Sfrego la spugna sul piatto che ho utilizzato mentre ascolto i discorsi di Cri e Angelica «andiamo?» mi si avvicina Gabriel, mi asciugo le mani e saluto le due ragazze prese dalla conversazione.Sistemo la felpa nera che ho indosso, tiro su il cappuccio tirando le maniche ancora più giù «prendo la coperta e arrivo» giro verso la camera rossa, afferra il mio polso «sta già fuori» la sua voce è debole, esce striminzita «perché parli così» riprendiamo a camminare «non ho voce per questo non ho fatto neanche la gara a squadre ieri» arrivati in giardino si siede facendomi spazio «ieri ti sentivo meglio però, copriti la gola» gli passo parte della mia solita coperta avvicinandomi a lui.
Il silenzio cala, ho la testa piena di domande messe troppo in disordine per esporle. È lui poco dopo ad avviare il discorso «cosa siamo io e te?» chiede all'improvviso, mi lascia senza parole non essendomi mai posta questa domanda «non me lo sono mai chiesto» alzo le spalle girandomi per guardarlo negli occhi «sto bene con te e questo mi basta» gioco con il tessuto morbido che ci copre «siamo amici?» replica lui guardando avanti, immerge gli occhi chiari nell' infinito buio della notte «da parte mia credo ci sia un sentimento che va oltre l'amicizia» rispondo sinceramente abbassando gli occhi.
Accenna un sorriso portandosi il cappello sopra la faccia, lo afferro prontamente per guardare la sua espressione imbarazzata «no bello mio, non ti nascondi così» tengo il suo berretto tra le mani provando a farlo parlare «io invece vado a baciare ogni mia amica» allude a ciò che è successo tra di noi ricorrendo all'ironia, nascondendosi dietro di essa «molto simpatico» lo spingo giocosamente «che tradotto in parole serie sarebbe?» lo guardo attentamente pronta a sentire ciò che voglio che dica «che per me non sei una semplice amica» risponde alzando gli occhi al cielo mentre ride, porto una mano al suo viso spostandolo delicatamente dal lato opposto al mio.
«Ci stiamo conoscendo» rispondo alla sua domanda iniziale «stiamo capendo come potrebbe andare» annuisce prendendo una posizione comoda sul divanetto, mi appoggio su di lui e copro i nostri corpi avvolgendoli nella coperta.
Ci godiamo la pace che per un momento, le nostre teste hanno il privilegio di provare.
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Le lezioni per oggi sono finite, torno in casetta a passo svelto sentendo persino le mie ossa congelare.
Entrando dalla porta di ingresso Diego mi afferra il braccio fermandomi «ti cerca Nico» annuisco lasciandolo solo. Poso il borsone dove capita per dirigermi dal mio amico.
Entro nella stanza, il ragazzo fa avanti e indietro nella piccola camera sistemandosi continuamente i ricci che gli ricadono sulla fronte, quando si accorge di me si ferma, si avvicina lasciandomi un veloce bacio sulla fronte «che succede?» incrocio le braccia aspettando con ansia una sua risposta «sono in ansia per il nuovo inedito» strofina le mani tra loro riprendendo a camminare per la stanza «e no non so il perché prima che tu me lo chieda» mi anticipa «va bene, vieni» mi siedo ai piedi del suo letto aspettando che si accomodi vicino a me «respira un attimo» appoggio una mano sulla sua spalla provando a respirare con lui «vuoi venire in sala con me per provare?» mi guarda supplicandomi con lo sguardo «Nico sono le otto non so se..» provo a dare una motivazione alla mia incertezza «solo una volta» non mi fa finire la frase, mi prende una mano tra le sue continuando a sussurrare "per favore".
Siamo appena usciti dal cancello della casetta, mi stringo nel mio giubbotto.
Avrei voluto farmi una doccia e magari mangiare una bella piadina per poi stendermi al letto e disegnare un po' ma la faccia preoccupata di Nicolò mi ha fatto assecondare la sua 'pazzia'.
Quando entro negli studi un caldo ormai familiare mi invade, continuo a seguire il riccio davanti a me non sapendo bene dove dirigermi.
Apre una porta, la stanza che mi si para davanti è piccola, un pianoforte alla mia sinistra attira la mia attenzione non facendomi accorgere del resto degli strumenti.
A richiamare la mia attenzione è Nicolò, si posiziona davanti al microfono al centro della stanza indicandomi lo sgabello presente di fronte a lui.Mi siedo aspettando che la sua voce inizi a risuonare nelle mie orecchie, cosa che poco dopo avvenne.
La sua musica è travolgente e la sua voce rende tutto più piacevole. Probabilmente sono di parte essendo che in questi due mesi questi ricciolino è diventato super importante per me, ma sono convinta che farà molta strada.
Applaudo una volta cessato il rumore della sua voce nella stanza «bravoo» porto le mani ai lati della bocca provando a ricreare le urla del pubblico in puntata.
Sorridendo lo raggiungo, lo abbraccio in punta di piedi facendogli sentire tutto il mio orgoglio nei suoi confronti «bravissimo» gli sussurro «ora mi sento meglio» rilassa le spalle lasciando un gran sospiro.Nel tragitto verso la casetta la sua voce che accentua alcune note e parole del suo inedito mi riempiono le orecchie.
Dopo aver salutato Nicolò ed essermi assicurata di lasciarlo in completa tranquillità corro verso la stanza arancione dove spero di trovare Gabriel sveglio.
Noto la figura del ragazzo abbassarsi per sistemarsi nel letto « dove stavi?» lo interrompo facendolo tornare in piedi «ti stavo aspettando nel retro poi Ilan mi ha detto che eri con Nico» alza le spalle, posa il cappello sul comodino per poi togliersi la felpa, Io mi avvicino alla sua figura abbracciandolo «scusa, era in ansia per il nuovo inedito e mi ha chiesto di sentirlo» appoggio la testa sul suo petto godendomi le carezze leggere che mi sta facendo sulla schiena «potrei addormentarmi qui» sussurro chiudendo gli occhi, lo sento ridacchiare «vai a dormire va» mi caccia lasciandomi con un veloce bacio.
Queste sere sono più tranquille e il sonno non è bloccato dai pensieri, riesco a dormire con tranquillità.
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intertwined - Vybes
FanfictionLea è una ragazza estremamente insicura, continuamente in lotta con se stessa, solamente quando danza si sente davvero libera da tutto. Il suo sogno è sempre stato quello di entrare nella scuola più famosa d'Italia, Amici, e dopo eventi della sua...