ORE 11.00
"Signorina Tilulla" gracchia una voce maschile dall'altro lato della cornetta "Sono il capo della polizia, sono appena stato informato dalla sua cliente che anche lei parteciperà alle indagini. Se volesse essere così gentile da venire in centrale potrei metterla al corrente di alcuni interessanti sviluppi. Generalmente la polizia non collabora con una detective, per così dire, di serie b."
Noto che, a quella frase, gli occhi di Eva si riducono a due fessure e le narici si allargano per lo sdegno, comunque decide di non replicare al commento meschino dell'uomo e lo lascia continuare.
"Tuttavia, la signora Shaw ha una certa influenza in quanto nota benefattrice della nostra caserma." conclude la voce con fare seccato.
"D'accordo comandante, mi dia cinque minuti." e, così dicendo, riaggancia il telefono.
In un tempo record Eva si cambia, prende le chiavi della vecchia macchina decappottabile e se ne va. Gira la chiave nella toppa per chiudere la porta d'ingresso, ma ha un ripensamento: entra nuovamente e, prima che io possa capire le sue intenzioni, lei mi prende in braccio e, insieme, ci dirigiamo verso la caserma.
Una volta arrivati mi dà ordine di non scendere dalla macchina per nessun motivo, mi sorride e mi promette che, non appena torneremo a casa, mi aggiornerà sulle novità. Scende dall'auto sbattendo con forza lo sportello assicurandosi che sia ben chiuso, picchietta un po' sul finestrino e mi saluta con la mano prima di correre in centrale.
Che ragazza particolare.
Mi sistemo sui sedili posteriori, ma c'è una vocina dentro di me che mi impone di scendere dalla macchina e di trovare un modo per ascoltare quegli importanti aggiornamenti. Uscire non è difficile: è bizzarro, ma, anche con questo freddo, il finestrino dal lato del passeggero è abbassato abbastanza, tanto da permettermi di abbandonare il veicolo.
Con un salto da maestro atterro sui ciottoli appena sporcati dalla neve e, altrettanto agilmente, faccio più balzi in modo da raggiungere un muretto vicino a una finestra semi-aperta, quindi decido di entrare. Questa volta l'atterraggio non è altrettanto fortunato dato che le mie zampe scivolano su una strana sedia bianca e, cadendoci dentro, mi bagno la parte posteriore del corpo. Annaspo leggermente, ma riesco ad uscire facendo leva sulle zampe anteriori. Prima di lasciare quel posto, che puzza di candeggina, tiro fuori la lingua per schernire la pericolosa lettiera degli umani.
Girovago attraverso corridoi poco illuminati, con lampadari che cigolano quando investiti da spifferi di aria gelida.
Inaspettatamente la sento: è la voce di Eva, ne sono sicuro. Mi metto a correre e, di soppiatto, entro nella grande sala. Alle pareti ci sono festoni rossi decorati con immagini oro, qua e là dal soffitto pendono degli strani ramoscelli di piante che non riconosco, sui tavoli grigi ci sono delle tazze fumanti e, accanto, una scatola bianca chiazzata di rosa e marrone.
Il resto della stanza è piuttosto banale, quasi scarno e disadorno. La mia umana è seduta su una minuscola sedia blu e dà le spalle a un vetro enorme. Un uomo panciuto con grandi baffi grigi muove agitatamente le mani mentre la giovane lo osserva con aria attenta e scaltra. Notando che sono gli unici umani presenti nel locale mi addentro ancora di più in questo territorio sconosciuto.
"Sì, sì, le dico che è così!" afferma con voce baritonale l'uomo. La donna in risposta strabuzza gli occhi nocciola e fissa un punto indefinito con aria incredula. Con voce quasi timorosa si azzarda a fare un'ipotesi: "Scusi capitano, ma non crede che me ne avrebbe parlato? Il caso me lo ha affidato proprio lei, perché tenere nascosto un fatto simile?"
"Questo dovrà chiederlo a lei." si affretta a replicare stizzosamente. Dopo aver bevuto un lungo sorso da una tazza in ceramica verde e argento ed essersi pulito i baffi con un tovagliolo di carta prosegue con più calma.
"Non l'ho fatta venire qui solo per informarla di questa parentela."
Si è messo a parlare con un tono di voce più bassa e, anche se noi gatti dovremmo avere un udito sopraffino, il mio si è notevolmente ridotto a causa della vecchiaia. Decido così di avvicinarmi di più, lasciando il mio nascondiglio sicuro e andandomi a riparare sotto una sedia nera. Eva deve avermi notato perché sposta immediatamente lo sguardo su di me e accenna un sorriso beffardo. Il comandante, non accorgendosi di quel cambiamento repentino nell'espressione di lei, non ha smesso un attimo di parlare.
"... come le stavo dicendo, la prima vittima deve ancora essere identificata, purtroppo temo ci vorrà un po' di tempo a causa del volto completamente deturpato, povera ragazza." abbassa gli occhi e capisco che c'è qualcosa che non va, un ricordo doloroso sta tentando di uscire allo scoperto. Lo vedo aleggiare sulla sua testa come una nuvola carica di pioggia che non ha ancora deciso se scagliare tutta la sua potenza distruttrice su un uomo inerme o, piuttosto, se tornare a tormentarlo in un momento più propizio, quando potrà colpire con maggiore violenza e brutalità.
Tuttavia, così com'è iniziato, questo momento di funesto sconforto si dissipa. L'uomo, tossendo quasi imbarazzato, si lascia scivolare su una sedia, distendendo le braccia sul tavolo.
"Dunque, l'altra ragazza invece l'abbiamo riconosciuta, si chiama ... No, si chiamava Ursula Trega e aveva venticinque anni. Stiamo analizzando il passato della vittima. Per ora non siamo giunti a nessuna conclusione, quella donna era la classica studentessa modello. L'unica pecca rinvenuta è stata una multa per eccesso di velocità." si lascia sfuggire un sospiro sconsolato e, con l'indice e il medio, si disegna ampi cerchi sulle tempie per cercare di placare un inaspettato mal di testa.
"Ci sono novità per quanto riguarda le carte? Si è ipotizzato il perché della scelta delle due regine rosse?" domanda Eva con un filo di voce, come se non volesse disturbare. Il comandante scuote leggermente la testa.
"Se per lei va bene capitano, credo che andrò a parlare con la mia cliente." la donna si alza sorridendo e porge la mano all'uomo in segno di saluto. Lui gliela stringe senza troppo convinzione e aspetta che la giovane esca dalla stanza per permettere ad alcune lacrime di rigargli il viso stanco.
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Le quattro regine [momentaneamente sospesa]
Mistério / SuspenseUn misterioso omicida lascia sui corpi delle sue vittime un unico indizio piuttosto singolare: una semplice carta da gioco. Ad Eva, una giovane detective privata, spetterà il compito di capire il significato di quelle carte e di catturare così il ki...