20.

940 37 3
                                    


Mi rinfresco la faccia chiudendo successivamente il rubinetto, porto le mani sulla mezza coda tirandola leggermente.

La lezione di oggi oltre ad avermi distrutta mi ha fatto demoralizzare, penso che forse non sarò mai in grado di ballare senza far vedere agli occhi degli altri la paura che provo in certe situazioni.

La porta scricchiola rivelando la figura di Teodora, mi giro pulendo le mani sulla tuta «convocacion en sala relax» mi dice poggiandosi meglio alla porta al suo fianco «andiamo» prendo il borsone e mi avvicino a lei controllando per l'ultima volta di non aver dimenticato nulla.

Io e la spagnola stiamo parlando molto ultimamente, mi sto trovando davvero bene con lei.

In sala relax trovo tutti seduti sulle scalinate così mi avvicino ad Alessio mettendomi al gradino sotto di lui, Alessia apre la busta blu che ha tra le mani e inizia a leggere.
Dobbiamo creare una coreografia divisi per prof di appartenenza, questo compito è voluto dalla produzione e giudicato da un giudice esterno. Dobbiamo scegliere una canzone che riguarda un tema.

Ci guardiamo felici prima che la voce della
produzione possa prendere spazio nella stanza «Lea visto che Chiara non può ballare - annuisco con un espressione dubbiosa - faremo una rivisitazione al compito per farti partecipare lo stesso» gioco con le mie labbra tirando le pellicine presenti su di esse «potrai scegliere un oggetto con il quale dovrai ballare» interrompo «la procedura è uguale dovrò solo ballare con un oggetto invece che con una persona?» chiedo per capire meglio «ovviamente il giudice ti dirà solo ciò che pensa sei esonerata dalla classifica» e dopo aver acconsentito torniamo tutti a guardare il monitor aspettando i temi e di conseguenza, le canzoni.

Questo compito un po' mi spaventa, sarò diversa da tutti e dovrò riuscire a dare vita a un oggetto senza nemmeno saper la melodia con largo anticipo.

Terminati i 10 minuti per scegliere il tema, prendo un grande sospiro e mi avvio verso la sala che sarà a mia disposizione per quest'ora.
Mentre penso al tema e alla canzone che ho scelto ovvero "i nostri occhi si sono incrociati ed è stato subito colpo di fulmine" con la canzone "mi sei scoppiato dentro al cuore" di mina, mi attraversa con un lampo il pensiero dell'oggetto così lascio l'mp3 nella sala e corro verso la casetta.

Per fortuna il ragazzo in questione è davanti a me sul divano, con in testa proprio ciò che volevo. Mi avvicino a lui e dallo schienale del divano gli tolgo lentamente il cappellino, si gira a guardarmi stranito «giuro che appena abbiamo finito ti spiego ma ti prego, mi serve» indico con gli occhi il berretto stretto nelle mie mani e quando vedo Gabriel chiudere gli occhi e annuire il mio sorriso si allarga, gli scompiglio i capelli ringraziandolo per correre di nuovo verso la sala.

Ripasso mentalmente i passi iniziali per poi riprendere dal punto da migliorare «non ti preoccupare, fai come se io non ci fossi» ad entrare in sala è il giudice ovvero Daniele Baldi, si pozione all'angolo vicino alla console mentre io provo a far finta che non ci sia.

-  -  -  -  -  -
Lo studio è più freddo in assenza del pubblico, davanti ai nostri banchi sono posizionati sette sgabelli uniti a due a due, intuisco quale sia il mio dal fatto che è solo.

Avrei voluto farlo con Chiara, la definisco la mia migliore amica ormai qui dentro e mi sarebbe piaciuto affrontare questo compito insieme, ma so che ci rifaremo magari con un passo a due in puntata.

«Allora ragazzi il mio giudizio si baserà su tre aspetti: aderenza al tema, creatività e connessione tra la coppia» sposta il suo sguardo su di me indicandomi con la mano aperta «nel tuo caso terrò conto dei primi due e il modo in cui farai vivere l'oggetto» annuisco abbassando lo sguardo sulle mie gambe fredde per la mancanza del pantalone, le culotte mi hanno sempre messo in imbarazzo ma voglio e devo sconfiggere questa paura, l'ennesima.

«vieni Lea» mi in alzo avvicinandomi al ripiano dove poggiare il microfono «che tema hai scelto?» mi chiede prestando attenzione a ciò che scrive sul proprio foglio «i nostri occhi si sono incrociati ed è stato subito colpo di fulmine» un sorriso spontaneo mi incurva il viso portando con sé il rossore sulle guance «l'oggetto?» aggrotta le sopracciglia guardando ciò che ho in mano «il cappello del mio colpo di fulmine» non so con quale coraggio ho detto questo, davanti a tutti i miei amici facendogli intendere il tutto. Mi giro verso Daniele intento a riservarmi un espressione consapevole.

