In puntata abbiamo aperto dei nuovi palloncini e ora in casetta sono tutti attenti ad indagare su chi abbia scritto un bigliettino a Luca, tutti tranne me perché so perfettamente chi l'abbia scritto.Alessia è seduta sul mio letto e io a fianco a lei, aspettiamo l'arrivo di SenzaCri che entra nella stanza poco dopo «il bigliettino l'ho scritto io» le sussurra la ragazza alla mia sinistra «lo so» risponde la cantante «io mentre lo scrivevo avevo paura che lo leggessero e infatti» la sua voce è sempre bassa, abbozza un sorriso e poi continua «però ho sentito proprio un senso di liberazione» gesticola aprendosi con noi «si tu ci hai detto di non dire nulla e noi siamo state zitte» intervengo io facendo segno di chiudere la bocca e buttare la chiave «anche se l'hanno capito tutti» annuncia Cri, Alessia si pietrifica per un attimo e vediamo i suoi occhi uscire dalle orbite «sì ma finché non lo ammetto» si tranquillizza, noi le diamo man forte assicurandogli che non avremmo parlato.
Poche ore dopo sono seduta sul divano con Nicoló quando proprio Alessia esclama «sì ma anche io ho visto luca che durante l'inedito veniva verso di me» così io e Nicoló ci giriamo sistemandoci sullo schienale «si io l'ho proprio visto l'occhiolino» il cantante al mio fianco amplifica il gesto dell'occhio per farci capire meglio «perché l'ha capito che l'hai scritto tu» espone la sua tesi Alessio seduto sui sgabelli in cucina affiancato da Daniele e Chiara «sì ma che c'entr..» si blocca la ballerina di latino capendo di aver fatto un errore ad esordire con quella frase, un enorme baccano si innalza sulla stanza anche se lei continua a dire di non essere stata, poco dopo in cucina entra Luca e dopo le varie chiacchiere «sì ma lo doveva dire in puntata» la guarda provocatorio, lei non risponde sperando di averla scampata.
Saluto Nicoló e finalmente raggiungo il mio letto, come ogni sera imposto la
sveglia e cado in un sonno profondo che non vedevo l'ora di raggiungere.- - - - - -
Mi infilo la felpa ed esco dalla sala 4 nella quale ho eseguito l'ultima lezione del giorno. Mi hanno comunicato che la maestra Celentano mi aspetta in sala 2 così lascio il borsone in sala relax e corro dalla. maestra.
Entro frettolosamente scusandomi del breve ritardo «Ciao Lea» mi sorride calorosamente «salve maestra» mi avvicino a lei sorridendole «volevo assegnarti un compito ma prima volevo parlarne con te » si siede sulla sedia all'angolo della sala e io mi metto per terra difronte a lei «tu sei una ballerina davvero brava» inizia il suo discorso, mi strofino le mani in ansia aspettando che mi esponga la difficoltà che dovrò affrontare in questo compito «io ti osservo molto, in casetta, in sala e ciò che mi fa fermare a pensare è la tua insicurezza» annuisco capendo il suo discorso «hai timore a rivederti, a rivedere l'esibizione che fai e questa cosa non va bene, proprio perché come ballerina devi avere la consapevolezza di quello che sei» mi parla sinceramente, non stacca gli occhi dai miei donandomi una sicurezza immane «posso capire di più? mi vuoi spiegare» continua la maestra.
Prendo un grande sospiro, questo argomento è la cosa che più mi fa stare male in assoluto, ci ho messo anni per accettarmi e dopo l'infortunio mi sembra di essere tornata la ragazzina che evitava gli specchi in sala, che si metteva sempre in ultima fila sperando che nessuno riuscisse a vederla.
«La danza è sempre stata tutta la mia vita, da piccola ero sempre in prima fila perché le mie maestre credevano che il mio carisma potesse contagiare anche le altre bambine» gli occhi iniziano a pizzicare, lo stomaco si contorce e anche se non sono sicura di voler parlare ed aprirmi sento il bisogno di farlo «poi mi sono state dette delle cose che mi hanno fatto cambiare, mi hanno fatto chiudere» asciugo le lacrime che rigano il mio viso, mi sento piena di cose da raccontare ma senza la forza di farlo «così cercavo di mettermi sempre in ultima fila, cercavo sempre di nascondermi in qualsiasi situazione ma sopratutto nella danza» la maestra mi conforta con un sorriso che mi spinge a continuare «ho lottato tanto con me stessa, per accettarmi ma dopo l'infortunio è tornato tutto come prima e non so nemmeno il motivo» mi appoggio con la guancia alla mia stessa spalla provando a nascondere le mie debolezze «io lo vedo che anche in questa situazione ti vorresti nascondere» mi ha capita in pieno, odio mostrarmi per ciò che sono realmente perché se non mi accetto io in primis gli altri come potrebbero accettami.Dopo questo lungo e stremante discorso la maestra mi congeda e io torno in casetta. Il compito che mi ha assegnato mi mette in pensiero perché la sicurezza è la cosa che più si deve vedere e il punto forte di questa coreografia ma voglio farlo perché voglio essere una ballerina completa e consapevole.
Essendo sera la casetta è piena. Entro dentro non facendo caso a nessuno, poso velocemente il borsone nella camera rossa e attraverso le altre stanze per andare nel giardino nel retro.
Rannicchiata sul divanetto mi godo il silenzio e accetto i miei pensieri, lascio alle lacrime di scendere, bagnarmi il viso e scorrere sul collo.
Prendo un ultimo respiro e asciugo ciò che è rimasto sul mio viso, torno nella camera rossa e mi chiudo in bagno godendomi la mia solita doccia calda che oggi mi serviva più del solito.Con la mia abituale crocchia in testa giro per casa arrivando alla cucina, gli altri hanno già mangiato, così io mi preparo molto velocemente una piadina e mi metto sulla panchina bianca di fuori in solitudine, che si spezza quando, pochi minuti dopo, Vybes prende posto vicino a me, mi lascia finire la piadina prima di iniziare a parlare «che hai?» stranamente mi guarda e nei suoi occhi leggo una leggera preoccupazione, forse nei miei confronti, «ho parlato con la Celentano» sospiro lasciando il piatto alla mia sinistra e avvicinandomi a lui, annuisce dandomi modo di continuare «mi ha parlato della mia insicurezza e mi ha assegnato un compito proprio per sbloccarmi su questa mia difficoltà» come ogni volta che siamo soli, finisco nelle sue braccia «com'è la coreografia?» mi chiede giocando con i miei capelli «sicuramente bella, ma io mi sento ridicola e oggi ho solo imparato i passi» prendo i lacci della sua felpa e li rigiro tra le dita cosa che mi fa rilassare molto «non sei mai ridicola, sopratutto quando balli» alzo la testa per guardarlo ma lui non osa farlo, apprezzo ciò che ha detto, credo non sappia il valore che io attribuisco alle sue parole «è bella questa cosa no?» continua lui non facendomi replicare «cosa?» aggrotto le sopracciglia con una smorfia interrogativa «tu ci sei per me e io ci sono per te» pone queste parole quasi come una domanda, non capendo bene se il suo pensiero viene condiviso «molto bella» annuisco sorridendogli, «tu oggi cosa hai fatto?» gli chiedo curiosa cambiando discorso «una masterclass con Laura Valente, la mamma di Angelina Mango» mi dice eccitato, io lo assecondo per poi tornare a stringermi a lui, così i miei pensieri si assottigliano.
I seguenti attimo di silenzio vengono spezzati dalle sue parole «entriamo che sennò inizi a morire di freddo» sorride alzandosi e io lo seguo non prima di aver preso il piatto. Mi metto a lavare ciò che ho sporcato, lui si appoggia al ripiano dietro di me, aspettandomi «vai a dormire che è tardi» gli dico non girandomi con le mani ancora piene di sapone «va bene mamma» ridiamo e io mi sento improvvisamente meglio, come se degli attimi con lui potessero cancellare le mie preoccupazioni. Mi lascia un bacio sulla guancia «notte» mi dice vicino «notte» gli rispondo alzando la testa per lasciarmi un amichevole bacio sulla guancia.
Dopo aver sistemato le cose mi dirigo verso la mia camera, nel piccolo corridoio riconosco la figura di Nicoló venire verso di me «che ci fai sveglio?» gli chiedo premurosa «prima ti stavo aspettando ma poi ti ho visto con Gabri e non sono intervenuto. Niente volevo solo darti la buonanotte» mi avvicino a lui e in punta di piedi lo abbraccio, godendomi il suo contatto come quello di un fratello.
Il letto sembra più comodo del solito e gli occhi mi si chiudono da soli, Prima di mettermi comoda e riuscire finalmente a dormire, ammettere a me stessa che con Gabriel sia più di un'amicizia mi viene naturale. La mia mente ora è più tranquilla dopo aver ammesso una cosa che non volevo a tutti i costi ammettere.
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intertwined - Vybes
FanfictionLea è una ragazza estremamente insicura, continuamente in lotta con se stessa, solamente quando danza si sente davvero libera da tutto. Il suo sogno è sempre stato quello di entrare nella scuola più famosa d'Italia, Amici, e dopo eventi della sua...