreografia e abbiamo dovuto cambiare un po' di cose» struscio le mani tra di loro guardandomi intorno, assicurandomi di non lasciare nulla in giro.
«Non hai nessuna preoccupazione per la coreografia no?» mi chiede sicuro della mia risposta che effettivamente è quello che si aspettava «nono quello no, però mi sarebbe piaciuto farla come era stata montata tutto qui» annuisce aggiustandosi il cappello che da quando è qua dentro, si è tolto solo per andare a dormire, mormora un semplice "capito" in un sussurro «grazie per avermi fatto compagnia, notte» gli do un leggero bacio sulla guancia, cosa che trovo molto naturale fare quando inizio ad avere confidenza, lui mi sorride con le guance un po' rosse e io prendo a camminare verso la mia stanza.

Non appena mi giro però Maria ci richiama sulle gradinate «allora ragazzi, ieri vi abbiamo dato dei diari su cui scrivere cosa significa per voi avere la maglia di amici, oggi vorrei leggerne qualcuno» parla la conduttrice dagli auto-parlanti presenti in casa, appare sulla tv difronte a noi la scritta "tocca a..." e la mia tensione aumenta, non sono sicura di voler mostrare la parte più fragile di me leggendo a tutti le parole scritte sul mio quaderno rosso.
Sul monitor esce il nome di Alessio e dopo aver preso un bel respiro si mette difronte a noi per leggerci ciò che ha scritto, trovo in lui un ragazzo molto maturo e dolce.
La seconda a leggere il suo diario è Rebecca che storce un po' la bocca all'idea di doverlo leggere ma alla fine riesce ad esporre le sue parole emozionandosi.

L'ultimo nome che appare sullo schermo è proprio il mio, seduta con le ginocchia al petto inizio a negare con la testa, l'incoraggiamento di Alessia al mio fianco mi ammorbidisce ma il calore di Vybes che si siede al mio fianco mi convince a prendere il diario e fare un bel respiro, guardo Niccoló seduto uno scalino più in basso del mio, mi sorride accarezzandomi il polpaccio, io e lui stiamo legando tanto, lo sento come un fratello, è sempre pronto a consolarmi e a tirarmi su quando le cose si fanno più difficili e spero che lui sappia che io sono pronta a fare lo stesso.

Gli sorrido di rimando e torno con gli occhi sul foglio, faccio l'ennesimo lungo respiro e inizio a leggere «Quando ci hanno chiesto di scrivere ciò che significa per noi avere la maglia di amici io sono stata ore a fissare il foglio vuoto senza sapere come iniziare, perché non saprei come esprimerlo è farlo a parole mie sarebbe così impicciato che nessuno capirebbe.
Avere questa maglia è una grande vittoria, un sogno che si avvera, dopo due anni veramente duri ritornare ad allenarmi è stato come tornare a respirare ed entrare qui mi ha lasciato di nuovo in apnea ma stavolta, positivamente.
Questo nuovo inizio lo dedico a mia mamma che non ha mai smesso di credere nel mio sogno, che un po' era anche il suo, anche quando io per prima non ci credevo più, glielo dedico perché mi ha spinto ad iscrivermi ai casting perché mi ha ripreso da terra quando non riuscivo ad alzarmi.
Avere questa maglia per me è tornare a sorridere quando pensavo di non saperlo più fare»
asciugo una lacrima solitaria per poi godermi gli abbracci da quelli che piano piano stanno diventando la mia seconda famiglia.

Quando entro dentro la mia stanza noto che Alessia è già nelle braccia di Morfeo da parecchio tempo mentre chiara è seduta sul mio letto «ei eccoti» è proprio quest'ultima a parlare, picchietta la mano sul materasso vicino a lei facendomi segno di accomodarmi «dimmi tutto» la assecondo sorridendole, adesso che la guardo meglio trovo che sia una ragazza davvero bella ed inoltre è sempre gentile con tutti, ha sempre un sorriso da dedicarti.
«Non vorrei essere scortese» sorride imbarazzata chiudendosi nelle proprie spalle «tranquilla dimmi» le accarezzo il braccio facendole segno di continuare a parlare «ultimamente ti ho visto spesso con Vybes ma non è che sta nascendo qualcosa»gesticola con le mani e ammicca con gli occhi ma purtroppo per lei questa cosa la devo bloccare sul nascere «siamo amici, stiamo legando tanto ma nulla di più» mi viene da ridere, semplicemente perché credo che in così poco tempo non si possa nemmeno pensare di essere interessati a una persona «va bene era per chiedertelo» si alza dirigendosi verso la sua stanza pronta a rannicchiarsi sotto le coperte e cadere in un sonno profondo «notte» annuncia prima di chiudere la porta alle sue spalle «notte Chia» le risponde ancora sorridendo.

Nei giorni successivi quella domanda mi frullava nella testa e non voleva lasciarmi in pace e se davvero iniziassi a legarmi a Gabriel in quel senso?

intertwined - Vybes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora