Lascio il mio piatto a metà sul tavolo dopo le parole della produzione, tutti i ballerini devono raggiungere la sala quattro con tutto l'occorrente per ballare.Corro in camera facendomi un veloce chignon, butto dentro il borsone i vari indumenti e infilo la ginocchiera.
Raggiungo gli altri in cucina per poi incamminarci tutti insieme verso le sale.«Secondo me è la Celentano» mi informa dei suoi pensieri Alessia guardandomi preoccupata «non ne ho idea» alzo le spalle, non ho idea di cosa possa succedere.
Ad aspettarci nella sala c'è la Celentano, mi giro verso Alessia facendole cenno per darle ragione, la salutiamo cordialmente sedendoci di fronte a lei «buongiorno ragazzi, oggi affronteremo un compito in classe, si tratta di lavorare quattro coreografie di stili diversi in un tempo ridotto»
ha dei fogli sulle gambe e i suoi soliti occhiali tra le dita «io so che Alessio e Daniele hanno problemi alla schiena» si sporge in avanti guardandoli, i ragazzi acconsentono e decidono di rimandare il compito per quando staranno meglio, escono dandoci l'in bocca al lupo.«Lea tu puoi farlo non c'è nessun problema giusto?» mi guarda corrucciando la fronte, annuisco convinta.
Per iniziare a scacciare la paura devo affrontare le cose che mi si parano davanti e questo compito è uno di queste.Ci alziamo pronte ad iniziare «come vedete per la
prima coreografia c'è Elena quindi si parte con il modern» prende il telefono posizionandolo al suo fianco «ora iniziamo, faccio partire il timer con 15 minuti». Il tempo parte e la nostra concentrazione è interamente dedicata alla professionista davanti a noi e ai passi.
La maestra ci osserva attenta, per quanto possa sembrare strano, con la maestra mi sento sempre a mio agio, come se fosse un sollievo avere lei davanti e non tutti gli altri.Dopo esserci esibite la maestra ci manda in sala relax aspettando che nel televisore davanti a noi appaia la classifica.
Nel mentre ci cambiamo e quando ci avvisano che la classifica è pronta prendo posto di fianco alle ragazze con le quali condivido la prof.classifica:
1 Lea 7.5
2 Chiara 7
3 Sienna 6,8
4 Alessia 6.5
4 Rebecca 6.5
5 Teodora 2.5La ragazza spagnola di porta le mani sul viso, mi avvicino accarezzandole le spalle «ora le fai vedere chi sei» le lascio un bacio sulla testa avviandomi verso la sala.
Sono davvero felice del risultato, sapere che anche i professionisti pensano qualcosa di buono nei miei confronti mi fa saltare dalla gioia.I 15 minuti per imparare la coreografia di classico sono appena terminati «inizia Chiara» la maestra si toglie gli occhiali posandoli sulla gamba, la ragazza si esibisce ed è bellissima da guardare.
«Grazie, Vieni Lea» mi posizione davanti alla donna aspettando la musica, sono concentrata sui passi, a stendere le punte e a non dimenticare niente.
Faccio una smorfia di dolore quando una scossa mi arriva dritta al ginocchio stretto nel tessuto, continuo finendo la coreografia voltandomi per tornare dove ero prima subito dopo.
«Che hai fatto?» mi ammonisce la maestra con una smorfia preoccupata «solo un leggero fastidio» unisco il pollice e l'indice per farle capire la soia del dolore.Stiamo tornando in sala relax e a ogni passo il mio cuore perde un battito, il ginocchio continua a bruciarmi a ogni minimo movimento.
«Lea torna in casetta» mi dice Chiara mettendosi le scarpe per la prova di hip hop «no non posso» nego con la testa sistemandomi la maglietta «se ti fermi adesso la cosa sarà minima se continui potresti farti male sul serio» mi accarezza la guancia convincendomi.Entro nella sala interrompendo i chiacchiericci dei professionisti «scusate» mi rivolgo a tutti «mi scusi maestra le posso dire una cosa velocemente?» alzo il dito insicura, rivolgendomi alla donna «certo dimmi» poggia i fogli che teneva in mano per poi avvicinarsi a me.
Prendo un grande respiro riordinando la mente «non è un leggero fastidio, il ginocchio mi continua a bruciare e ho paura di fare solo peggio se continuo la prova» mi tolgo le pellicine dalle dita osservando la sua espressione «io non ti avrei fatto ballare comunque, la prima volta che ci siamo viste abbiamo detto che al primo fastidio dovevi fermarti e così farai» annuisco alle sue parole, mi sento leggermente in colpa per non averle rispettate.
«torna in casetta e la produzione ti dirà quando potrai andare dal fisioterapista, fino a quel momento tu sei ferma» riprende i fogli congedandomi.Con il cappuccio sui capelli disordinati e le lacrime che scorrono sul viso faccio la strada per tornare in casetta sperando che siano tutti a lezione.
È sempre più difficile camminare e la paura si sta impossessando di me, ho paura di uscire, di tornare alla monotonia di tutti i giorni, ho paura di tornante a stare senza la danza.Non guardo in faccia nessuno raggiungendo velocemente la mia stanza, mi chiudo in bagno sedendomi vicino alla porta. Mi libero di tutto, le lacrime scendono senza ritegno e con queste cerco di svuotarmi anche di tutti i pensieri.
«ao apri» alza la voce Gabriel al di fuori della porta. È la terza volta che bussa e che io resto in silenzio, non so se sono pronta a farmi vedere così, a esporgli le mie paure.
Quando decido di aprire la porta lui è lì, seduto sul letto di Cristiana con le mani che si torturano e gli occhi bassi. Alza la testa avvicinandosi a me, porta le sue mani sulle mie guance e sta volta quella senza il coraggio di guardarlo negli occhi sono io.
«Cosa è successo?» mi ripete accarezzandomi delicatamente con il pollice «il ginocchio» gli rispondo solo provando a non ricadere, mi tira a sé abbracciandomi.
Pochi minuti dopo sono con la gamba stesa e il ghiaccio sopra il ginocchio, Vybes al mio fianco lo tiene fermo e intanto mi legge qualche barzelletta dal libro gentilmente regalato da Rudy, facendomi sorridere.
«Quando devi andare dal fisioterapista?» mi chiede lasciando cadere il libro sul comodino «domani mattina» alzo lo sguardo su di lui cercando di sorridergli «se non hai lezione vieni con me?» gli chiedo a voce bassa senza pensarci troppo «non ho lezione» mi sorride grattandosi la testa. «Grazie» sono io a rompere il silenzio che ci ha avvolti «non mi devi ringraziare» alza le spalle guardandomi sereno.
Le ragazze sono tornate dalla prova e io sono stesa al letto sentendo le loro discussioni.
Al luscio della porta con i capelli scompigliati e gli occhi stanchi arriva Chiara, si stende al mio fianco tenendomi la mano.È la ragazza con cui ho legato di più qua dentro. Mi sta affianco quando sto male e gioisce con me quando sto bene. Si propone come cavia per i miei esperimenti in cucina, quasi sempre fallimentari.
Mi fa i capelli anche quando lei è più in ritardo di me. Mi abbraccia quando ho freddo.
Mi parla di sé e della sua vita perché sa quanto mi piaccia ascoltarla. Mi fa parlare poco perché sa quanto odio spiegare i miei pensieri ma mi capisce con uno sguardo.
È la migliore amica che io potessi trovare.Mi stringe «non è niente ne sono sicura» mi sussurra «lo spero» mi giro verso di lei abbracciandola.
«Se dovessi uscire?» i pensieri mi stanno schiacciando e per la prima volta sento il bisogno di farli leggere da qualcuno.
«Non voglio neanche pensarci, come faccio io poi» alza di poco la voce facendomi ridere.Queste persone riempiono il mio cuore vuoto da un po'.
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ciao a tutti!
grazie mille a chi sta seguendo la storia e scusate se ultimamente sono poco attiva.
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intertwined - Vybes
FanfictionLea è una ragazza estremamente insicura, continuamente in lotta con se stessa, solamente quando danza si sente davvero libera da tutto. Il suo sogno è sempre stato quello di entrare nella scuola più famosa d'Italia, Amici, e dopo eventi della sua...