Ore 19.00

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ORE 19.00

Devo essermi addormentato perché, quando Eva apre nuovamente la porta di casa, io non me ne rendo nemmeno conto: è come se i suoni mi arrivassero distanti e ovattati, deboli mi raggiungono nei miei sogni e mi costringono, di mala voglia, a sollevare pigramente una palpebra. Cercando di svegliarmi, inarco la schiena e allungo le zampe in modo da potermi stiracchiare e poi, sbattendo più volte gli occhi, mi rendo conto che la donna ha assunto un'espressione sconcertata. Mordicchiandosi il labbro, stranamente, mi permette di rientrare a casa.

Noto immediatamente che la mia ciotola è stata riempita con del delizioso tonno e, di conseguenza, mi lecco i baffi, pregustano il sapore delicato di quel fantastico spuntino. Tuttavia, quando cerco di raggiungere la scodella, mi blocco di colpo, notando che anche l'agente ha uno sguardo preoccupato.

"Un pacco per me ..." sussurra impercettibilmente Eva e, con le mani tremanti, lo poggia a terra, indecisa se aprirlo o meno. Il poliziotto, allora, trattenendo a stento uno starnuto, le dice che, se lo desidera, lo potrebbe scartare lui.

Angosciata, la donna lo ringrazia silenziosamente e, mentre lui rompe lo scotch dalla scatola, lei, girandosi di spalle, legge tacitamente uno strano biglietto. L'agente, nel frattempo, sbiancando in viso, chiede di poter chiamare la centrale; mentre la mia umana gli indica il telefono io, curioso, sbircio il contenuto di quel pacchetto: inizialmente vedo solo una massa arruffata di quelli che potrebbero assomigliare a dei lunghi capelli corvini, decido quindi di smuovere leggermente quello strampalato contenuto e, con una zampa, tocco il fondo della scatola. Quando la tiro fuori, però, mi rendo conto che da questa cola impercettibilmente un denso liquido dalla singolare sfumatura vermiglia. Confuso, muovo qualche incerto passo all'indietro, andando a sbattere contro le gambe della mia umana. Eva, esaminando la mia reazione, si avvicina guardinga e, prima che il poliziotto possa fermarla, lei inserisce una mano all'interno del pacco, estraendone un oggetto rotondo. Cacciando un urlo di sgomento e sussultando violentemente, Eva lascia immediatamente la presa da quella sfera che, rotolando verso di me, macchia il pavimento con una lunga scia scura. Adesso che ho l'occasione di osservarla meglio capisco che, quello che la donna teneva tra le dita, è un'esatta riproduzione del suo volto: gli stessi lineamenti delicati, la stessa folta chioma scura. Eppure, quello che mi lascia perplesso, è il bizzarro colore degli occhi: questi sono completamente bianchi, così candidi da riuscire a creare nell'animo di chi li guarda un miscuglio di terrore e, nel contempo, di inevitabile attrazione. È solo quando un forte odore mi giunge inaspettato che capisco che quella non è solo una semplice maschera creata a regola d'arte, quello è un vero capo umano, mozzato con precisione chirurgica dal resto del corpo.

Disgustato, noto che, tremante, la donna ha raggiunto l'agente e gli sta mostrando il bigliettino che accompagnava la scatola. Deglutendo a fatica, lui decide di leggere ad alta voce quelle assurde righe scribacchiate con foga:

"COme QUando Fuori PIove.

I semi sono ormai finiti.

Le quattro regine hanno già abdicato.

MA!

Tick Tack,

il tempo scorre.

Fermatemi, o la vostra Eva sarà ben presto incoronata."

Facendo una pausa, il poliziotto guarda di sottecchi Eva e, con tono incerto, le chiede cosa potrebbe significare, nonostante la sua voce spezzata lascia intendere che un'orrida consapevolezza ha già preso forma nella sua mente.

"Vuol dire che se non prenderemo immediatamente l'omicida io farò presto la stessa fine delle quattro vittime." sussurra tutto d'un fiato la donna, appoggiandosi debolmente al tavolo dietro di lei.

Strabuzzano gli occhi, il mio cuore accelera e, perdendo un battito, sento un brivido freddo che mi trapassa da parte a parte, mozzandomi il respiro e obbligandomi ad emettere alcuni strazianti miagolii di puro terrore.


Le quattro regine [momentaneamente sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora