19.

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La lezione procede tranquillamente.
Mi è stato assegnato un compito dalla mia maestra dove lo scopo principale è mettermi in gioco, farlo bene ma senza preoccupazioni.

Ci sto provando, la sala sembra più stretta di quella che è in realtà. Mi lego con una mossa veloce i cappelli che mi ricadono sulla schiena sedendomi per terra.

«Vuoi dirmi cosa ti passa per la testa?» si ferma davanti a me Giulia, una ragazza dolcissima che ha sempre a portata di mano un sorriso per tutti, sospiro asciugandomi la fronte leggermente bagnata dal sudore «non so cosa mi prende» le rispondo lasciando andare le spalle «cerco di dare il massimo ma sento di non riuscirci» la guardo sconsolata «per questa coreografia?» mi chiede accasciandosi difronte a me «si - alzo le spalle - i compiti mi mettono sempre molta ansia, sento il peso di continui giudizi che in realtà mi creo da sola» mi stringo alle mie spalle provando ad aprirmi con qualcuno che trovo simile alla mia persona.

Ho seguito tanto l'edizione nella quale la ragazza vicino a me ne è uscita vincitrice, ho visto le sue cadute e con quanta forza si è rialzata. Ho ritrovato un po' di me in lei.

Mi si avvicina abbracciandomi delicatamente «vogliamo fare una cosa?» si ferma con le mani fisse sulle mie spalle, la guardo dubbiosa ma decido comunque di acconsentire.
Ci alziamo in piedi, la ragazza si avvicina alla console girandosi di nuovo verso di me «faccio partire una musica casuale, tira fuori tutto ciò che tieni dentro» i miei occhi si strizzano, capisce il mio imbarazzo così continua «facciamo così, lo faccio anche io mi può fare solo bene» la sua solita risata risuona nella sala prima di attivare la musica e chiuderci ognuno nella propria bolla.

Mi lascio trasportare dalle note di "per due come noi" di Angelina mango e Olly.
I movimenti del mio corpo sono lenti e dolci e questa canzone non può non riportarmi ai momenti che sto vivendo con la persona che ultimamente rende le mie giornate movimentate con le sue paronoie ma estremamente felici.

La ballerina mi ha capita e mi ha aiutata ad uscire per poco dalla mia stessa mente.

Il tragitto verso la casetta è veloce, ormai a Roma le strade sono fredde e la sera c'è spesso la nebbia.

Dopo essere entrata dalla porta ed essermela chiusa velocemente alle spalle per non permettere all'aria gelida di intrufolarsi in casa,
la figura di Nicolò mi si para davanti, non riesco nemmeno a scrutare il suo volto che porta le braccia sulle mie spalle avvicinandomi a lui in un bisognoso abbraccio.
Lascio cadere sulla sedia del tavolo al mio fianco, il borsone che mi pesava sulla spalla «che succede?» gli accarezzo dolcemente la schiena provando a capire la situazione.

Si stacca dal mio corpo e prende a camminare, lo seguo arrivando al giardino di dietro, si siede nella poltroncina e io mi accomodo sul piccolo divano presente nel pianerottolo aspettando che parli.

Posa i gomiti sulle ginocchia portando le mani sugli occhi «oggi abbiamo fatto un compito con Rudy» annuisco sedendomi ai suoi piedi per farmi sentire più vicina «mi aspettavo dei voti bassi da parte sua ma sentire che alcuni ragazzi hanno detto che meritavo di meno rispetto ad altri - sospira fermandosi per un secondo - mi sento meno degli altri» nego con la testa accarezzandogli il ginocchio «forse il mio posto non può essere questo» il suo tono di voce è più basso e le sue parole sembrano suonare come una domanda.

Alzo gli occhi inchiodandoli ai suoi «sei bravissimo» inizio «ognuno qui dentro a qualcosa che lo rende speciale, non sei meno degli altri, hai una vocalità pazzesca -sorrido seguita da lui- ed è quello il tuo forte» torno seria, preoccupata per lui «hai tutto il tempo per lavorare su ciò in cui sei carente, e questo è il posto giusto per farlo» mi porto le ginocchia al petto sentendo l'aria arrivarmi al busto «meriti di stare qui dentro, parlane con Anna così sarai più tranquillo» annuisce con la testa bassa, si alza in piedi mi lascia un ultimo sguardo e accenna un sorriso per poi rientrare in casa.

Ritocco un particolare del disegno che non mi convince mentre aspetto che il latte si riscaldi, le cuffie nelle orecchie non mi fanno sentire i rumori esterni, mi esterno dal mondo godendomi il caos creato dalla musica.
Un sussulto esce dalla mia bocca appena sento un tocco sulla mia spalla «tu sei scemo» chiudo gli occhi portando una mano al petto «funziona sempre» sorride superando con gli occhi la mia figura per arrivare al pentolino con all'interno il latte «si ora lo faccio anche a te» rispondo alla domanda che mi avrebbe posto da lì a poco «mi leggi anche nel pensiero ora?» storce il naso, gli sposto il viso con la mano, come mio solito fare quando i suoi occhi mi mettono in imbarazzo.

Siamo seduti al tavolo, davanti a me è seduta Chiara che continua a raccontarmi le mille cose che ha fatto a casa essendo infortunata quindi non potendosi allenare. Alessia e Sienna ai sgabelli della cucina si confrontano su le lezioni a cui hanno partecipato oggi. Il ragazzo al mio fianco si è chiuso a riccio, quando ci sono le altre persone ascolta ma non azzarda a parlare, sembra come se volesse sembrare invisibile agli occhi di tutti.

Gli prendo la mano ignorando ciò che potrebbero pensare i nostri compagni.
La ragazza lascia una piccolo sbadiglio, si alza avvicinandosi a me, mi dà un bacio in fronte e si dirige nella stanza per prepararsi alla notte.

Ripongo la mia tazza e quella del ragazzo sul piano per farle asciugare dopo averle lavate, mi giro velocemente verso Gabriel asciugandomi le mani sulla sua maglietta, la mia risata riempie la stanza, la sua espressione è infastidita ma a tradirlo è  un sorriso che compare sulle sue labbra.
Mi avvicino affievolendo la mia risata, porto le braccia al suo collo «so quanto ti da fastidio questa cosa» lascio cadere la mia testa all'indietro seguita dall'ennesima risata, sposta il viso di lato sghignazzando «pure le cose che più mi danno fastidio con te sono niente» alza le spalle scuotendo la testa, lo guardo amorevolmente avvicinandomi a lui, gli lascio un bacio sentito non sapendo rispondergli a parole.

«Notte» si appoggia al luscio della porta aggiustandosi l'immancabile cappellino «notte» gli sorrido vedendolo andare via.
Mi sistemo sotto le coperte, dove prima trovavo tutti i miei mostri ora trovo solo pace.

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scusate l'assenza!
è un periodo un po' complicato ma in questi giorni recupero tutto e mi rimetto al passo.
spero vi piaccia questo nuovo capitolo!
❤️❤️

intertwined - Vybes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora