Le lunghe lezioni di stamattina sono finite, dopo essermi sistemata la lunga coda di cavallo prendo posto vicino a Sienna, sta parlando con gli altri di come si sente avendo in dosso la maglia rossa della sfida.
Mi avvicino piano e le poggio una mano sulla spalla «come stai?» le dico accarezzandola delicatamente «non voglio andare via perché sono le prime puntate e voglio ancora far vedere quello di cui sono capace» quando ha molte cose per la testa o è semplicemente triste inizia ad avere difficoltà nel parlare bene l'italiano, naturalmente le viene più semplice esprimersi nella sua lingua d'origine, «ho imparato un'altra lingua per stare qua, non voglio andare a casa» ripete asciugando le lacrime che le sfuggono sulle guance.Sono sola sulle gradinate, Sienna dopo essersi calmata è tornata nella sua stanza e tutti gli altri sono tornati a fare ciò che dovevano, quando decido di alzarmi per andare a preparare il borsone per l'ultima lezione della giornata Maria mi richiama, «ciao Lea» mi saluta con la sua solita allegria «ciao Maria» la saluto di rimando tornando a sedermi «dimmi tutto» le dico guardando la telecamera più vicina «ti ricordi cosa ti ha detto Deborah nella prima puntata?» mi chiede, assottiglio gli occhi non riuscendo a capire dove vuole arrivare «si che non ero la ballerina che cercava perché mi manca la grinta» le dico ancora con la faccia corrucciata «proprio per questo ti ha assegnato un compito, vai a prendere la busta» mi alzo mettendo in fretta le ciabatte, appena arrivo di fuori la busta blu con il logo di Amici è posta sul muretto vicino al cancello, la prendo e torno dentro.
Prima di leggerla si siede vicino a me Nicoló che avendomi visto prendere la busta si è unito per sentire ciò che diceva la lettera e vedere il compito.
«Eccomi Maria» dico alla conduttrice non certa che mi stia guardando, apro la busta e prendo il foglio che si trovava all'interno, mi avvicino al ragazzo e mi appoggio sulla sua spalla dopodiché inizio a leggere il contenuto della lettera"ciao Lea, dalla prima puntata ti ho esposto il mio pensiero su di te, sei tecnicamente molto brava ma, quando ti esibisci, non vedo quel carisma, quella grinta che io ritengo fondamentale in un ballerino.
Mando questa lettera per assegnarti un compito nel quale dovrai essere estremamente grintosa, accantona la morbidezza e ingrandisci i tuoi movimenti.
buon lavoro.
Deborah Lettiri."Ripongo il foglio dov'era prima e punto gli occhi sulla televisione davanti a noi, dove poco dopo apparare il video della coreografia, nella quale serve molta grinta e scioltezza che io, a causa della paura di farmi male di nuovo, non ho.
«Che ne pensi?» mi chiede Maria, sospiro tornando a sedere dritta, «è davvero bella» annuisco giocando con il filo del mio braccialetto «va bene, ciao ragazzi» ci saluta la donna bionda chiudendo il microfono. Guardo Nicoló davanti a me che si tende per prendermi in un abbraccio, lo stringo forte sentendomi un po' più leggera.- - - - - -
Sono in sala con Elena d'Amario da più di un'ora a provare il compito che mi ha assegnato Deborah. I passi sembrano più difficile di quanto realmente sono e per l'ennesima volta, mi sto facendo risucchiare dalla paura.
La musica riparte e io ce la metto tutta, provo a mettere in questi movimenti tutti i sentimenti che sto provando ma ancora una volta, è più forte la paura.
Mi siedo a terra con il fiatone mettendomi le mani sul viso «cerca di spingere di più sulle gambe» mi ripete la professionista, mi alzo da terra mettendomi in posizione per riprovare la coreografia per l'ennesima volta.
«Spingi con le gambe e salta» le urla di Elena sovrastano la musica ma quelle nella mia testa sovrastano anche lei.
Mi siedo di nuovo levando bruscamente là ginocchiera, lasciando la mia pelle libera.
Sento gli occhi bruciare e vorrei solo piangere ma non voglio permetterlo.
«dimmi, sfogati?» Elena si siede di fronte a me, provando a capire cos'è che mi ferma «io lo so che mi manca la grinta che intende la maestra, lo so che sono moscia» cedo facendo cadere delle lacrime calde sulle mie guance, mi affretto ad asciugarle con i palmi delle mani «scusami» la guardo sorridere «non devi scusarti, è tutto nuovo è normale avere questi crolli, basta affrontarli, dimmi cos'è che non va» si avvicina toccandomi il braccio, mi dona un po' del suo calore che mi fa leggermente calmare. «Io ho provato a riguardarmi ma non ci riesco, prima di tutto questo non ero così» mentre parlo mi indico il ginocchio, «prima di quest'infortunio la grinta era il mio punto forte, ora ho paura, qualsiasi piccolo dolore mi fa preoccupare» continuano a scendere lacrime sul mio viso, sto sfogando tutto lo stress che mi sto portando dietro. Lei mi osserva attentamente e ascolta ogni mia minima parola «ho paura di strafare perché ho paura di dover rinunciare di nuovo alla danza» le dico per finire, torturandomi le labbra, mi asciugo le tracce bagnate lasciate sul mio viso e prendo un bel respiro.
«È giusto avere paura, ma se noi professionisti te lo facciamo fare vuol dire che non ti mette in nessun pericolo» mi spiega alzandosi, si siede di nuovo vicino al grande specchio aspettando che io mi riprenda e riparta.
Così riproviamo, riproviamo e riproviamo finché non vediamo anche dei minimi cambiamenti.L'acqua calda mi scorre sulla pelle lasciando sciogliere tutti i muscoli tesi, dopo essere uscita dalla doccia e essermi messa il pigiama mi metto sul mio letto a rivedere la coreografia appuntandomi su un quadernino ciò che mi viene più difficile fare.
Due colpi alla porta mi fanno distogliere l'attenzione da ciò che stavo facendo «posso entrare?» chiede Vybes appoggiato allo stipite della porta «certo Gab, vieni» chiudo il computer lasciando tutto ciò che avevo in mano sul comodino, lui si accomoda vicino a me e io mi giro verso di lui per guardarlo meglio.
«Nicoló mi ha detto del compito, com'è andata la lezione?» mi chiede con lo sguardo triste quasi preoccupato «ho un po' di pressione addosso però tutto bene» gli sorrido provando a tranquillizzarlo, lui mi sorride a sua volta sistemando il suo amato cappellino «tu che dici?» gli chiedo ridendo per le sue mosse da eterno impacciato, non fa in tempo a rispondere che Maria ci interrompe collegandosi nella stanza rossa.
Guardo istintivamente la videocamera presente nella stanza prima di ricambiare il suo saluto, cosa che poco dopo fa anche Gab. «Allora questo compito?» mi chiede con voce da rimprovero forse per non aver detto tutta la verità al ragazzo di fianco a me «tanto possiamo parlare anche se c'è Vybes giusto?» mi chiede tranquillamente e io annuisco certa della mia risposta.Mi sistemo meglio con la schiena appoggiata al muro prima di tornare ad ascoltare ciò che Maria aveva da dirmi «abbiamo avuto una piccola crisi in sala?» mi chiede retoricamente facendomi capire di aver visto i video, io sorrido chiudendomi nelle mie spalle «diciamo che ho avuto un crollo» la correggo portandomi le ginocchia al petto provando a non far caso al ragazzo vicino a me che continua a guardarmi «perché dici di non riuscire a riguardare i tuoi video della puntata?» prende parte della mia conversazione e cerca di entrare più dentro alla mia testa «perché ci ho messo anni per apprezzarmi, solo per guardarmi allo specchio in sala e ora mi sembra di essere tornata indietro» rispondo sinceramente sentendo le guance andare a fuoco per la vergogna e gli occhi pizzicare per l'argomento delicato che si sta trattando.
Gabriel mi mette il braccio intorno alle spalle avvicinandomi di più a lui e dopo attimi di incertezza lo stringo a me accomodandomi.
«Io credo sia normale, è poco che hai ripreso questa vita» dopo attimi di silenzio riprende a parlare «Lea datti tempo. Dai il meglio di te, sempre ma datti tempo.» dopo questa frase ci saluta lasciandoci soli.
Il silenzio archeggia nella stanza, si sente solo il rumore della sua mano a contatto con la mia pelle «perché non mi hai detto nulla? io voglio esserci per te» a gli occhi persi nel vuoto davanti a se, mi tiro su nella speranza di attirare il suo sguardo «non voglio darti altri pensieri, sei già pieno dei tuoi» gli comunico abbozzando un sorriso
«tu mi ascolti quando ne ho bisogno e io sono qui per fare lo stesso per te, quindi togliti dalla testa ciò che hai appena detto» mi guarda dentro agli occhi, serio come non l'ho mai visto, poco dopo mi attira verso se catturandomi in un caldo abbraccio.In questo momento in testa mi rimbomba il discorso avuto con Chiara, cosa sto provando?
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intertwined - Vybes
FanficLea è una ragazza estremamente insicura, continuamente in lotta con se stessa, solamente quando danza si sente davvero libera da tutto. Il suo sogno è sempre stato quello di entrare nella scuola più famosa d'Italia, Amici, e dopo eventi della sua...