ventotto

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Stringo la mano di Gabriel mentre scoppia in un pianto nervoso.
Resto in silenzio mentre Maria gli parla

"Mi dà fastidio, io non ho altre strade, non ho fatto l'università come gli altri, non voglio tornare a fare il panettiere" sbotta lui, lasciando la mia mano in modo brusco

Dopo di questo, Trigno prova ad avvicinarsi più di una volta al ragazzo ma lui non ne vuole sapere, tant'è che se ne scappa nella loro stanza e come fosse un comando preimpostato lo seguo

"Ga" lo richiamo mentre ha la testa sotto il cuscino e sta visibilmente piangendo.

"Lascialo sbollire" dice Nicolò, dall'altro lato del letto mentre vede che gli prendo la mano per provare a rassicurarlo

Quando il riccio lascia la stanza a prendere il suo posto è Trigno che ancora una volta cerca di scusarsi col ragazzo che però giustamente non vuole sentirsi dire niente.

Lo vedo che prende il suo giubbotto e segue Ilan fuori di casa, andando nel giardino sul retro

"Come gli chiedo scusa?" mi domanda mentre prendo una felpa del romano per indossarla sopra la maglietta a manica lunga che indosso

"Non lo so Pie, devi dargli tempo" dico seriamente, infilandomi tranquillamente il cappuccio

Raggiungo i due ragazzi nel retro e il romano sbotta qualche parola che non capisco
"Vuoi parlarne?" domando cautamente fermandomi davanti a lui

"Voglio che non mi soffochi" esclama arrabbiato continuando a fumare.
Incrocio i miei occhi con quelli di Ilan che è scioccato tanto quanto me

"Io ti soffoco?" domando guardandolo, vedendolo che si alza togliendosi la coperta dalle gambe

"Si! Mi stai addosso!" esclama

"Cosa?"

"Sei sempre lì, a dirmi le cose sbagliate che faccio

"Va bene, sei libero di farti soffocare da qualcun'altro che non tenga a te come tengo io allora"
Lui mi ferma il polso e mi guarda, lo strattono per farglielo lasciare

Un ultimo sguardo di fuoco e poi lascio il giardinetto, andando a preparami per andare a fare lezione

Quando torno a casa, non passa molto che Rudy si collega in casetta dicendo a Vybes che si, avrebbe cantato il suo pezzo nella gara inediti, ma che come provvedimento disciplinare gli sarebbe toccato una sfida.

"E' meglio come ti sta andando, fidate" dico di punto in bianco quando il ragazzo si alza per lasciare la stanza

Mi rivolge uno sguardo acido e quando Alessia se ne accorge mi passa una mano sulla gamba 

Senza dirle niente decido di alzarmi per andare in cucina a farmi una tisana nella speranza di rilassarmi

Piano che fallisce quando Trigno viene in cucina per parlarmi 

"Non puoi andare da lui? Non voglio vederlo così" 

"Abbiamo litigato perchè ho provato a parlargli,sai? Non gli starò ancora addosso per sentirmi dire di nuovo che lo soffoco" 

"Sai anche tu che non lo soffochi" dice lui, posandosi una mano sotto il mento 

"E' il suo volere stare da solo, mi cercherà lui se recupera un po'di respiro" dico 

"Siete due teste di cazzo, lo sapete?" domanda lui ridacchiando mentre soffio sulla mia bevanda calda

"Probabilmente io si, lui no" dico 

"No fidati, lo sa anche lui" dice, prima che il romano si presenti davanti a noi.

"Possiamo parlare?" domanda e non gli rispondo, continuando a soffiare sulla tazza 
"Aoo, sto a parla' co te" 

"Mi stai soffocando Ga' , lasciami respirare" dico riprendendo le sue parole, facendo il giro dell'isola, notando Trigno sogghignare 

"Non fare la bambina Ceciu'" dice passandosi una mano tra i capelli che per una volta non erano coperti dal cappello

"Guarda che hai iniato tu non capendo che volevo lasciarti sfogare"  Comincio avvicinandomi

Tutti i ragazzi sono in casetta, non voglio dare spettacolo ma a quanto pare il ragazzo non è della mia stessa opinione 

"Ma che bisogno c'hai mo di riprendere le parole mie?" 

"Che bisogno c'ho? Lo vuoi sapere davvero Gabriel? Va bene, ti accontento" dico e poggio la tazza nelle mani di trigno, implicandogli di mantenerla 

"Tu non permetti alla gente che ami di starti vicino! Te ne vuoi stare per cazzi tuoi e fidati amore mio, che non è facile. Soprattutto per me perchè ti amo, che poi come una cogliona te lo sto dicendo ora davanti a mezza casetta, ma non mi interessa perchè sei così scemo da non capire che se ti sto vicino quando stai così non è perchè voglio soffocarti e opprimerti,  ma perchè io voglio che tu stia bene a maggior ragione in questo periodo"  

Sbraito, vedendolo farsi piccolino davanti a me, mentre ha un aria colpevole e dispiaciuta e si schiocca le dita delle mani tra di loro 

Lo fisso qualche secondo poi decido di superarlo andarmi sedere in cortile dopo aver recuperato la tisana dalle mani di Pietro 

Porto le ginocchia al petto e ci poggio sopra la testa, poco dopo sento il cuscino accanto a me abbassarsi leggermene 

"Scusa" dice flebilmente il romano, probabilmente osservandomi 

"Capisci adesso come mi sono sentita per tutto il pomeriggio?" 
domando cercando di farmi capire 

"Io non volevo" dice ancora, accendendosi una terea e alzandosi il cappuccio 

"Non so se sia vero, non so se è ciò che pensi davvero, mi hai fatto stare male, tanto. Non ho azzeccato una nota a lezione oggi per colpa di questa storia" 

Lui sospira e si avvicina, posando la sua testa sulla mia spalla
"E' tutto nuovo per me Ceci, non c'è mai stata nessuna che mi sta accanto come fai tu" 
dice guardandomi

"Non allontanarmi come hai fatto oggi, anche tu hai bisogno di qualcuno che ti ascolti giorno e notte"

Sciolgo la mia posizione e lo guardo

"Quindi abbiamo fatto pace?"
domanda chinandosi leggermente in avanti 

"Se mi chiedi ancora una volta scusa e mi baci si, certo che si" dico sorridendo, guardandolo 

"Vieni qua" mi abbraccia posando il suo mento sulla mia testa, lasciandoci anche un bacio.

Le sue labbra si posano sulle mie, le sue mani mi afferrano le guance e una volta che ci stacchiamo mi guarda negli occhi 

"E comunque" comincia "Ti amo anche io" dice poi, facendomi arrossire leggermene 

Mi stringo nelle spalle e gli sorrido, prima di lasciargli un altro bacino e posare la mia testa sulla sua spala

red light | vybesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora