sei

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Aspetto fuori dalla porta della stanza gialla finché non vedo Trigno rientrare
"Ciao amò!" gli dico ridendo, vedendo sorridere anche lui

"Ciao stellina!" esclama sorridendo anche lui, richiamandomi

"Come sta Gab?" domando, poggiandomi allo stipite per un secondo

"Sta un po' maluccio, magari se vai tu gli si risolleva l'umore"

"Scemo" dico ridendo, mentre lui mi sorpassa

Prendo un respiro profondo e cammino per la stanza gialla, fermandomi un paio di secondi dietro la finestra

Non ho dubbi, che Pietro adesso stia sbandierando a tutti il fatto che dobbiamo parlare

Il sorriso timido sul mio volto rimane fino all'istante in cui mi siedo sul divanetto accanto a lui

"Ciao" dico solamente, vedendolo alzare la testa verso di me

"Ehi" dice lui, tornando a concentrarsi sulle sue mani

"Mi dai la mano?" domando, allungando la mia

Lui fissa un secondo la mia mano, poi mi guarda negli occhi lasciandomi deglutire a vuoto
"Che vuoi fare?" domanda, allungandosi verso di me

"Niente, è il momento di condividere la tristezza" dico alzando le spalle e mettendomi a gambe incrociate

Stringo leggermente la presa e passo il mio dito sul suo palmo e poi sul dorso.
Alzo lo sguardo, lo trovo che mi fissa

"Come fai?" domanda, lasciandomi sorpresa.
Non so bene a cosa si riferisca in realtà

"A fare cosa?" domando ridendo, data la mia leggera confusione

"A prenderti sempre cura di tutti, anche se spesso è gente che ti fa del male?" domanda ancora

"Gab, tu non mi hai fatto del male.
Certo, ci sono rimasta un po' di cazzo però alla fine non lo hai fatto con malizia.
Anzi forse me la sono presa anche troppo"

"Mi sembrava l'unico modo per dire a Rebe che volevo conoscerla un po' meglio, però niente.
A lei non sto nemmeno un po' in testa"
alza le spalle con un sorriso triste sul viso e gli accarezzo la guancia

"Credimi, non sa cosa si perde"

"Perché?"
mi poggio alla spalliera del divano, lo osservo bene

"Perché sei una persona dolce e buona Ga', non c'è ne sono tante così al giorno d'oggi.
Anzi, io darei di tutto per stare con una persona così"

"Per stare con una persona così o per stare con me?" domana ridendo, mentre stringe tra le mani una bottiglietta

"Non mi fare queste domande!" esclamo ridacchiando, poggiando la testa sulla sua spalla

"Dai! Anche se mi dai il palo anche tu è ok! Tanto sono abituato" esclama abbassando la testa

Sospiro, poi mi siedo a terra, di fronte a lui obbligandolo a guardarmi
"Io non te lo do il palo, a me tu interessi davvero.
Mi sono sentita il ripiego per il palo preso da Rebecca, dopo che tu le hai scritto il bigliettino"

Lui mi ascolta con calma, annuendo solamente
"Voglio avere la possibilità di entrare nel tuo mondo, ma devi essere sincero al 100% con me.
Se non ti interesso nemmeno un po' giuro che me ne vado e restiamo amici"

"In questo momento ti bacerei per fartelo capire, ma sono troppo rigido per farlo"
dice ridendo, scuotendo leggermente la testa

Sorrido, alzandomi dal pavimento che era ormai freddo
"Quindi è un si?" domanda ancora, non capendo

"Ci stiamo frequentando?" domando io, non capendo mentre dal suo pacchetto, infilato nella sua tasca, prendo una sigaretta e l'accendino

"Si" dico, voltando la testa verso di lui, trovandolo già a fissarmi

"Però deve essere una cosa seria Ceciù" comincia, mentre lo guardo "Nessuno ci deve essere tra di noi, sennò non capiremmo niente"

"Io sono sempre stata seria con te" ribatto velocemente, prima che il suo braccio destro si posizionasse sulla mia spalla

È così perfetto questo momento, vorrei non finisse

"Raga" a tornare sulla scena, interrompendo il nostro silenzio piacevole è Trigno, che ci guarda sorridendo bloccandosi per qualche secondo

"Bro?" domanda ridendo Gabriel, notando che non si era mosso di nemmeno mezzo millimetro

"Ah, si si" scuote la testa, cercando di ricordarsi cosa dirci.
Per fortuna in meno di dieci secondi si smuove
"Venite di là, è arrivata chiamatemifaro"

"Finisce di fumare Ceci e arriviamo" annuisce, lasciandoci poi di nuovo da soli

"Che palle" dico sbuffando, e lasciando che il fumo uscisse dalla sua bocca

"Che succede ora?" domanda confuso, mentre mi guarda

"Più che fare conoscenza stasera avrei preferito restare qui con te, su questo divanetto" dico sorridendo

Mi accarezza la guancia, poi torna con la schiena poggiata al cuscino arancione e mi guarda
"Sei comodo, non per altro" dico ironica, facendogli alzare gli occhi al cielo

"Andiamo?" domanda, alzandosi e allungandomi la mano per convincermi ad andare di là

"Andiamo" mi alzo e prima che possa andare dentro, mi prende per un polso e sbatto contro il suo petto, mantenendo però il contatto

"Che c'è?" domando ridendo, cercando di capire

"Volevo un abbraccio, tutto qua" dice alzando le spalle

"Ho ragione io a dire che sei un cucciolone" commento ridendo, mentre stringo il suo corpo tra le mie braccia

"Andiamo, prima che cambio idea per la tua troppa dolcezza" dice ironico, aprendo la porta e facendomi passare

red light | vybesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora