Ore 10.30

176 23 7
                                    

ORE 10.30

"Vedi Micio" esordisce lei con un tono dolce che non le si addice "Sono rimasta sconvolta da quelle" e, con un cenno della mano, indica le foto. Io miagolo in segno di assenso, le voglio far capire che non c'è nulla di male nel provare pena per un altro essere vivente che è stato brutalmente ucciso, non c'è onore nell'essere sempre forti e stoici.

La giovane, come se avesse intuito i miei pensieri, annuisce silenziosamente e mi racconta del caso appena assegnatole.

"Questa mattina la signora Shaw mi ha affidato un incarico che, da quanto ho potuto intuire, le sta molto a cuore, anche se non ne ho capito appieno il motivo" una strana espressione le deforma il viso, facendole inarcare le sopracciglia, poi decide di rivelarmi altri dettagli sul caso.

"Ieri la polizia ha ricevuto uno strano pacco verso le cinque di mattina. Accanto ad un enorme fiocco rosa c'era una cartolina che ritraeva l'ospedale locale. Sul retro una scritta sfidava gli agenti a catturare l'autore di ciò che quello scatolone conteneva. Appena aperto, i corpi delle due donne sono caduti sul pavimento lucido. È seguito un attimo di sgomento, poi il comandante ha ordinato che una pattuglia venisse mandata al policlinico. Poco prima che la volante fosse pronta a partire, un'infermiera ha chiamato la centrale, denunciando la morte sospetta di un bambino di dieci anni: Alex Mancuse. Sembra che il farmaco che avrebbe dovuto salvargli la vita gli sia stato iniettato in quantità superiori a quelle prescritte e lui non ..."

La voce le si incrina per un momento solamente, con la mano scaccia una lacrima fastidiosa e poi riprende il discorso.

"Dopo vari controlli non sono state rinvenute relazioni tra le vittime, ma i tre omicidi sono senza dubbio collegati, lo si capisce grazie all'indizio delle carte da gioco che il killer ha lasciato sui corpi."

Si ferma a metà frase fissandomi sconcertata, probabilmente sta cercando di capire se questo incarico l'ha scossa al punto tale da credere di poter confrontarsi con un gatto sui dettagli di quelle tremende esecuzioni.

Giunge le due mani con fare pensieroso e poi ne porta una alla testa come per cercare di sbrogliare l'intricata matassa di pensieri che le stanno affollando il cervello. Scrollando le spalle storce le labbra in una smorfia rassegnata. Apre la bocca per continuare il suo discorso, ma il telefono squilla all'improvviso. Per un fugace istante mi pare che le si siano illuminati gli occhi, però lei si ricompone subito e, posandomi su una macchia scura che ormai è diventata parte integrante del parquet, corre a rispondere.

Il sorriso che aveva incurvato le labbra sottili svanisce immediatamente, quindi, con un gesto quasi meccanico, mette il vivavoce.

Le quattro regine [momentaneamente sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora