18.

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Sentirsi vulnerabile fino a quel punto, per Simone è stato come fare un passo indietro e tornare a quando chiunque avrebbe potuto destabilizzarlo e ferirlo.

Aveva impiegato tempo e forze affinché riuscisse a mantenere intatta quella corazza non troppo stabile. Ha sempre odiato parlare di armature, corazze, di tutte quelle maschere che ti metti sul volto tanta è la paura di farti male di nuovo.

La verità è che è proprio questo ciò che ha fatto lui: si è plasmato esattamente come avrebbe voluto per non essere più vicino al confine con la fragilità e l’incapacità di non farsi del male.

“Io sono stronzo perché mi piace esserlo!”, aveva detto una sera a Laura, provando ad autoconvincersi del fatto che la sua vita fosse tutto ciò che più gli piaceva.

“Tu fai lo stronzo perché hai paura degli stronzi!”, gli aveva risposto lei.

Sono sempre stati inutili i tentativi di Simone di nascondere qualcosa alla persona che più lo conosce al mondo: Laura lo legge dentro, anticipa i suoi pensieri e le sue mosse. Quel tipo di complicità a volte gli ha fatto paura, soprattutto perché è arrivata esattamente dopo che si erano lasciati. Prima non c’era perché lei non era abbastanza lucida da poterlo comprendere fino in fondo.

Si è chiesto per una vita intera cosa sarebbe stato di lui se avesse avuto l’opportunità di vivere in simbiosi con un gemello. Il suo gemello.

La risposta non l’ha mai trovata, ma in compenso ha trovato una persona capace di amarlo incondizionatamente, senza un doppio fine, senza nemmeno più un tornaconto sentimentale. Laura c’è sempre anche quando non c’è, anche quando si fa da parte, anche e soprattutto quando la sua vita va a rotoli.

“Ciao Manuel, possiamo parlare?”

L’aveva osservato uscire dal retro del ristorante e aveva sorriso per la differenza abissale tra i due. Simone cammina lentamente, a testa alta. Simone scappa dalla vita senza fartelo vedere.

Manuel invece cammina a testa bassa, più velocemente, come se scappasse e non riuscisse a nasconderlo.

“Ciao…” è incredulo alla vista di Laura davanti a sé, soprattutto in quella stradina buia a quest’ora della notte.

“Tranquillo volevo solo parlarti e ho pensato fosse l’unico modo per agganciarti”

“Me devo preoccupà? Simone sta bene?” lo chiede tranquillo, senza l’affanno di chi è realmente preoccupato.
Se Laura non fosse brava a leggere le persone, penserebbe senza dubbio che è un completo idiota egocentrico.

“Simone sta bene. Tu stai bene?”

“Certo. Perché? Dovrei stare male?”

“Non lo so, dimmelo tu…”

“T’ha mandato lui?” sospira spazientito, borbottando anche mentre si avvicina alla sua moto su cui poggia il casco, dandole le spalle. “Famo come i bambini dell’asilo?”

“Simone non lo sa che sono qui. Anzi, se lo sapesse probabilmente si incazzerebbe e darebbe di matto!”

“E allora perché lo fai?”

Non le da’ nemmeno il tempo di rispondere, che si gira verso di lei con un sorriso ironico sulle labbra. “Fammi indovinare: sei innamorata di lui e vuoi la sua felicità!”

“Cristo… dev’essersi proprio rincoglionito, se m’ha detto che eri intelligente. Mi sembri tutt’altro che intelligente e sto perdendo tempo. Scema io…”

Fa per andarsene, ma in quel momento Manuel vede scivolarsi davanti l’unica possibilità di poter avere un contatto con Simone.

Simone che, per quanto non voglia, lo destabilizza più di quanto abbia fatto chiunque altro nella sua vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 20 ⏰

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