«Posso chiederti perché questo cappello?» lascio cadere le braccia da prima strette al petto, gioco con il tessuto spesso del berretto guardando a terra «è una cosa che lui ha sempre, ovunque va deve averlo - alzo gli occhi riempiendo i polmoni d'aria - quindi è una cosa che mi riporterà per sempre a lui» mi stringo nelle spalle inclinando la testa, lascio una risata imbarazzata.

La musica continua lasciando al mio corpo il libero movimento, non penso a niente solo a quel cappello ed è forse solo questo che mi ha fatto perdere la pesantezza che mi porto dentro lasciando la leggerezza che solo la danza può donarmi.

Riprendo l'archetto posizionandomi davanti al giudice «Mi sei piaciuta molto. Mi hai fatto vedere la persona al posto di un semplice cappello, sei riuscita a dare vita ad un oggetto anche abbastanza difficile. Brava» con le mani dietro la schiena mi incammino verso il mio sgabello chiudendo gli occhi per qualche secondo.

«Perché non hai detto niente a nessuno?» il ragazzo dai capelli scuri mi si pone davanti, non rispondo non capendo a cosa si riferisce «tutti l'avevamo visto e intuito ma perché non hai detto a nessuno di Gabri?» incrocia le braccia lasciando il peso su una sola gamba, fa un sorriso sghembo rassicurandomi «non sappiamo ancora cosa siamo e ora non abbiamo voglia di saperlo.» mi poggia una mano sul braccio convincendomi a guardarlo «voglio solo godermi tutto questo, mi fa stare bene e ora come ora è ciò che conta per me» alzo l'angolo della bocca, mi sorride tornando al suo posto dopo aver visto il giudice rientrare.

Si siede riguardando i suoi appunti «siete stati davvero tutti bravi - alza gli occhi - per me a rispettare di più i canoni che sono stati dati sono Alessia e Daniele» facciamo un applauso generale e dopo aver detto i voti ai ballerini in coppia ripone l'attenzione su di me.

«Il tuo voto per me è 8» sorrido aizzando la schiena «ti ho già esposto ciò che penso e non ho altro da aggiungere» salutiamo il giudice ringraziandolo.
Teodora mi abbraccia stringendo di poco le mani sui miei fianchi «muy brava» mi lascia un bacio sulla guancia avviandosi verso casa.

-  -  -  -  -  -

Con il cappello stretto tra le mani busso alla porta accostata della camera arancione, Gabriel alza lo sguardo e dopo avermi notata posa il computer alla sua destra «quanto mi sei mancato» si avvicina velocemente togliendomi il berretto dalle mani «grazie» alzo gli occhi al cielo lasciando cadere la mano ormai vuota «dai scherzo» ride lasciandomi un bacio.

Ci stendiamo sul suo letto, un po' freddo per i mie gusti, «quindi a cosa ti serviva?» mi rannicchio al suo fianco spiegandogli le dinamiche del compito «tu eri sola, hai scelto il mio cappello come oggetto?» annuisco sicura «per quale tema?» ho tralasciato il fatto del tema per timore, forse lui non voleva farlo sapere a tutti e io ho rovinato i suoi piani.

La mia faccia assume una smorfia intimorita «dai dimmelo» persiste lui «la frase per rappresentare il tema era - mi bloccò per un secondo - i nostri occhi si sono incrociati ed è stato subito colpo di fulmine» ha un espressione incerta che mi fa aumentare i pensieri «scusa forse dovevo dirtelo prima, dovevo sentire il tuo punto di vista prima di farlo, mi dispiace» parlo velocissimo non lasciando il permesso all'aria di finire nei polmoni, mettendomi seduta «non è quello» la sua voce è bassa «e che cos'è?» gli chiedo di rimando «che nessuno ha mai fatto nulla per me, mi sembra semplicemente strano che tu possa averlo fatto» mi giro di scatto verso di lui zittendo le voci nella mia testa «strano?» accenno una risata «sei un ragazzo splendido sia dentro che fuori» mi stendo a pancia in giù continuando a guardarlo «farei altre mille cose per te» mi avvicina a lui stringendomi.

Forse è il suo modo di dirmi grazie, di dirmi che a molte cose non è abituato o semplicemente non le ha mai fatte.
Stringerlo più forte invece è il mio modo per dirgli che neanche io le ho mai fatte ma in questo momento, vorrei farle solo con lui.

—————
eccomiiii!
fatemi sapere se vi sta piacendo❤️
grazie a tutti

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 22 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

intertwined - Vybes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora