Harry Potter:Il prigioniero di Azkaban.

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Un forte fischio mi fa svegliare di scatto rendendomi conto che il treno si è fermato e che sono arrivata.

Sono arrivata ad Hogwarts.

Cavolo, non mi ero resa conto di essermi addormentata e con mio dispiacere di essermi persa anche il paesaggio che stavo osservando. Sarà per un'altra volta. Scendo dal treno rendendomi conto che è pomeriggio tardi. Wow, avrò dormito davvero tanto da quando sono partita stamattina.

Mi guardo intorno e non so dove andare ma vedendo dei ragazzi camminare per una via decido di seguirli e mi ritrovo davanti a delle carrozze. Alcuni salgono su una mentre io decido di salire su un'altra dove lì dentro, mi rendo conto solo dopo, che c'erano già dei ragazzi. Decido di rimanere comunque perché potrei solo perdermi, quindi meglio non rischiare, e sorrido in modo da sembrare gentile e cercare di fare amicizia ma non sembrano nemmeno accorgersi della mia presenza che continuano a parlare di cose loro.

Cominciamo bene.

Noto che hanno delle divise con cravatte di colore differente e immagino che quella sia la suddivisione delle casate. La carrozza comincia a camminare da sola e il panico si fa strada in me rendendomi conto che davanti non c'è nessuno quindi immagino che siano magiche. Loro sembrano tranquilli mentre io sono una foglia che trema. Non avevo mai visto niente di tutto ciò ma è incredibile. Per tutto il tragitto rimango comunque tesa ma appena leggo l'insegna "Hogwarts" guardo fuori dal finestrino e i miei occhi si spalancano a quella vista. Quella è....Hogwarts.

Un castello.

E' davvero enorme ma la cosa più bella sono le tante luci accese che si vedono che lo rendono evidente. Il viaggio è più breve rispetto a quello del treno. Le carrozze si fermano e mi ritrovo davanti a un portale. I ragazzi scendono andando non so dove e io faccio lo stesso. Appena entro mi sembra di respirare un'aria diversa da sentirla nelle vene.

Aria di magia.

Una signora anziana vestita di nero con un capello a punta e il mantello seguita da una ragazza con i capelli marroni e ricci anche lei con la divisa con la cravatta di colore rosso si avvicinano a me.

«Buonasera, benvenuta ad Hogwarts. Tu devi essere Allison Smith, dico bene?» domanda la signora squadrandomi dalla testa ai piedi. Io annuisco non sapendo cosa dire perché sono davvero senza parole.

«Io sono la professoressa McGranitt. E' davvero un piacere averti qui» si presenta e un sorriso esce dalle mie labbra. La prima professoressa che conosco.

«Anche per me è lo stesso» dico cercando di non mostrarmi insicura. «Sono davvero felice di essere qui»

«Bene. Ci scusi per il tragitto immagino che lei abbia avuto dei problemi...» chiede preoccupata vedendo che sono abbastanza tesa. Mi sento davvero piccola in confronto a tutto questo.

«Oh beh...si solo un pò ma ho trovato la via» rispondo quasi balbettando portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Purtroppo sarebbe venuto ad accoglierla un professore di questa scuola ma al momento è indisposizione» dice con aria quasi triste pensando a qualcosa che non so per poi riprendere a parlare. «Tra poco inzierà la cena dove tutte le casate si riuniranno e allo stesso tempo ci sarà anche la sua cerimonia di smistamento ma nel frattempo la lascio nelle mani della signorina Granger che è stata così gentile da accettare di farle da guida nel mostrarle la scuola» dice rivolgendosi alla ragazza che nel frattempo la stava guardando e le sorride gentilmente. Sembra che abbia la mia stessa età ma non ne sono al cento per cento sicura.

«E' un piacere per me farlo» risponde la ragazza rivolgendomi poi un sorriso gentile.

«Prima di andare volevo dirle che per tutto il tempo che sarà qui, la sua casa sarà la sua famiglia. I trionfi che otterrà la sua casa la farà guadagnare punti e ogni violazione delle regole la farà perdere punti. Alla fine dell'anno la casa che avrà ottenuto più punti verrà assegnata la "Coppa delle Case". Detto questo può seguire la signorina Granger che le mostrerà la strada» dice infine spiegando le cose principali della scuola per poi fare un cenno ed andarsene. Le sorrido per poi rivolgermi a quella ragazza che nel frattempo si è avvicinata a me.