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Salgo le scale che conducono alla Torre di Astronomia e appena arrivo sento il freddo pungente che mi arriva addosso ma nonostante questo rimango appoggiandomi alla ringhiera cercando di riprendere fiato.

Non sono un mostro.

Non lo sono.

Mi ripeto nella mente cercando di concentrarmi solo su quello e non su quello che è successo, dopo che riesco a riprendermi mi siedo sui gradini e mi porto le ginocchia al petto e basso la testa mentre la lacrime scendono per poi incominciare a singhiozzare forte portandomi una mano alla bocca per tutte le emozioni che stanno vedendo a galla.

Da quando sono qui non ho versato nemmeno una lacrima, questa è la prima volta che sto piangendo. Mi sento arrabbiata, frustrata e terribilmente triste. Hanno ragione....dimostro quello che non sono ma alla fine viene fuori quella che sono realmente. E se in quel momenti avessi perso il controllo? E se avessi fatto loro del male?

Ci sono troppe domande a cui non so rispondere portandomi a piangere di più, sarei potuta andare di corsa da Harry cercando in lui un conforto ma in questo momento forse è meglio se non mi avvicino a nessuno e che sia sola. E' da quando sono piccola che sono sola e non è che cambi qualcosa se c'è qualcuno con me. Il pensiero che erano riuniti in Sala Comune a parlare come se niente fosse e non si erano nemmeno preoccupati di come stavo visto che sono uscita di corsa dall'aula mi spezza il cuore, a parte Daphne, nessuno mi ha calcolato.

Non riesco a credere di aver detto quelle cose a Pansy ma credo che sia piaciuto lo spettacolo che ho fatto perché ai Serpeverde piacciono quelle cose visto che le fanno anche loro queste cose. La casata in cui faccio parte rispecchia perfettamente quella che sono.

In questi ultimi giorni sono stata l'argomento di discussione di tutti. Nei corridoi ho sentito le occhiate che mi rivolgevano quando mi guardavano con Harry e per non parlare dei sussurri tra di loro; per non parlare anche durante i pranzi e le cene in cui potevo sentire chiunque parlare di me anche solo cosa stessi mangiando.

Era tutto troppo forte, tutto mi fa male da sentire di star cadendo a pezzi ed essere immersa in questo tunnel senza una via di uscita. Mentre sento le lacrime che continuano a scendere senza controllo, mi alzo la manica del maglione e in contemporanea quella della camicia e comincio a graffiarmi le braccia quasi ringhiando cercando di cancellare quelle parole che mi macchiano sulla pelle. Dopo un pò smetto vedendo il mio braccio essere rosso e i segni dei graffi, in particolare alcuni punti dove si sono formate delle piccole goccioline di sangue e in punto uno più grande dove il sangue comincia ad uscire e colare fino ad arrivare alla mano.

Rimango rapita a guardare quell'immagino come se quelle parole mi stessero scivolando via, posso vedere il sangue di un colore così rosso e poi penso all'ideologia di sangue. Come è possibile che il sangue sia diverso? E' veramente impossibile una cosa del genere. Talmente ero rimasta incantata da quel sangue fuoriuscire lentamente che non mi sono accorta che a pochi metri di distanza c'era qualcuno che mi stava guardando.

«Come mai non sei con Potter?» chiede quella voce che mi fa sobbalzare e mi giro verso di lui. Lo vedo fermo guardandomi con sospetto, con le mani dentro alle tasche e il suo mantello per coprirsi dal freddo ma anche con il freddo riesce a mantenere una posizione composta.

«Malfoy» pronuncio il suo cognome per poi nascondere il braccio. «Che diamine ci fai tu qui? Come mai non sei con i tuoi amichetti?» gli dico acida mentre mi guarda accigliato per via di quello che ho detto.

«Non so cosa stai dicendo, Smith» risponde guardandomi confuso.

«Invece lo sai bene» dichiaro dura. «Come ti sei divertito con la tua fidanzatina»

Harry Potter:Il prigioniero di Azkaban.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora