Capitolo 16

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Megan's Pov

- Dai Jerry, ti preeego - imploro l'autista con le mani giunte, mentre faccio gli occhioni e sporgo il labbro inferiore per intenerirlo.

- Ma non se ne parla proprio! - tuona l'uomo guardando la strada.

- Sono solo trenta secondi! -

- Non farò un video con te in cui cantiamo e balliamo "Umbrella". -  esclama ancora, esasperato.

Stamattina, quando è venuto a prendermi, l'ho sorpreso in macchina a cantare la canzone di Rihanna con fare coinvolto e passionale, e ora lui non vuole replicare con me!

- Lo vedrei solo io, sai che Robert mi vieta di postare qualsiasi cosa sui social -

- Ne va della mia dignità. E poi so che tu lo useresti per ricattarmi per le tue marachelle. -

Metto il broncio da bambina arrabbiata e Jerry ride scuotendo la testa.

- E non farmi quella faccia. Cristo, se ti potessero vedere tutti quei ricconi che ogni volta ti riempiono di complimenti su quanto tu sia matura e composta! -

- Questa cosa la dice sempre Robert mentre lo... -

- Zitta. Per Dio, non voglio saperlo! -  allunga una mano cercando di tapparmi la bocca, prima che possa finire di commentare le mie performance con il milionario.

Scoppio a ridere per la sua faccia indignata. Mi diverto troppo a farlo arrabbiare.

Prendo il telefono in mano usandolo come microfono e comincio a cantare in modo plateale.

- You can stand under my umbrella, ella, ella, eh, eh, eh -

Jerry sbuffa, rassegnato.
- Per fortuna che siamo arrivati, non ne posso più di te-

- Dai, in fondo mi vuoi bene -

- Molto in fondo - dice guardandomi storto e facendo manovra nel garage della villa di Robert.

Jerry mi ha accompagnata a scegliere un vestito per questa sera. Ci saranno ospiti di grande rilievo, tra cui l'uomo che a Miami aveva promesso a Robert un grande affare sulle sue strutture ricettive. Se non ricordo male si chiama Gregor ed è a capo di una società che detiene una catena di hotel di lusso.
Robert mi disse che l'avevo convinto io a proporci un contratto, ma sinceramente ho ricordi abbastanza confusi da una certa ora in poi.

Nel momento in cui varco la porta d'ingresso della villa mi si palesa di fronte un via vai di personale. Il signor Miller incarica sempre un catering che possa rendere la sala, la cena e il servizio di essa impeccabili per queste occasioni.

Ogni componente dello staff mi saluta cordialmente e io cerco di non disturbarli, incamminandomi verso il primo piano.

- Charlotte! - la voce di Mary mi richiama.

- Ciao Mary, stai andando a casa? - domando notandola con la borsa e il cappotto sotto braccio.

- Oh sí cara, con tutto lo staff che ha assunto per stasera il signor Miller non servirei proprio a nulla. -

- Sono contenta che ti possa prendere una serata libera - dico sincera - Stasera te la spassi con tuo marito allora? -

La guardo con sguardo ammiccante e lei si agita subito, muovendo le mani in aria.

- Shhh abbassa la voce! Anzi, non dirle proprio certe cose -

Ridacchio mentre lei mi rimprovera come sempre.

Dopo poco la saluto e la donna mi invita ad accomodarmi nello studio di Robert, dove l'uomo prima di uscire mi ha lasciato dei fascicoli sulla catena alberghiera di cui si tratterá stasera.

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